Capitolo 13.

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Un nuovo giorno era iniziato nella città di Santo Domingo: come ormai da giorni a questa parte, le strade si stavano riempiendo di macchine e di cittadini intenti a raggiungere le spiagge, seppure fossero soltanto le dieci del mattino.
La sera precedente i due ragazzi avevano trascorso una bellissima serata al sushi con gli amici, erano riusciti a sorridere assieme a loro come facevano da tempo e in Benjamin qualcosa era cambiato.
Tutte le sue certezze si erano concretizzate, tutte le sue certezze su Federico.
Durante la notte non era riuscito a chiudere occhio: come promesso al più piccolo, anche quella sera era rimasto a dormire da lui e lo aveva riempito di baci come poche volte nella sua vita.
Non credeva che tutto questo fosse sbagliato, stavano correndo troppo?
Vorrà dire che i freni dei loro sentimenti si erano già rotti in partenza, non c'era tanto da pensarci su.
Eppure Benjamin lo faceva, lo faceva perché voleva conoscere tutte le parti di Federico a lui sconosciute.
Il moro non aveva affatto un passato semplice, aveva sofferto nella sua famiglia e nessuno ora poteva impedirgli di provare con la persona che lo faceva stare bene.
Federico lo aveva fatto diventare qualcuno migliore, e non poteva che essere felice.

Il più piccolo si era da poco svegliato e stranamente non trovò, come sempre, Benjamin al suo fianco.
Lentamente si alzò ed indossò la prima maglietta che aveva trovato nell'armadio, scendendo al piano di sotto dove vide Benjamin intento a preparare il caffè.
Quest'ultimo si voltò e sorrise vedendo Federico dirigersi verso di lui: mise le mani sui fianchi del bianco, tirandolo a lui prima di lasciargli un bacio casto sopra le sue labbra.
"Buongiorno, ti sto preparando il caffè." Sorrise il più basso.
"Grazie mille." Disse Federico, incastrando la testa nell'incavo del collo di Benjamin anche se con un po' di fatica data la differenza di altezza.
Il moro ridacchiò, accarezzando la vita magra di Federico.
"Purtroppo dopo questa colazione è ora, anche per me, di tornare a casa. Oggi pomeriggio sarò impegnato tutto il tempo con Zambo, mi ha chiesto di ordinare la casa che è sempre un porcile." Disse Benjamin. "Se vuoi, andiamo a mangiare in un pub o ci vediamo direttamente dopo cena." Aggiunse.
"Andiamo a fare un giro in macchina?" Propose Federico.
Gli occhi del moro brillarono prima di annuire, anche se la sua idea era un'altra.
Senza perdersi in chiacchiere, il caffè venne su e poterono gustare un buon cappuccino preparato da Benjamin che, stranamente, si era impegnato.
"Mi piace passare le giornate con te." Disse Federico, rompendo quella tensione creata.
Il moro terminò il cappuccino e sorrise al più piccolo: lo portò in mezzo alle sue gambe, iniziando a lasciargli baci e morsi sul collo abbronzato.
"A me invece fa piacere sapere che tu pensi queste cose, cerco di dare il meglio di me stesso per dimostrarti che non sono così male." Disse Benjamin. "Ho tante cose da dirti sulla mia vita, spero tu possa avere anche questo interesse." Aggiunse.
"Mi piacerebbe scoprire più cose sulla tua vita, tu sai tanto di me ed io poco di te. Non pensi sia ingiusto?" Ridacchiò il più piccolo.
Benjamin guardò l'orologio posto sul mobile accanto a loro, notando che era quasi giunta l'ora di tornare a casa per non far preoccupare Zambelli della sua lunga assenza.
"Io devo andare via, ci sentiamo oggi pomeriggio?" Chiese Benjamin, prendendo la maglietta e le chiavi di casa.
"Certo." Sorrise il più piccolo, dandogli poi un bacio lungo. "A stasera?" Aggiunse.
"A stasera." Confermò Benjamin prima di chiudere la porta alle sue spalle.

Durante il pomeriggio Federico si annoiò molto: non aveva tanta voglia di andare in spiaggia, per questo aveva chiesto a diversi suoi amici di raggiungerlo ma tutti erano impegnati in altre attività più interessanti delle sue.
Decise quindi di iniziare a cercare sopra vari siti il film che aveva sempre voluto vedere, ovvero "Call me by your name".
Federico rimase perso nel guardare i personaggi, la trama e tutto ciò che accomunavano quel film.
Non poteva negare che desiderava tanto essere il protagonista, assieme a Benjamin.
Loro due a vivere una favola che desideravano.
Nelle ore del pomeriggio i due si erano sentiti poco o quasi per niente, non come il minore si aspettava: che si era già stufato di passare del tempo con lui?
A distrarlo dai suoi pensieri fu il campanello e, di corsa, raggiunse la porta: lentamente la aprì e sorrise vedendo Benjamin sulla soglia.
"Sono riuscito a liberarmi prima dei miei impegni per portarti a fare una passeggiata." Disse il moro, prendendo la mano del ragazzo davanti a lui.
Federico la portò alle labbra e ci lasciò un bacio sopra, dopodiché prese le chiavi di casa con il cellulare ed uscì dalla dimora, accettando la proposta dell'altro.
Una volta usciti nel viale, Federico vide la moto del più grande e si bloccò nel bel mezzo della strada.
Dopo non poche repliche da parte del bianco, Benjamin riuscì a convincerlo nel salire in sella e così raggiunsero il parco più bello della città.
La distesa verde era immensa, tanti alberi contornavano tale meraviglia e le panchine non erano da meno.
Le fontane c'erano, il leggero suono dei rami degli alberi infrangeva quel silenzio rilassante e tombale.
"Io di me ti ho già raccontato tanto, vorrei sapere anche alcuni lati del tuo carattere." Disse Federico. "Parlami della tua vita, dei tuoi hobby." Aggiunse.
"Su di me non c'è tanto da sapere. Amo fotografare le persone, le piante e i tramonti, penso che con la fotografia si possano immortalare momenti neravigliosi e che resteranno sempre impressi in questo modo senza cambiare mai." Disse Benjamin, camminando lentamente. "Mi piace tanto anche la pittura, penso che con i quadri si possano esprimere sentimenti che si hanno dentro senza problemi e paura di essere scoperti." Continuò. "Sono venuto a Santo Domingo due mesi fa, ma non solo perché avevo intenzione di passare l'estate qui, soltanto mio cugino sa la realtà e ho intenzione di parlarne con te. Mentre abitavo a Modena, mi sentivo strano, non sentivo più che quello fosse il mio posto. Avevo un ragazzo lì, come già ti avevo anticipato, ma con lui non ci fu nulla oltre ad un bacio e delle uscite; stavamo insieme da due anni, lui conosceva ogni parte di me ed io conoscevo tutto di lui. Avevo provato più di una volta ad andare oltre, non mi bastava più sentirlo accanto e lo volevo concretamente e anche mentalmente mio. Lui mi rifiutava e sono venuto a scoprire che intanto stava con un altro ragazzo." Aggiunse. "Lui aveva tradito sia me che il suo fidanzato, in un certo senso." Concluse.
"E da lì, ti sei trasferito qui?" Chiese il bianco.
"È stato terribile abbandonare i miei amici, la mia vita e tutto quanto. Ma ho dovuto farlo, la città rideva di me e fidati che non sono forte come faccio vedere in giro. Sentirsi prendere in giro perché magicamente tutta Modena sapeva delle tue corna, non è bellissimo." Disse il più grande. "Da lì ho smesso di credere nell'amore, la mia famiglia non era a conoscenza di questo anche perché i rapporti stavano iniziando a crollare. Hai presente quando ti senti escluso, che nessuno ti vuole bene senza sapere il perché? La mia famiglia faceva questo. Quanti sorrisi falsi mi hanno mandato? Quante cattiverie mi hanno fatto? Ho cicatrici ovunque nel mio cuore." Aggiunse. "Volevo soltanto sparire, e così ho fatto." Concluse, sedendosi sulla panchina.
Federico si mise seduto sopra le sue gambe, dandogli un bacio sulle labbra.
"Ti posso capire, sai?" Chiese il più piccolo. "Tranne che per me è stato differente. Ero uscito più volte con un ragazzo che frequentava la mia stessa università, l'unico problema era che lui non era omosessuale, perciò se uscivamo era da semplici amici. Mi sono allontanato dalla mia città anche per questo, non volevo continuare a far crescere i miei sentimenti verso chi non provava nulla per me, e trasferendomi qui sono riuscito a dimenticarlo." Aggiunse. "Per lui non provo niente, ormai è tutto finito." Continuò.
"E come mai ti rechi spesso a quella discoteca?" Chiese Benjamin. "Ti vedevo sempre lì." Aggiunse.
"A me piace andare in discoteca semplicemente perché posso essere me stesso, senza troppe paure o altro. Dentro i drink riesco a sentirmi vivo ed è una bella sensazione, sempre nei limiti però." Disse il minore.
"E vorresti mai innamorarti, di nuovo?" Domandò l'altro.
"L'amore arriva quando meno te lo aspetti." Gli disse Federico. "Ma forse io lo sto trovando." Concluse, facendo unire le loro labbra.

Sguardi || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora