Capitolo 4.

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Un nuovo giorno aveva appena preso vita nella città di Santo Domingo: il sole alto regnava sereno mentre le ore passavano in fretta nel grande orologio.
Erano da poco giunte le quattro, tutti gli abitanti di quella meravigliosa città si stavano recando sulle spiagge, pronti a vivere quei pochi attimi di relax.
Non troppo distante dalla spiaggia c'era un ragazzo dai capelli bianchi e gli occhi azzurri come il ghiaccio o, meglio dire, come il mare.
Teneva con sé il suo amato telefono mentre ascoltava diverse canzoni che avevano fatto parte della sua vita, dall'infanzia fino all'adolescenza.
I ricordi correvano nella sua mente come se fosse un maratona, tanti pezzi di flashback messi insieme.
Stava seduto sulla terrazza della sua casa, completamente senza maglia e gli occhiali da sole.
La sua pelle già abbronzata e piena di tatuaggi splendeva alla luce del giorno, stava vivendo un momento di puro riposo ed era felice che nessuno poteva disturbarlo.
Ma ad interrompere quel suo momento di pace fu il campanello, che prese a suonare senza sosta.
"È passato per caso l'angelo e ha detto amen?!" Parlò da solo Federico, prima di aprire la porta e, una volta vista la persona dietro questa, rischiò di cadere per la sorpresa.
"Vuoi un frullato?" Chiese la persona dietro la porta, tenendo in mano un bicchiere di plastica trasparente bello lungo e con una cannuccia all'interno.
Il minore, anche se involontariamente, sorrise.
"Certo." Rispose Federico, facendo entrare la persona dentro casa. "Benjamin, come fai a sapere dove abito?" Aggiunse, sedendosi sul divano in pelle marroncino mentre sorseggiava il frullato alla fragola.
"Ti ricordo che Zambo è mio cugino, a maggior ragione gli ho chiesto di portarmi qui perché dovevo parlarti di questioni nostre e lui ha accettato senza repliche." Disse Benjamin. "Ma sta tranquillo, non sa quello che abbiamo fatto la scorsa sera." Aggiunse. "O meglio, non ancora." Concluse.
"Volevo chiederti di non dirlo in giro, almeno fino a quando non sono certo pure io. Sai i pensieri e i pregiudizi che potrebbero darci?" Disse il bianco.
Benjamin, quasi infastidito, si alzò dal divano per chinarsi di fronte a Federico.
"Ma ti interessa così tanto il giudizio dei tuoi amici?" Disse il moro, fronteggiandolo.
"Sono miei amici, ci tengo ad avere un loro parere." Rispose l'altro.
"Questo va bene, ma la vita è tua e se vuoi portarti a letto tutti i ragazzi della discoteca a cui vai sempre sono affari tuoi." Disse il maggiore, alzandosi. "Non degli altri e tanto meno miei." Concluse.
"Sì ma Benjamin non ti scaldare." Disse Federico.
Il moro lo guardò, rendendosi conto del brutto tono che aveva usato.
"Scusa..." disse Benjamin, ricevendo un sorriso in cambio dal ragazzo seduto accanto a lui. "Parlami un po' di te, della tua vita." Aggiunse.
"Sono un giovane ragazzo dalla voglia di vivere, di fare rischi e godermi la vita. Ho un sogno nel cassetto, ovvero quello di entrare a far parte del mondo dello spettacolo e ci sto lavorando tanto bene e con costanza, per questo voglio dare il meglio di me." Disse Federico. "In più, mi sono trasferito a Santo Domingo con Yuri, mio fratello di vita." Concluse.
"Perché ti sei voluto trasferire qui? C'entra qualcosa con la tua vita passata?" Esitò a chiedere il maggiore.
"Un po' per gli studi e un po' per la mia vita in generale. Non sono mai stato un ragazzo accettato da qualcuno, venivo etichettato con tanti nomi diversi e questo non mi andava e non mi va giù." Disse il bianco. "Ma non è soltanto questo, tutto ciò è solo un briciolo di quello che ho passato." Aggiunse. "Forse più in là ti racconterò meglio." Sorrise poi, avvicinandosi all'altro. "Parlami di te ora." Concluse.
"Come sai sono il cugino di Zambo e sono venuto qui, per questi tre mesi d'estate, per passare del tempo con lui e fare nuove conoscenze. La mia passione più grande è la musica, amo suonare la chitarra e amo anche la fotografia, provando di volta in volta a fare quadri per qualcuno.
Non mi posso definire un ragazzo fortunato, non è mai stato il mio intento. Ho sempre avuto una famiglia accanto che mi sosteneva, che dava il meglio di loro per rendermi la persona che ora sono, anche se diverse questioni mi hanno reso la crescita complicata." Disse Benjamin. "Non permettere mai a nessuno di entrare troppo nel tuo corpo e di lasciare libera scelta, ricordati di essere sempre superiore e non basare mai la tua felicità su qualcun altro." Continuò.
"Non permetteresti a nessuno di prendere il tuo cuore? Nemmeno se fosse l'amore vero?" Domandò il minore, terminando il frullato.
"Federico, per me l'amore vero non esiste. Il Benjamin di una volta non esiste più, sono cresciuto ma non come volevano i miei, per questo mi hanno abbandonato." Disse il moro.
"Non ti senti di aver bisogno di qualcuno al tuo fianco?" Continuò a chiedere.
"Nemmeno cupido riuscirebbe a farmi cambiare idea." Disse Benjamin.
"E se cupido fossi io?" Rispose l'altro.
"A quel punto tutto sarebbe diverso."

Sguardi || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora