Capitolo 44.

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Nella testa di Benjamin continuava a risuonare la sirena delle numerose ambulanze che stavano raggiungendo il luogo del brutto incidente e non perse tempo nel cercare di raggiungere il suo fidanzato a terra, ma le guardie glielo stavano impedendo del tutto.
Federico era a terra, con gli occhi chiusi e delle macchine attorno, il corpo era quasi sovrastato da una macchina ma per loro fortuna era stata buttata via durante la caduta dell'altra.
Benjamin potè vedere il suo fidanzato soltanto quando lo presero e lo portarono all'interno dell'ambulanza, dove raggiunsero l'ospedale in fretta e furia.

Spesso la vita non ci riserva tutti i fiori dell'universo, anche perché la maggior parte di questi hanno delle spine.
Benjamin si sentiva tremendamente in colpa per quello che aveva fatto al suo fidanzato, sapeva che Federico lo stava spiando: riusciva a sentire la sua presenza nella stanza.
Si continuava a dare mentalmente dello stupido per quel che aveva fatto, per aver accettato la proposta dii Richard.
Per sua fortuna non ci volle molto tempo nel veder correre tra l'ospedale dalle pareti bianche tutti i loro amici: Yuri corse davanti alla porta della stanza in cui Federico era all'interno da ben un'ora, ma delle infermiere lo bloccarono e per questo dovette tornare dagli altri.
Quando il migliore amico del bianco incontrò gli occhi di Benjamin, dove non c'era ormai nessuna emozione se non quella della colpa, quest'ultimo rabbrividì.
"Sei stato tu." Sibilò a denti stretti Yuri, scaraventandosi sopra al corpo del moro. Mise una mano sotto al collo dell'altro, il quale sentì l'aria mancare dentro ai suoi polmoni. "Che cosa gli hai fatto?" Aggiunse.
"I- Io non so c- che cosa a- abbia v- visto o s- sentito..." cercò di giustificarsi il maggiore, ma la presa di Yuri stava diventando troppo potente.
Zambelli fermò i due ragazzi, sapendo che se Benjamin fosse uscito di testa, qualcuno si sarebbe fatto del male.
Quest'ultimo era in piena balia delle sue colpe, si sentiva così male per quello che era successo.
Delle lacrime incominciarono a scendere dai suoi occhi, il suo corpo venne continuamente scosso da singhiozzi e non riuscì a calmarsi nemmeno quando il suo migliore amico lo strinse: sentiva gli occhi di tutti bruciare sopra di lui, come se sapessero già di chi fosse la colpa più grande.
Benjamin, tutto questo, non se lo sarebbe mai perdonato ma l'unica cosa da fare in quel momento era quella di pregare affinché Federico aprisse gli occhi.

Le ore passavano strazianti in quella sala d'attesa, Benjamin ormai sentiva il tempo logorare il suo cuore e si stava per addormentare sulla sedia, ma un medico lo fece sobbalzare, lo stesso che si stava occupando della vita del suo fidanzato.
"Fra di voi c'è qualche parente del signor Rossi?" Chiese il dottore, guardando attentamente tutti i presenti assonnati.
"Di parenti non ci sono, però io sono il fidanzato." Disse Benjamin. "Va bene lo stesso?" Aggiunse.
Il dottore sospirò ed annuì, portando il moro un po' lontano dal gruppo di amici che intanto stavano guardando la sala come se potessero cercare qualcosa dove aggrapparsi per far vivere la speranza.
"L'incidente è stato davvero brutto, un ragazzo dei presenti ha anche rimesso la vita. Abbiamo provato a salvarlo ma è stato tutto inutile, esattamente come gli altri guidatori che hanno riportato delle ferite gravi e che, purtroppo, resteranno in eterno." Disse il dottore, sistemando il suo camice bianco. "Diciamo che Federico è stato fortunato, uno dei pochi se non l'unico a salvarsi da questo incidente." Aggiunse. "Abbiamo fatto degli accertamenti e ha preso solo una botta alla testa, la quale gli ha procurato la perdita di sensi. In questo momento Federico è ancora in stato dormiente, abbiamo dato un calmante al suo fidanzato nel preciso istante in cui siamo entrati nella stanza per via dei suoi lamenti." Concluse.
"Quindi era sveglio, una volta entrato in ospedale?" Chiese Benjamin.
"Era sveglio pure mentre stava a terra, in barella però stava crollando e per questo il signorino non ha parlato con lei." Spiegò il dottore. "In ogni caso, è possibile vederlo ed entrare nella stanza uno alla volta." Aggiunse.
Il maggiore ringraziò il signore disponibile e corse dai suoi amici a comunicare questa notizia: concordato da tutti, Benjamin raggiunse la stanza dove Federico stava dormendo ed aprì la porta.
Trovò il suo fidanzato con varie cicatrici sul petto scoperto, numerosi macchinari erano posti sulle braccia e l'ossigeno entrava direttamente nelle narici per evitare di farlo mancare.
Benjamin sentì le gambe cedere quando lo vide così, prese una sedia e si sedè vicino al lettino del minore.
Il suo volto era pallido, forse anche troppo, ed ancora una volta il moro scoppiò a piangere: prese una mano del suo fidanzato e la strinse, cercando invano di evitare le lacrime che scendevano copiose dai suoi occhi.
"Mi sento uno schifo, Federico. Se tu sei sopra a questo lettino è soltanto perché sono stato uno scemo ad accettare la proposta di Richard." Disse Benjamin. "Ed ora ti spiego anche il perché l'ho fatto, perché soltanto in questo momento sono capace a parlare senza paura. Richard mi aveva proposto una serata a casa sua senza spiegare nei dettagli tutto, io ero partito con l'intento di scendere a compromessi e così fu stato: se io fossi andato a casa sua, lui ci avrebbe lasciati in pace, ma forse non dovevo fidarmi di lui." Aggiunse, con i singhiozzi che facevano tremare il suo corpo. "Evito di raccontarti il resto perché già lo sai, so che tu eri dentro quello sgabuzzino anche perché sentivo la tua presenza. - sorrise appena, pensando a quanto il suo fidanzato fosse stupido a fare una cosa così rischiosa - Ho accettato di far sesso con lui per evitare il dolore che possa farti provare in futuro, Richard mi ha minacciato e ha detto che potrebbe farti del male. Come potrei vivere tranquillo sapendo che un pazzo del genere potrebbe farti del male da un momento all'altro? Eppure ho rifiutato, poco prima dell'incidente che hai avuto. Sentivo che sarebbe successo qualcosa e proprio per colpa mia." Continuò il moro, che piangeva ormai a dirotto. "Sopra quel lettino ci devo essere io, non tu. Avevo promesso di proteggerti, eppure al primo passo falso ti ho fatto del male." Aggiunse. "Non potrò mai perdonarmi questa cosa e spero che tu potrai fare lo stesso, uno come me non merita un ragazzo così speciale al suo fianco." Disse poi. "Non ti dico che mi dispiace perché non serve a niente, serve soltanto sapere che se in futuro ti dovrai sfogare su qualcuno, su i problemi che l'incidente potrà portarti quando sarai più grande, sappi che l'unica anima che devi maledire sono io. La rovina della tua vita sono io Federico, è colpa mia se ora stai così." Concluse il suo piccolo discorso, tenendo ancora più stretta la mano del suo fidanzato.
Sentiva i sensi di colpa buttarsi sopra al suo cuore, facendolo sentire ancora peggio per ciò che aveva fatto.
"Chissà perché, invece, da quando ci sei tu mi sento migliore. Non darti colpe che non hai, Benjamin, non farlo."

Sguardi || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora