Capitolo 3.

802 57 1
                                    

Del sole, ormai, non c'era più nessuna traccia: questo aveva abbandonato la grande distesa azzurra per dar modo alla luna di regnare, accompagnata da soldati che prendono il nome di stelle.
Santo Domingo aveva incominciato ad offrire agli abitanti della città le sue strade, un mondo immenso da scoprire, esattamente come alcune persone.
Esattamente come Benjamin.
Benjamin Mascolo era sempre stato un ragazzo solare, determinato e amato da tutti per il suo viso ben marcato.
Il copro era contornato da addominali e tatuaggi che per lui avevano un significato molto importante; ognuno di questi rappresentava una parte di lui stesso che non riusciva a mostrare o spiegare a parole.
I suoi occhi avevano un colore che Federico non riusciva a decifrare, erano troppo particolari, fino ad entrare dentro il tuo corpo.
Anche Benjamin è italiano, di Modena precisamente, della stessa città in cui è nato il minore.
Quella sua estate voleva trascorrerla da Zambelli, promettendo a sé stesso di non esagerare con lo sballo e di tenere sempre la testa al suo posto.
Ma la sera in discoteca, una di precisamente due mesi fa, perse la testa per Federico.
Non lo conosceva, aveva sempre e solo sentito parlare di quel biondino che faceva innamorare sia maschi che femmine.
Sarebbe mai riuscito a sciogliere quella sua barriera?

Federico era rimasto interdetto quando vide Benjamin poco dopo l'entrata, pronto a conoscere tutti i restanti del gruppo.
Zambelli guardava attentamente i due ragazzi che avevano due espressioni ben diverse: il minore era bianco, lo fissava da testa a piedi e aveva gli occhi sgranati, Benjamin invece aveva un sorriso da ebete sopra le labbra e fissava il più piccolo con occhi dolci.
"Vi conoscete?" Si decise a parlare Zambelli.
"Posso dire che abbiamo avuto uno strano incontro e forse anche troppo ravvicinato." Ammiccò Benjamin, non togliendo lo sguardo dal minore che aveva iniziato a muoversi a disagio.
"Va bene, pensiamo alle presentazioni dopo." Disse Yuri. "Iniziamo a festeggiare?" Propose poi, ricevendo il consenso da tutti i ragazzi della compagnia per poi guardare Federico, in cerca di spiegazioni.
Il minore lo guardò, facendogli capire che dopo avrebbero parlato senza troppe esitazioni.
Benjamin si sedè accanto a Federico, anche se questo non riusciva a non essere in imbarazzo.
Sapeva che non ne aveva motivo, che non era utile in quel momento, ma come poteva non sentirsi tale quando la sera prima era andato a letto con lui?
Si era lasciato baciare, oltrepassare il limite del consenso, come faceva a non sentirsi in imbarazzo e soggezione?
La mano del più grande lo fece trasalire, così girò il volto e guardò prima la mano sopra la sua gamba e Benjamin che sorrideva.
"Va tutto bene?" Chiese il moro.
"Sì." Disse Federico, abbozzando un sorriso.

Federico doveva ammettere a sé stesso che quella serata non era stata poi così male: aveva avuto modo di parlare con Benjamin, di conoscere lo stretto necessario e di divertirsi in compagnia dei suoi amici come non faceva da tempo.
Nel ristorante era inserito anche una piccola parte per il karaoke, così senza pensarci troppo il minore si alzò ed iniziò ad intonare le note di una canzone che rappresentava una parte di lui: quel momento voleva goderselo a pieno, tenendo gli occhi chiusi e il volto rilassato mentre le urla di approvazione invasero la sala.
Come purtroppo tutte le cose belle, era arrivato il momento di tornare a casa anche per Federico e questo, dopo aver afferrato il telefono e le chiavi di casa, si diresse fuori all'uscita della grande villa per vedere quella spiaggia che tanto amava.
"Federico!" Sentì una voce poco distante da lui e, una volta essersi girato, sorrise nel vedere il moro andare nella sua direzione.
Teneva una sigaretta stretta tra le labbra e quel solito sorriso che non accennava ad andarsene.
"Grazie per, insomma, avermi trattato bene." Disse Benjamin.
"Scusami tu più che altro per il mio comportamento burbero di questa mattina.
Purtroppo non mi è mai capitato di svegliarmi in un letto non mio assieme ad un ragazzo di cui non so nemmeno il nome, probabilmente ho esagerato con le parole quando sei stato così carino per non avermi lasciato per strada una volta terminato il piacere." Disse Federico, mentre vedeva il maggiore tirare un soffio dalla sigaretta, estraendo dalla tasca destra dei pantaloni eleganti un biglietto bianco mal ridotto.
"Ho pensato di scriverti il mio numero su questo foglietto, almeno possiamo sentirci se ti va." Disse Benjamin. "Dico sul serio, mi piacerebbe rivederti e uscire con te, anche a prendere semplicemente un caffè o tutto quel che vuoi." Aggiunse. "Voglio rivederti, Federico." Continuò. "Ti chiedo gentilmente di farci un pensiero, va bene?" Concluse, per poi avvicinarsi all'altro.
Forse esitando troppo, diede un bacio in guancia al più piccolo che rimase sorpreso a quel gesto.
"Pensaci." Disse, ancora, Benjamin prima di fargli l'occhiolino e sparire nel buio della notte.
Ne valeva davvero la pena?

----------------------------
Ehi💘
Eccomi tornata con un nuovo percorso della mia vita e spero di condividerlo con la maggior parte di voi!
Innanzitutto, mi presento per chi legge la prima volta le mie storie: mi chiamo Valentina, ho quasi quattordici anni e sono di Roma.
Questa storia è un po' particolare come si è potuto leggere dal primo capitolo.
Benjamin e Federico si sono conosciuti andando a letto assieme, piano piano scoprirete le varie parti del loro carattere.
E secondo voi, Federico riuscirà a ricredersi nell'argomento "anima gemella"?
Sto cercando di pubblicare tutti i giorni anche se mi risulta un po' complicato per la scuola e tutto ciò che la comprende, a giugno avrò gli esami e per questo sono un po' sotto stress, ma il tempo da dedicare alla scrittura ce l'ho!
Potete contattarmi nei vari social, se avete intenzione di conoscermi meglio o chiedermi qualcosa inerente alle storie o meno:
Instagram - profilo privato: @/xxvals_ ; pagina per i bimbi: @/lealideifenji
Twitter - @/coccolamjvfede
Un abbraccio, a presto🌻

Sguardi || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora