Triviati ha una mano sul volante e nell'altra ha un telefono cellulare in viva voce e la paletta che agita all'occorrenza. Guida come un pilota e parla al telefono come un invasato.
«Manda una squadra alla rimessa del Macchi, sì, il milionario, c'ha la ditta sull'Aurelia, al tredicesimo chilometro, dopo Torre In Pietra. Sì, la latteria, sì, che cazzo! Ma sei nuovo o stupido? Quella centrale del latte sta lì da prima che nascesse mio nonno e non sai dov'è! Va bene, manda una volante a fare un'ispezione, è un'autorimessa di TIR.»
Lancia il cellulare sul sedile di dietro facendolo volare oltre la sua spalla e si lamenta ad alta voce di quanto centralinisti e telefoni non servano a un cazzo.
Poi fa una frenata che mi costa una fitta lancinante allo stomaco.
«Ma che cazzo fa, questo, dove pensa di andare con quel gigante!», col braccio proteso oltre il vetro agita la paletta e urla: «E sposta quel culo, forza, muoviti!».
Fa singhiozzare due volte la sirena e sgomma, gli pneumatici graffiano l'asfalto mentre la Punto si fa strada e sobbalza per superare un autoarticolato che sta in mezzo all'ingresso per il Lungomare di Fregene.
Triviati lo affianca e alza lo sguardo verso il guidatore in cima al mostro di ferro.
Dice: «Guarda che non puoi circolare con un TIR dentro la città, devi tornare indietro!».
Ma quello accenna un saluto con due dita alla fronte e sorride.
«Vabbé», dico ancorato a me stesso per trattenere le fitte ai fianchi, «Adesso mica ti metti a fare il vigile, c'abbiamo da fare!».
«Te, sta' zitto, Riva.»
Cambia la marcia, accelera e procede a lampeggianti accesi e si fa il lungomare a cento. Afferra il microfono della radio d'ordinanza e parla con la centrale: «Qui Doppia Vela 31, sono Triviati. Segnalo presenza di un TIR modello IVECO 330 fuori dalla linea di transito consentita, fatelo sgombrare prima che blocchi il traffico.»
Ricevuto, capitano.
Sterza a destra.
«Dove mi porti?»
«Dal fornaio.»
«In che senso?»
«Vanno bene due panini col prosciutto o sei allergico a qualcosa?»
«Ma non c'ho fame!»
«Se mi muori di stenti non mi servi a un cazzo» e frena davanti alla salsamenteria.
La radio d'ordinanza gracchia di nuovo. Una voce metallica lo chiama.
Lui afferra la radio con un gesto seccato e prende la chiamata, «Qui Doppia Vela 31, parla Triviati, avanti sergente.»
Capitano, altri tre IVECO TIR si sono immessi lungo l'ultimo tratto di Aurelia e hanno superato il posto di blocco che avevamo attivato.
Triviati corruga la fronte, «Che cazzo significa superato?»
Che i nostri si sono scansati al volo, signore.
«E che aspettate! Bloccateli e multateli! Mica possono correre più di una volante!»
Adesso rido sottecchi: «No, ma la possono speronare e schiacciare».
Lui mi lancia un'occhiata storta.
Parla di nuovo nella radio: «Cercate di capire se si sono persi, da dove provengono.»
Sì, capitano. Non sarà facile perché c'è una specie di marcia in centro e la stiamo contenendo, abbiamo pochi agenti.
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∞ nessuno muore per sempre ∞
RomantikCOMPLETA: RECENSIONE a cura di G. C.: Gli anni sono i '90. Quelli della musica dance nei jukebox, del Festivalbar e dei primi cellulari. Ma non solo. Sono anche gli anni d'oro dei primi amori al mare. Questo è lo sfondo su cui si muove Valerio detto...