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Il giorno più bello della tua vita è quello in cui decidi che la tua vita è tua.
Nessuna scusa né giustificazioni. Nessuno a cui appoggiarsi, su cui contare o a cui dare la colpa.
Il dono è tuo – è un viaggio incredibile e solo tu sei il responsabile della sua qualità.
Questo è il giorno in cui la tua vita comincia davvero!
(Bob Moawad)


Prendo Lara per mano e la porto fino al gradino dell'entrata.

Alcuni poliziotti con la divisa sgualcita s'affannano a mettere a posto i tavoli, altri fanno enormi buste di bicchieri di carta e avanzi di pizza, Triviati mi osserva e con la mano mi fa cenno di aspettare.

Sono le ventidue e quarantacinque. La luna è uno spiraglio.

I grilli non hanno smesso di cantare. Il vento non si è fermato mai, continua a scuotere le cime dei pini intorno al commissariato. Le stelle si sono accese ma io non posso vederle, anche se dovrei, non arriverò alla prossima notte, ma ho qui le mie stelle che mi sorridono, i suoi occhi che tengono fermo il tempo e non lo lasciano sfuggire perché sanno che dopo non c'è niente che non si possa adesso.

Cisco ci passa radente come un missile che lambisce l'aria e mi infila nella mano lungo il fianco il cellulare rubato. Con un gesto fulmineo lo ficco in tasca.

Il padre di Lara, l'avvocato Loversi, è seduto con mio padre a poca distanza, in attesa delle caraffe di caffè che una guardia sta facendo preparare alla moglie, e ora mi osserva come si fa con l'animale che vorresti cacciare e uccidere piuttosto che lasciare andare.

Mi indica da lì. «Ti dispiace togliere le mani da mia figlia?»

Non faccio in tempo a realizzare la provocazione, che lei glielo fa apposta: ruota il busto e mi avvolge le braccia intorno al collo, poi con le labbra mi sfiora la faccia e ride.

Lara!, urla suo padre.

Sono solo dei ragazzi, replica benevolo il mio.

Riva, lei è una brava persona ma non posso dire altrettanto di suo figlio, mi dispiace, dice l'avvocato.

Battuta che mi innervosisce all'istante, vorrei che mio padre non dovesse vergognarsi di me.

È la sagoma di Triviati ad arrivarci alle spalle e a dividerci con la calma e l'educazione che bastano a non farmi incazzare.

Ci si piazza davanti e sussurra: «Se l'avvocato non gradisce neanche che la guardi, come pensi di filartela in macchina con lei, adesso?».

Apro le labbra a un sorriso incredulo, «Vuoi dire che abbiamo il permesso?».

Lui sbuffa, fa una smorfia infastidita, «Sì, va bene, rompicoglioni, ma hai mezz'ora, non di più».

Lara è felice, le si legge nell'espressione, infatti parla rapida: «Distragga mio padre, non lo so, gli faccia firmare qualcosa, lui adora scartabellare documenti, lo fa sentire utile».

Trivati scuote la testa intenerito. «Siete proprio una bella coppia, voi due, Bonnie and Clyde. Secondo te cosa gli faccio firmare, a quest'ora, il conto della pizzeria?»

«E inventati qualcosa», lo guardo supplichevole, «Sei una guardia, ne avrai di sistemi per incartare la gente!».

Mi fulmina, «Riva, hai detto bene sono una guardia, non un criminale. Io la gente non la incarto, se mai la ingabbio».

«Ecco, ingabbialo, così posso salutare come si deve la mia ragazza.»

Lara si volta di scatto e mi fissa sconvolta con gli occhi che le brillano, «Hai detto la mia ragazza?».

∞ nessuno muore per sempre ∞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora