Finalmente quella settimana straziante per le persone che ancora dovevano lavorare era giunta al termine.
Il weekend era alle porte, tutto normale per un semplice venerdì pomeriggio.
Semplice per alcuni, ma non per Federico e Benjamin.
Quei due ragazzi si erano trovati due giorni prima a parlare della loro vita passata, a scambiarsi quelle chiacchiere che non erano mai di troppo improvvisando qualche bacio che non dava mai fastidio.
Il moro aveva iniziato a scoprire sempre più parti dell'altro, iniziavano a conoscersi sempre di più; quest'ultimo aveva sempre pensato che ogni persona porta con sé un mondo particolare che rende bellissimo anche la cosa più semplice.
Federico era una persona solare, il suo sorriso ti arriva dritto al cuore come un proiettile e i suoi occhi, da subito, hanno fregato il cuore di Benjamin tanto a spingerlo nel conoscerlo.
A volte da una notte di sesso tra ubriachi, si possono trovare persone speciali.Quel venerdì pomeriggio Benjamin aveva proposto al più piccolo di raggiungere il parco di Santo Domingo: le temperature erano elevate, le spiagge erano piene di persone e a maggior ragione al moro passava la voglia di andarci.
Odiava stare con tutte quelle persone che ti vengono addosso senza chiedere scusa, che urlano troppo o che fanno casino.
Aveva sempre preferito la pace, anche se le sue avventure in discoteca dimostravano il contrario.
"Non riesco ancora a capire perché oggi non siamo voluti andare in spiaggia con Yuri e gli altri, il sole brucia!" Disse, esasperato, Federico che portava con sé un asciugamano da mettere sul prato.
"Federico, te l'ho già detto, tu potevi benissimo andarci ma io sarei comunque venuto qui." Disse Benjamin, con tono calmo. "Che ne dici di metterci sotto quel punto d'ombra?" Propose.
Federico guardò dritto davanti a lui ed annuì, raggiungendo la parte di prato in cui non batteva il sole.
"Ti dispiace se mi tolgo la maglietta?" Domandò il bianco, una volta seduto.
"No, tranquillo." Sorrise Benjamin.
Quest'ultimo guardò lentamente Federico togliersi la maglietta, i capelli cadevano disordinati lungo la sua fronte e i tatuaggi erano numerosi.
Il petto era scolpito, la clavicola era ben in vista esattamente come le vene lungo le braccia e le mani.
Senza rendersene conto, si morse il labbro inferiore facendo scorrere il suo sguardo lungo il più piccolo, che nel frattempo si era sdraiato lungo il grande asciugamano blu.
"Che fai? Non ti avvicini?" Chiese Federico, aprendo le sue iridi azzurre che aveva tenuto chiuse per qualche istante.
Benjamin annuì, mettendo una gamba intorno al bacino dell'altro: avvicinò i loro volti mentre con una mano accarezzava quello del minore.
"In questi giorni ti sto osservando attentamente, guardo ogni tuo lineamento e particolare." Iniziò a parlare il maggiore. "Per questo, ti posso dire questa cosa senza problemi o giri di parole: sei bellissimo. Bellissimo sia dentro che fuori." Aggiunse.
Federico sorrise imbarazzato, sentendo il calore dell'altro lungo tutto il suo corpo.
"Sei felice di registrare la prima scena del film?" Chiese Benjamin.
"Sono felicissimo, più che altro non vedo l'ora di mostrarti il lato migliore di me." Disse Federico.
"Perché, non me lo stai facendo vedere di già?" Disse il maggiore.
"Oh..." sussurrò il bianco, imbarazzato e rosso in viso.
A interrompere quel momento di totale imbarazzato fu proprio Benjamin, che lo spinse più sull'erba e lo baciò ripetutamente sulle labbra.
I baci erano intesi, le lingue si erano incontrate e danzavano sopra una melodia del tutto immaginaria.
Entrambi sentivano un mix di emozioni nel petto, non sapevano quale nome dargli ma una cosa era certa: tutto era positivo da quando uno era entrato nella vita dell'altro.
Le mani del moro erano posizionate salde sulla vita nuda di Federico, che intanto lasciava carezze lungo il braccio tatuato fino a salire lungo la spalla, coperta di poco dalla canottiera che per compiere quel gesto si era spostata.
Lentamente scendeva lungo la schiena e poi risaliva, tenendo sempre le labbra premute contro quelle di Benjamin.
"Tu pensi che sia sbagliato tutto questo?" Domandò Federico, sulle labbra dell'altro che intanto aveva preso il suo labbro inferiore fra i denti per poi lasciarlo e dedicarsi al collo.
"Non credo che ci siano cose giuste o cose sbagliate." Disse Benjamin. "Se qualcosa ti fa stare bene, perché dovrebbe essere sbagliato? Se qualcosa ti fa sorridere, non è sbagliato." Aggiunse.
"Cosa pensi di questa situazione, invece?" Chiese il minore, lasciando più spazio all'altro sopra il suo collo.
"Penso che stiamo vivendo la nostra vita a pieno, che non stiamo facendo nulla di male a dimostrarci affetto." Continuò il moro.
Federico fermò i suoi movimenti, facendo incontrare i loro occhi dopo attimi infiniti.
"No, Benjamin, è qui che ti sbagli. Ti sbagli di grosso perché non siamo amici, non possiamo definirci tali. Degli amici secondo te si baciano? Stanno così assieme? Vanno a letto?" Domandò, retorico, il bianco. "Quello che ci dimostriamo non è semplice affetto, perché io non provo questo nei tuoi confronti. Quando ti sto vicino o ti bacio, sento il cuore che mi batte contro la gabbia toracica voglioso di uscire e posizionarsi fra le tue mani." Aggiunse. "Stai iniziando a piacermi Benjamin, e penso proprio di incominciare a provare di qualcosa di più forte verso di te anche se non sarà ricambiato."
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Sguardi || Fenji
FanfictionFederico Rossi, giovane ventiquattrenne spensierato e solare, raggiunge sempre la solita discoteca assieme ai suoi amici, nonché il MO.MA Da due mesi a questa parte, ci sono degli occhioni profondi che lo scrutano e non pochi erano gli sguardi lanci...