Capitolo 2.

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Il sole era sorto ormai da qualche ora nel cielo della città di Santo Domingo: le spiagge iniziavano a essere riempite dagli abitanti e dai turisti, volendo godersi a pieno quei primi giorni di giugno.
I giovani erano fra i banchi di scuola, chi a studiare mentre chi altro a pensare alla sua vita.
Federico faceva parte della seconda categoria: non poteva lamentarsi dei suoi buoni voti, sin dalle elementari prendeva sempre voti alti e questa meravigliosa soddisfazione se la stava portando dietro, rendendosi conto che tutti quei sforzi erano serviti per renderlo ciò che era diventato.
Spesso pensava alla sua vita, ma aveva semplicemente ventiquattro anni, a cosa doveva concentrarsi?
Sullo svago, sul divertimento, sul piacere di vivere una vita che man mano si costruiva.
La maggior parte delle persone che entravano nella sua vita, continuavano a dirgli che aveva bisogno dell'amore.
Di una persona al suo fianco, in grado di fargli cambiare idea su ciò che pensava riguardante questo sentimento.
Crede che l'anima gemella sia tutto frutto della propria immaginazione, che è la solita buffonata che spesso si sente dire.
E se la sua anima gemella, fosse già entrata nella sua vita?

Il dolore lacerante al petto e il mal di testa atroce fece svegliare Federico, aggrovigliato sotto le coperte bianche.
Lentamente aprì gli occhi e sobbalzò quando si rese conto che era nel letto di una casa non sua, e specialmente nudo.
"Buongiorno, Federico." Disse una voce che, il bianco, riconosceva a tratti.
"C- chi sei?" Domandò il minore, dopo essersi voltato verso la porta.
"Non ci conosciamo, partiamo da questo presupposto, però siamo finiti a letto assieme da ubriachi." Disse questo ragazzo. "Sono Benjamin Mascolo, comunque." Aggiunse.
"Come sai il mio nome?" Chiese il più piccolo.
Benjamin lo guardò, prima di sedersi vicino a lui e far sfiorare le loro labbra.
Federico a quel contatto rabbrividì, non era mai riuscito a nascondere la sua omosessualità con nessuno e spesso veniva giudicato per questa sua scelta e modo di essere.
"Come ti ho già spiegato ieri sera, sono ormai due mesi che ti osservo da lontano e ieri finalmente te ne sei accorto. Mi sono avvicinato, abbiamo bevuto e poi ci sarà un motivo per cui siamo arrivati a casa mia, nel letto." Spiegò il moro.
"Ma comunque è stato uno sbaglio, non vorrei farti pensare che io sia un ragazzo che va con il primo che capita." Disse Federico.
"Non preoccuparti, non lo penso minimamente." Sorrise il più grande. "Comunque Federico, mi piaci. Mi piaci e tanto." Continuò, facendo sobbalzare il bianco.
"S- scusa, come p- puoi d- dire che t- ti piaccio se n- non abbiamo m- mai parlato?" Balbettò Federico.
"Mi piaci di estetica." Rise il maggiore. "E per questo ho voglia di conoscerti e scoprire ogni parte di te." Aggiunse.
Federico lo fissava intensamente, quel ragazzo aveva degli occhi profondi, illuminati dalla poca luce del.sole che entrava dalla finestra grande che dava sul centro di Santo Domingo.
"Mi concedi questo onore di uscire con te, una volta per tutte?" Disse Benjamin, prendendo la mano del ragazzo davanti a lui.
Il più piccolo, a quel contatto, si risvegliò dal suo stato di trance e tolse le coperte dal suo corpo, si diresse verso i vestiti posti sulla sedia poco vicina al letto e si rivestì, sotto lo sguardo di Benjamin.
"No." Disse duro, Federico. "Io e te, Benjamin, siamo andati a letto da ubriachi. Io non so niente di te e tu non sai niente di me, non ho intenzione di conoscerti e tanto meno tornare a questa situazione." Aggiunse. "Ti ringrazio per la disponibilità e per avermi fatto restare qui, ma hai fatto fin troppo per i miei gusti." Continuò. "Per questo, ciao Benjamin." Concluse, lasciando il più grande perplesso e seduto sul letto.
Quel ragazzo era particolare, Benjamin voleva scoprire ad ogni costo cosa si celava dietro due occhi così belli, così puri.
Benjamin lo avrebbe avuto.

"Dio santo Federico, mi hai fatto preoccupare come non so cosa!" Gridò una persona.
"Yuri, ti prego, stai calmo!" Rispose Federico.
Yuri Cammisa è il migliore amico di Federico da ormai diversi anni: hanno condiviso la maggior parte delle loro avventure, come per esempio quella di essersi trasferiti assieme a Santo Domingo, nella stessa via per poter concludere i propri studi.
Il migliore amico del più piccolo desiderava diventare uno psicologo, aveva studiato fino in fondo ed amava aiutare i suoi cari.
Un ragazzo dai capelli tinti di grigio, tatuaggi sparsi per il corpo e un comportamento particolare.
"Ti ho cercato per tutta la notte, ti ho telefonato e mandato messaggi, ma le chiamate arrivavano e non ricevevano risposta oppure, semplicemente, eri irraggiungibile." Disse Yuri. "Mi spieghi dove cazzo eri finito?" Aggiunse.
"Ieri sera ero ubriaco, mi si è avvicinato un ragazzo e abbiamo bevuto più del dovuto, finendo a letto insieme. Stamattina mi sono svegliato a casa sua, così poi dopo averci discusso perché voleva uscire con me ancora per conoscermi, sono uscito di casa ricordando di avere il telefono scarico." Spiegò Federico, parlando velocemente.
Il finto grigio rimase interdetto a quelle parole, Federico non era un tipo che andava a letto con qualcuno e questa cosa lo aveva un po' spiazzato.
"Ma come può essere successo?" Disse poi.
"È successo e basta." Disse Federico. "Ma gli ho decisamente detto che è stata solo una notte di sesso tra ubriachi e basta, non ci sarà mai nient'altro con lui." Aggiunse.
"Cambiando discorso, questa sera la nostra compagnia sarà al compleanno di Zambelli, nella sua villa in spiaggia che utilizza spesso per queste occasioni." Disse Yuri. "Vieni anche tu?" Aggiunse.
Federico sorrise, prima di fare l'occhiolino al suo migliore amico.
"Sai che non so dire di no alle feste." Rise Federico, incosciente di ciò che sarebbe successo.

Le ore erano passate in fretta nella città di Santo Domingo: il cielo si era colorato di un rosa chiaro, tante erano le sfumature numerose quanta la felicità di molti ragazzi pronti a dormire ed affrontare il loro primo giorno d'esame.
La città si stava pian piano illuminando delle insegne a led dei vari negozi e pub, tanti di questi erano colmi di gente mentre poco distante dal centro, c'era un ragazzo dai capelli bianchi che aspettava l'arrivo del suo migliore amico, ormai fratello di vita.
Quella sera si sarebbe svolta la festa di compleanno di Federico Zambelli, un suo caro amico.
Tutta la sua compagnia si sarebbe recata in quella villa che comprendeva la piscina, un buffet notevole e discoteca con pista da ballo.
"Federico!" Gridò Yuri, distraendo il ragazzo dai suoi pensieri.
Il minore si voltò e sorrise vedendo il migliore amico in sella alla sua solita moto nera.
Salì sopra questa e si diressero alla villa bianca con il mare che si affaccia vicino al grande edificio e piscina laterale, era pronto per vivere quella serata.
Ma, sopratutto, vivere qualcuno.

Federico scese dalla moto e, seguito da Yuri, entrò dentro la villa.
"Tanti auguri Zambo!" Dissero, in coro, i due ragazzi.
Questo Zambelli, munito di capelli chiari con ciuffo all'indietro ed un volto non indifferente, si avvicinò ai due e li strinse in un caloroso abbraccio.
Al tavolo erano seduti tutti i suoi più cari amici, il solito gruppo.
"Ragazzi allora, mi sono dimenticato di avvisarvi che questa sera sarà presente anche mio cugino, proveniente da Modena e che passerà l'estate qui, con tutti noi. Vi chiedo gentilmente di non attaccarlo per il suo essere omosessuale o quant'altro, è un ragazzo fragile." Disse Zambelli.
Tutti annuirono, compreso Federico che intanto stava facendo il giro del tavolo per salutare tutti i suoi amici.
"Ah, eccolo!" Disse, quasi in un sussurro, il ragazzo dai capelli chiari.
Andò incontro a suo cugino, anche se l'attenzione non era rivolta a questi due, ma più che altro su Federico che quella sera era vestito più elegante del solito: jeans aderenti, camicia bianca e i capelli erano ben sistemati e tirati indietro dal gel.
"Ragazzi, vi presento..." tentò di dire Zambelli, ma venne interrotto dalla voce di Federico che rimase quasi paralizzato a quella vista.
"Benjamin."

Sguardi || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora