Capitolo 43.

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La settimana che la coppia aveva a disposizione era, purtroppo, giunta al termine: per entrambi era arrivata l'ora di tornare nella vita reale ed affrontare i veri problemi.
In quei giorni trascorsi ai Caraibi, Benjamin non aveva mai aperto un discorso che spesso lo tormentava, che lo aveva fatto piangere più di una volta.
Federico, per sua fortuna o sfortuna, non era assolutamente stupido ed alle cose riusciva ad arrivarci in fretta: aveva capito che la telefonata con Richard aveva scosso qualcosa di brutto in Benjamin, lo aveva capito quando quest'ultimo si era messo ad urlare una serata mentre stavano al ristorante e teneva il telefono attaccato all'orecchio destro.
Federico sapeva che Richard voleva il suo fidanzato, cercava qualsiasi scusante per averlo a casa e per farlo suo e riprendere quel rapporto che era nato in quei mesi, che sia di amicizia o altro.
Il moro era contrario a questo, però, e tutto ciò risultava strano al minore che incominciava a porsi delle domande: perché mai vorrebbe perdere un amico se in passato ci fosse stato soltanto del sesso senza sentimenti?
Non poteva dare una risposta a questa sua domanda, nessuno poteva risolvere i suoi dubbi.
Soltanto il maggiore ne era in grado, ma quest'ultimo gli aveva fatto capire che era una questione da dover risolvere solo, senza aiuto di nessuno.
Eppure Federico era testardo, talmente testardo che non si era lasciato abbindolare da ciò che Benjamin gli raccontava.
Il bianco avrebbe lottato per il suo fidanzato, aveva imparato a tenerlo stretto e non voleva perderlo.

Il primo giorno di ritorno a Santo Domingo fu duro davvero per i due ragazzi che, una volta aver messo piede al centro della città, i loro amici erano corsi incontro a questi e avevano incominciato a rimproverarli per ciò che avevano fatto.
Dopo questo iniziale sfogo, i loro amici erano rimasti felici di averli rivisti e si erano promessi la sera stessa di andare in discoteca, la stessa in cui Benjamin e Federico si erano visti e conosciuti, e avrebbero festeggiato il ritorno della coppia.
Per loro sfortuna, però, Benjamin aveva comunicato che doveva sbrigare delle commissioni e per questo si era rifiutato di andare: di conseguenza anche Federico aveva rifiutato dicendo che voleva riposare un po', anche se i suoi intenti erano diversi.

Erano da poco passate le otto e mezza di sera, Federico aveva preparato al suo fidanzato un piatto fatto a base di pesce fresco e il moro ne rimase davvero contento.
"Piccolino, che hai?" Domandò Benjamin, vedendo il minore troppo perso a fissare il vuoto.
Il bianco alzò gli occhi ed incontrò quelli di Benjamin, che rabbrividì quando vide quelli di Federico meno illuminati rispetto alle settimane trascorse ai Caraibi.
"Sono soltanto stanco, non preoccuparti." Disse Federico, prima di allacciare le braccia attorno al collo del suo fidanzato e tirarlo al suo corpo.
Benjamin fece unire le loro labbra, contatto interrotto dal suo telefono che prese a vibrare: estrasse il cellulare dalla tasca e lesse il messaggio ricevuto, sistemando l'oggetto poi in tasca e togliendo il contatto con il suo fidanzato.
"Mi tocca andare, ci metterò poche ore." Sorrise Benjamin. "Se hai sonno, non ti stancare troppo ad aspettarmi e dormi." Aggiunse. "Poi ti coccolo quando tornerò." Concluse, prima di farsi accompagnare dal suo fidanzato e far unire le labbra in un bacio a stampo. "Ci vediamo dopo." Disse poi, uscendo dalla stanza.
"Non ti preoccupare Benjamin, so già cosa farò in queste ore della tua assenza." Disse a sé stesso, prendendo le chiavi della macchina e il telefono nelle tasche.

La luna stava sorgendo dietro i palazzi di Santo Domingo, le stelle iniziavano a contornare il blu del cielo.
Benjamin percorreva una strada che aveva imparato a memoria per quante volte l'aveva percorsa nel raggiungere casa di Richard.
Guardava dietro alle sue spalle per accertarsi che nessuno lo stesse seguendo, ma qualcuno era più furbo di lui e aveva già pensato a come agire.
Il moro, dopo aver raggiunto casa del ragazzo, bussò alla porta e non si sorprese nel vedere il suo amico poggiato allo stipite della porta con soltanto dei boxer addosso.
"Pensavo fossi ironico quando mi avevi confermato l'invito." Ridacchiò Richard. "Ed invece sei qui." Aggiunse, diventando serio. "Entra." Continuò.
Benjamin lasciò la porta socchiusa, per poi seguire il ragazzo al centro della stanza ricoperta dal legno.
Una terza persona, però, approfittò del momento in cui i due si spostavano per raggiungere una piccola stanzetta sotto le scale in legno per poter origliare.
"Senti Richard, non incominciare a farti strane idee perché non sono venuto qui per quel che credi. Ho deciso di raggiungerti per porre fine a questa storia che sta andando avanti da quando ho conosciuto Federico." Iniziò a parlare Benjamin. "Non ho intenzione di perdere questa relazione importante per te che ti metti sempre in mezzo per rovinare ogni momento dedicato a noi, quando sto con Federico tu sei geloso e mi da fastidio vederti così." Aggiunse, raggiungendo Richard. "Per questo, qui lo dico e non voglio ripeterlo una seconda volta in futuro, restiamo amici ed evita di comportarti da ragazzo isterico." Concluse.
"Federico ti farà solo che del male, non è il ragazzo che credi." Disse Richard, assottigliando gli occhi. "Non ci tiene a te. Gli sei andato sotto durante le ore in discoteca, è caduto ai tuoi piedi perché sei bello e tu hai fatto la stessa cosa. Quando capirai che hai bisogno di una persona che ti ami davvero?" Continuò. "E quella persona sono proprio io." Concluse.
"Tu non mi interessi più, Richard. Sei un bel ragazzo, ma non sei la persona che in futuro vorrei al mio fianco." Aggiunse.
Richard ghignò prima di battere la lingua sul palato ed incrociare le braccia.
"Certo Benjamin, mi hai convinto, vi lascerò stare." Disse il ragazzo e per poco il moro non esultò dalla gioia. "Ma ad una condizione." Continuò. "Questa sera, devi far sesso con me." Aggiunse. "Dimostrami che non desideri più il mio corpo." Concluse.
"Sai che non posso e non voglio farlo." Disse Benjamin. "Un bacio potevo capirlo, ma sesso no. Non vado più a letto con persone di cui non m'importa e con cui non ho rapporti sentimentali." Aggiunse.
"Federico ti ha infilato cose in testa, stai diventando così stupido come lui." Disse Richard. "Tu sei sempre stato quel ragazzo che amava far sesso, perché sei cambiato?" Aggiunse.
"Perché mi reputo una persona migliore." Sputò Benjamin.
"Perfetto, allora sappi che non vi lascerò mai in pace e qualcuno si farà male." Lo minacciò Richard. "Tu non sai di cosa sono capace." Aggiunse.
"Tu Federico non lo toccherai, hai capito?" Disse, a denti stretti, il moro. "Va bene, verrò a letto con te, ma non toccare Federico e sopratutto non dovrà mai saperlo." Aggiunse.
Richard lo guardò malizioso prima di annuire e portarlo in camera, non consapevoli del fatto che dei singhiozzi stavano uscendo dal corpo di Federico rimasto ad ascoltare la conversazione.
Il minore uscì dalla stanza senza far rumore ed uscì successivamente dalla porta: una volta essere sceso in strada, raggiunse uno dei bar più vicini e chiese una birra con gli occhi del tutto arrossati e pieni di lacrime.
Entrò in macchina ed aprì la birra con l'apribottiglia preso al ristorante: prese un sorso, poi due, poi tre e con il petto pesante e le lacrime a scendere sul suo volto bianco iniziò a guidare, finendo sulla corsia sbagliata.

"Quanto mi eri mancato..." sussurrò Richard mentre baciava il corpo di Benjamin sopra di lui.
Quest'ultimo era già stufo della situazione, si sentiva schifato nel sentire Richard che lo toccava e se tutto ciò fosse successo qualche mese prima, avrebbe potuto confermare che tutto questo era fottutamente eccitante.
Benjamin, dentro di lui, sentiva però una strana sensazione all'altezza del cuore: forse la consapevolezza di star sbagliando, pensava, ma non poteva permettere che Richard potesse far del male al suo fidanzato.
Fece appello a tutte le sue forze e, in maniera quasi brusca, lo allontanò dal suo corpo.
"Richard, non me la sento." Disse il maggiore. "Sta per succedere qualcosa." Aggiunse.
"Sta per succedere che stiamo per fare sesso, quindi spogliati e scopiamo." Disse il ragazzo, pronto a togliere i jeans all'altro.
Benjamin chiuse gli occhi, ma un forte botto lo fece svegliare: il frenare di una e più macchine entrò nelle sue orecchie e per questo si precipitò a prendere la sua maglietta.
Seguito da Richard, uscì in strada e sentì due ambulanze raggiungere il luogo del, purtroppo brusco, incidente.
Benjamin guardò attentamente la scena e cadde a terra, con le ginocchia sopra l'asfalto nero, quando vide che in mezzo a quell'ammasso di rottami c'era anche la macchina di Federico ed un corpo steso a terra.
Federico.

Sguardi || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora