Capitolo 16.

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Anche quella giornata era, quasi, giunta al termine.
Il grande orologio posto nella casa di Federico segnava le otto meno un quarto: il proprietario stava sdraiato lungo il divano con gli occhiali da vista e un libro fra le mani.
Cercava di leggere quelle frasi messe tutte insieme con un collegamento logico mentre ascoltava la  musica in sottofondo dal suo televisore collegato al telefono.
Non riusciva a concentrarsi, teneva la matita fra i denti e ci lasciava qualche morso sopra, pensando alla bellissima giornata trascorsa.
Aveva registrato la prima scena del suo primo film, finalmente era riuscito a prendere un ruolo in qualche cosa e non poteva che esserne felice.
Lunedì sarebbe dovuto tornare lì per continuare la lunga sequela di scene, anche se non era poi così tanto entusiasta di dover condividere quel lavoro con Cole.
Quel ragazzo si era dimostrato, sin da subito, interessato a lui esteticamente ma sinceramente al bianco poco interessava: lui voleva soltanto una persona e poteva averla accanto in qualsiasi circostanza.
Lui si stava affezionando a Benjamin e di certo non voleva perderlo per uno come lui.
Ma lui sarebbe stato talmente forte a non cedere alle sue moine?

A distrarre il ragazzo dai suoi pensieri fu proprio il moro che lo raggiunse con soltanto un asciugamano bianco a coprire lo stretto necessario.
Il più grande, una volta andati a casa di Federico, aveva chiesto a quest'ultimo se poteva utilizzare il bagno per farsi una doccia non voglioso di tornare da suo cugino e se poteva prestargli un cambio pulito.
Il bianco aveva accettato senza troppe pretese, amava passare del tempo con il più grande e se anche questo significava averlo vicino per quelle ore in più che facevano la differenza, accettava.
Federico distolse lo sguardo dal libro che stava leggendo puntando poi i suoi occhi sul corpo bagnato di Benjamin.
Tante goccioline scendevano dal suo petto, le labbra erano gonfie e i capelli bagnati: teneva nella mano destra un asciugamano per fermare l'acqua che continuava a scendere, anche se con pochi risultati.
La sua pelle chiara brillava sotto la luce del sole, donava un tocco in più a quei numerosi tatuaggi e quei lineamenti che Federico avrebbe guardato in eterno.
Dopo attimi di silenzi, Benjamin decise di fare qualche passo verso di lui mentre abbassava lo sguardo imbarazzato, non capace di replicare.
"Avvicinati." Sussurrò il più piccolo.
Il moro lo raggiunse con passo più deciso, lasciandosi prendere la mano da Federico che se lo portò sopra.
"Ti sto bagnando tutti gli abiti, compreso il divano." Disse Benjamin, cercando di alzarsi anche se invano.
Il bianco lo guardò, togliendo la maglietta di troppo ed abbassando di poco i pantaloni.
Benjamin si morse il labbro, facendo scendere una mano sul suo asciugamano che stava cadendo per via dei vari spostamenti.
Il minore catturò le sue labbra, mettendo una mano dietro la nuca di Benjamin per farlo avvicinare di più: l'asciugamano cadde a terra così il più grande si sentì libero di stendersi meglio sopra il corpo di Federico che intanto faceva vagare le mani sopra la pelle chiara di Benjamin.
Questo sussultava alle sue carezze, scendeva sempre di più fino ad arrivare alle natiche e massaggiando, senza mai staccare le loro labbra.
Il campanello di casa suonò, facendo staccare Benjamin dal suo corpo con un mugolio di disapprovazione da parte di Federico che, svogliato, dovette rimettersi la maglietta e guardare il corpo del moro essere sovrapposto dall'asciugamano bianco.
Il maggiore raggiunse il piano superiore, non volendo farsi vedere così da nessuno: Federico, nel frattempo, si avvicinò alla porta e rimase sorpreso nel vedere Kourtney.
Questa era un ragazza dai lunghi capelli neri, la carnagione all'incirca come la sua con gli occhi azzurri simili ai suoi, tranne che andavano tendenti al blu elettrico.
Era una ragazza particolare, aveva un fisico perfetto e un sorriso mozzafiato, era una ragazza dalla statura media e Federico la considerava una bravissima persona a livello umano, sempre disponibile e simpatica.
L'aveva conosciuta i primi periodi a Santo Domingo, frequentavano gli stessi corsi ma poi lei si era trasferita dall'altra parte della città per terminare i suoi studi: era diventata una famosa make-up artist e il più piccolo doveva ammettere che era proprio brava.
"Kourtney, che bello rivederti!" Disse Federico, stringendo la ragazza in un caloroso abbraccio.
"È bellissimo anche per me. Cosa mi racconta il mio biondo tinto preferito?" Chiese la ragazza, dando un bacio sulla guancia al minore.
Nel frattempo, Benjamin aveva fatto il suo ingresso in salone e Kourtney si sorprese nel vedere il moro girovagare per casa con addosso gli abiti di Federico.
"Ti sto disturbando?" Domandò la più bassa, alludendo alla presenza di Benjamin.
"No, tranquilla." Sorrise Federico per poi voltarsi in direzione del più grande seduto sul divano a fissare il ragazzo. "Vieni, Ben?" Gli chiese il più piccolo.
A quelle parole, Benjamin poggiò il grappolo d'uva che aveva preso per mangiare qualcosa per poi avvicinarsi a Federico titubante.
Gli mise un braccio intorno al collo, stringendo il minore sempre più al suo corpo.
"So cosa stai pensando e no, non è il mio fidanzato." Disse Federico, voltandosi verso il più grande e sorridendo vicino alle sue labbra. "Semplicemente è una persona speciale." Concluse, dando un bacio a stampo sulle labbra che Benjamin aveva sempre voluto bramare.
"Ci tenevo a chiederti, a chiedervi, se vi andava di venire in discoteca con noi e gli altri questa sera. Ho contattato Yuri che ha accettato volentieri dicendo che avrebbe sparso la voce nel gruppo." Disse Kourteny, sorridendo ai ragazzi.
Federico guardò Benjamin per capire se per lui non era un problema, solo allora il moro prese parola.
"Per noi non ci sono problemi." Sorrise il più grande.
Il bianco guardò la ragazza ed annuì, prima di guardare fuori dalla finestra e sorridere vedendo le sfumature del cielo che stavano diventando più rosa del previsto.
Entrambi non erano consapevoli che quella sera, qualcosa sarebbe cambiato.

Sguardi || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora