Capitolo 41.

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La giovane coppia, che intanto aveva speso del tempo per baciarsi e stringersi sotto al sole, venne interrotta da una voce che alle orecchie di Benjamin parve totalmente sconosciuta.
I due alzarono lo sguardo nello stesso momento, prima di alzarsi da terra e sistemare il proprio costume.
Calum alternava lo sguardo da Federico al ragazzo che gli stava accanto, soffermandosi poi su quest'ultimo per guardarlo con aria minacciosa.
"Perché non me l'hai detto?" Chiese, ancora, Calum poggiando i suoi occhi su Federico.
"Ci siamo conosciuti al bar qualche ora fa e pensavo avessi capito di me e Benjamin." Disse il ragazzo. "Sono venuto diverse volte con lui, non penso tu sia sempre distratto." Aggiunse. "Comunque ho sbagliato a non dirlo subito, ma comunque sì, sono felicemente fidanzato con questo pargoletto." Continuò, voltandosi verso al suo fidanzato e lasciargli un tenero bacio a stampo.
Calum non disse niente, si limitò soltanto a lasciare le sue cose a terra per sistemare gli asciugamani accanto a quelli della coppia.
Federico poteva immaginare già una giornata intensa e, probabilmente, stancante.

Le ore stavano passando in fretta, lentamente il sole stava calando mentre il mare continuava ad infrangersi contro gli scogli.
Quel lasso di tempo passato con i due fu per Federico un vero e proprio strazio: Calum continuava a guardare ogni suo movimento, a studiare il suo corpo mentre Benjamin dimostrava sempre di più di essere geloso.
Stava sempre attaccato a lui, lo riempiva di baci e aveva provato più di una volta ad andare oltre, essendo una zona della spiaggia poco visitata.
A Federico queste attenzioni non davano nessun fastidio, ma preferiva mille volte scambiarsi dei semplici baci al posto di donarsi al più grande quando sentiva gli occhi di tutti addosso a lui.
Era da poco uscito dall'acqua quando decise di raggiungere le docce per togliere da dosso la sabbia in eccesso.
Si diresse verso il bagno, aprì una delle tante docce e si mise sotto al getto d'acqua caldo.
"Federico, sei qui?" Chiese una seconda voce proveniente dall'esterno.
"Sì, Calum, sono qui!" Disse Federico, che intanto aveva aperto di poco il costume per sciacquare il suo corpo.
Sentì la tenda aprirsi e si voltò non appena Calum cominciò a parlare.
"Certo che sei proprio bello, non mi aspettavo di vederti così." Si morse il labbro inferiore il ragazzo mentre faceva scorrere il suo sguardo sopra al corpo del bianco. "Non avevo occasione di rendermene conto dietro al bancone mentre oggi posso proprio dirlo." Aggiunse, entrando nella doccia e chiudendo la tenda.
Federico si voltò di scatto e strabuzzò gli occhi quando Calum si avvicinò a lui: il corpo del bianco aderì perfettamente alla parete della doccia mentre questo incominciava a sentirsi soffocato e non era soltanto per l'acqua calda.
Quest'ultima continuava a scendere sopra ai loro corpi fino a bagnarli del tutto, dando modo a Calum di guardare con più attenzione il corpo del ragazzo e mordersi il labbro.
"Che ne pensi se ti faccio stare un po' bene?" Domandò il ragazzo a voce bassa.
"Mi dispiace, a quello ci pensa già Benjamin." Disse l'altro, serio.
Calum lo guardò prima di stringere la sua natica, ricevendo un urlo di disapprovazione da parte di Federico che intanto stava cercando di staccarsi da lui.
"Benjamin non lo deve scoprire per forza, abbiamo giusto il tempo di farci una doccia assieme, non sospetterà nulla." Insistette Calum.
"No." Scandì bene Federico. "Penso che per te sia giunta proprio l'ora di andare." Aggiunse.
"Io ti dico che mi vuoi ma non sei capace a dimostrarlo." Continuò il ragazzo, iniziando a baciare il collo del minore.
Quest'ultimo gli diede un calcio all'altezza della bocca dello stomaco, facendogli lasciare un urlo di dolore per poi accasciarsi a terra.
"E io invece ti dico che se non te ne vai immediatamente da questa doccia, chiamo la polizia e ti faccio arrestare per molestie." Disse Federico. "Penso proprio che tu debba andare e se non vuoi, me ne vado io." Aggiunse.
Senza aspettare nessuna risposta, Federico chiuse il getto dell'acqua ed uscì dal bagno con addosso un asciugamano per togliere da dosso le goccioline e se possibile, anche le labbra di Calum.
"Piccolino, tutto apposto?" Gli chiese una voce alle sue spalle. "Ho visto che Calum era del tutto scomparso, per questo ti ho raggiunto." Aggiunse.
Federico sorrise intenerito vedendo il costume di ricambio che aveva il suo fidanzato: era totalmente nero con dei piccoli unicorni disegnati in fila.
"Non guardare troppo il mio costume, mi metti in soggezione." Ridacchiò il moro, prima di prendere Federico e far unire le loro labbra.

La serata passò molto in fretta per Benjamin e Federico che, tra una chiacchierata ed un bacio, avevano deciso di optare per una cena veloce a base di pesce, ad un ristorante aperto da poco vicino al centro della città.
"Quando torneremo ho intenzione di dare una festa." Sputò Federico, dicendo il primo pensiero che gli era passato nella sua testa.
"In onore di cosa?" Domandò Benjamin, prendendo poi un tovagliolo e pulire le sue labbra.
"Non deve essere per forza in onore di qualcosa o qualcuno, anche se per primi ci saremo sempre noi." Gli rispose il minore. "Vorrei invitare i nostri amici a cena da noi, mangiare tanto cibo ignorante e vedere dei film come abbiamo sempre fatto." Aggiunse, sorridendo al ricordo.
Benjamin aveva intenzione di continuare la loro chiacchierata, ma il cameriere interruppe quel momento per portare il cibo e dar modo ai due di iniziare la loro cena.

Il sole era totalmente stato avvolto dall'oscurità, nel cielo mille stelle cercavano di distinguersi da quel velo blu inconfondibile.
Le strade dei Caraibi erano gremite di persone, per questo la coppia aveva deciso di muoversi in macchina per qualsiasi spostamento: avevano noleggiato una piccola auto in grado di portarli ovunque, e Benjamin cercava sempre di tenerla come un piccolo oracolo.
Anche quella sera, il maggiore discuteva animatamente con il suo fidanzato anche delle cose più banali, ma ad un tratto fu il bianco stesso a tagliare la conversazione: si era slacciato la cintura di sicurezza, sovrastando il corpo del moro.
Il minore unì le loro labbra in un bacio profondo, che non prometteva niente di buono: iniziò a mordere il suo labbro inferiore, lo tirava fra i denti e faceva scorrere la mano lungo tutto il corpo.
Benjamin, a differenza sua, stringeva i suoi fianchi e lasciava che Federico potesse muoversi su di lui.
"Cosa stai combinando, diavoletto?" Domandò il maggiore, ridacchiando.
"Tento di farti venire all'inferno con me, in tutti e due i sensi." Ammiccò Federico. "Però se andiamo a casa e ci mettiamo a letto, forse potrebbe essere un passo avanti." Aggiunse. "Ci stai?" Concluse, sentendo la mano di Benjamin stringere il suo sedere.
Quest'ultimo annuì di poco, lasciando il fidanzato tornare nella parte del guidatore per raggiungere l'hotel.
Una volta entrati dentro la stanza, Benjamin prese di peso il suo fidanzato e gli fece aderire la schiena contro il muro vicino al letto: senza pensarci troppo, tolse la maglia di Federico e lasciò numerosi baci sopra al suo petto, abbassando le serrande della stanza.
Il minore si sdraiò, invitando l'altro a fare lo stesso sopra al suo corpo: stava iniziando la loro notte.

Il maggiore si stava lasciando trasportare dal momento e allo stesso tempo Federico si spingeva dentro al suo corpo.
Delle parole d'amore e sincere si stavano liberando dentro quella stanza d'hotel che sapeva un po' di loro, specialmente dopo quella sera.
Il bianco continuava a stringere il corpo accaldato del suo fidanzato mentre questo gli baciava il collo e lasciava carezze lungo la schiena.
Una volta giunti al culmine, entrambi si riversarono nelle coperte candide e Federico cadde sfinito.
Benjamin allungò un braccio e lo portò al suo corpo, dandogli un bacio nei capelli un po' bagnati.
"È bello sentirmi tuo a tutti gli effetti." Iniziò a parlare il moro.
"Tu sei mio a prescindere, pure se non facciamo l'amore. Ho sempre pensato che il legame vero e proprio non deve essere basato sul contatto fisico, perché altrimenti non sarebbe amore." Disse Federico. "Forse abbiamo corso troppo, abbiamo dato un nome concreto a questo sentimento." Aggiunse. "Non bisogna mai far entrare il rapporto fisico nell'amore, perché in quest'ultimo c'è sentimento, altrimenti non è niente." Continuò. "Tu mi ami davvero?" Concluse, guardando negli occhi il suo fidanzato.
"Ti amo, e pure tanto." Gli disse, sincero, il maggiore. "Posso pure prenderti la luna se hai paura del buio, ed io sarò sempre qui." Aggiunse.
Federico lo baciò, prima di chiudere gli occhi ed addormentarsi cullato dalle braccia del suo ragazzo.

Erano da poco passate le tre del mattino, la città dormiva, mentre per Benjamin non era lo stesso.
Dopo essersi lasciato prendere dal suo fidanzato, non era più riuscito a chiudere occhio: aveva preferito osservarlo mentre dormiva e pensare a quanto fosse fortunato ad aver incontrato una persona così.
Federico era l'emblema dell'amore e della sincerità, era un ragazzo così solare che Benjamin aveva una voglia matta di tenerlo al suo fianco.
Amava quando si comportava da bambino ma amava, più di qualsiasi altra cosa al mondo, il suo sorriso.
Ad interrompere i suoi pensieri sul bianco fu proprio il suo telefono che prese a vibrare, segno che qualcuno gli aveva appena inviato un messaggio.
Senza svegliare Federico, afferrò l'oggetto e sbuffò quando lesse il messaggio che recitava:
-"Benjamin, hai preso una decisione, allora? Verrai da me una volta tornato dal viaggio?
// Richard."
-"Sì."

Sguardi || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora