Capitolo 49.

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Il giorno seguente era arrivato in fretta secondo Benjamin, che non aveva smesso di pensare al messaggio ricevuto da Richard.
Durante la cena i due non avevano scambiato nemmeno una parola e nemmeno avevano riflettuto sull'accaduto, Benjamin stava per tradire Federico anche se per una cosa giusta.
Il maggiore non voleva che il suo fidanzato si facesse male per via di Richard, questo ragazzo era capace di tutto e Benjamin lo conosceva abbastanza bene per dirlo e giudicarlo.
Aveva preferito non rispondere, ma si era girato verso di lui e gli aveva lasciato uno sguardo dubbioso, o forse c'era anche qualcosa dietro, nessuno poteva decretarlo.
Quella sera, il moro si era lasciato dominare da Federico: questo voleva prendersi cura di lui, voleva cullarlo fra le sue braccia e fargli dimenticare tutti i brutti pensieri.
Benjamin lo aveva fatto, si era lasciato andare e il più piccolo lo aveva accolto a braccia aperte; tra loro non c'era bisogno di parole, di dire tutto quel che li turba, basta uno sguardo per rendersi conto della situazione.
I due ragazzi si erano appena donati quando Benjamin crollò in un sonno profondo, seguito dal suo fidanzato che prima però lasciò una carezza sopra al suo volto.

La luce del sole entrava prepotente nella stanza dove la coppia si era donata, Benjamin stava sdraiato con la coperta ai piedi, essendo arrivato un caldo assurdo durante la notte.
Cercava riparo da quella luce fastidiosa, ma niente riusciva a farlo tornare a dormire: aprì gli occhi e si sorprese nel vedere che la parte del letto era vuota, solo dopo si ricordò che Federico aveva delle commissioni da sbrigare.
Guardò la sveglia posta sul comodino alla sua destra, sgranò gli occhi quando si rese conto che era appena giunta l'una e mezza e lui stava ancora sul letto senza aver preparato nulla.
Si alzò di fretta e scese al piano inferiore, dove trovò una rosa dentro un piccolo vasetto in vetro ed un bigliettino azzurro posto lì sotto, che recitava:
"Stamattina sono uscito presto per andare a prenderti questa rosa, non avevo intenzione di svegliarti per questo ti ho lasciato un bacio sulle labbra e sono uscito.
Tornerò, se tutto va secondo i calcoli, per le quattro.
Ci sentiamo dopo, amore.
- Tuo, Federico."
Il moro sorrise nel leggere quel bigliettino, annusò la rosa e poteva ufficialmente dire che una parte di questo fiore aveva il profumo di Federico.
Forse stava diventando matto, o forse lo era già?

Benjamin aveva optato per scendere al bar e prendere un tramezzino, non aveva la voglia di far niente se non quella di abbracciare il suo fidanzato.
Lo aveva visto ieri sera, aveva fatto l'amore con lui, ma desiderava svegliarsi con il suo corpo addosso al suo anche se con più di cinquanta gradi all'ombra.
Una voce lo fece tornare con i piedi per terra e Benjamin potè giurare di aver sentito il suo sangue gelarsi nelle vene: dopo aver buttato giù l'ultimo sorso del suo succo d'arancia, si voltò verso la direzione della voce e sobbalzò.
"Adesso hai anche paura di vedermi?" Rise amaramente Richard, prima di sedersi sullo sgabello di fronte a Benjamin. "Sai bene che io e te abbiamo un conto in sospeso, o sbaglio?" Aggiunse.
"Richard, non ti è bastato vedere quello che Federico ha fatto la scorsa volta? Io ci tengo a lui, è il mio ragazzo, non posso permettere una cosa del genere per nessun motivo al mondo." Disse Benjamin. "Non voglio venire al letto con te e mai ci verrò, non ho intenzione di tradirlo e tanto meno fargli del male." Aggiunse. "Già ne ho fatto abbastanza a questo ragazzo che non lo merita." Continuò.
"Lo stai facendo a me, però." Ribattè Richard. "Ti ricordo sempre che io sono un tuo grandissimo amico, oltre che persona con cui scopare." Aggiunse.
"Per me ora non sei più niente Richard, tu non ci tieni a me e tanto meno lo farai in futuro. Vuoi soltanto il sesso, ma non sono più il Benjamin di una volta." Disse il moro. "Sono cambiato." Continuò.
"Ti ha cambiato Federico." Disse, a denti stretti, l'altro. "Quel cretino ti ha fatto diventare un'altra persona, guarda come sei ridotto! Non sei più quel ragazzo che io ho conosciuto mesi fa, quello che voleva godersi questi tre mesi di vacanza, sei soltanto che uno sfacciato innamorato di una puttana!" Quasi urlò.
"Senti, non ti permettere di chiamare così Federico!" Urlò Benjamin, attirando l'attenzione di alcuni passanti. "Continuiamo il discorso a casa, non ho la minima intenzione di dare spettacolo." Continuò, lasciando la mancia sopra il tavolo per poi camminare a passo felpato verso la casa che condivideva con il suo fidanzato, seguito da Richard.
Grosso errore.

I due ragazzi erano da poco entrati nella casa, Benjamin aveva preferito lasciare le luci spente e aveva accostato le finestre per la paura che qualcuno potesse sentire la loro discussione.
"Federico è solo che una puttana, ancora non l'hai capito?" Disse Richard. "Sei diventato così stupido, non riesci nemmeno a cucinare un piatto di pasta senza di lui." Aggiunse. "Sei patetico." Continuò.
"Sono semplicemente innamorato di Federico che, per la cronaca, non è una puttana. È raro che Federico si affezioni alle persone, non farebbe mai niente di male." Disse Benjamin, prendendo le difese del suo fidanzato.
Richard ghignò malizioso, prima di avvicinarsi al maggiore e mettere un dito sopra le labbra schiuse dell'altro.
Quest'ultimo tentò di sciogliere quel contatto, ma Richard aveva sempre avuto una corporatura più forte rispetto a quella di Benjamin e per questo ogni sforzo era inutile.
"Non dirmi che non ti manco nemmeno un po', che non ti manca quando ti dedicavo tutte le attenzioni." Lo stuzzicò Richard. "Tutte le volte che ho urlato il tuo nome mentre mi facevo cavalcare." Aggiunse. "Oppure quando ti cavalcavo io, ricordo ancora tutte le sensazioni e penso anche tu." Concluse.
Benjamin chiuse gli occhi, cercando di regolare il respiro e tornare in sé: due labbra si poggiarono sulle sue e quello fu un viaggio senza ritorno.
Il corpo di Richard aderì con quello del moro, il quale aveva divaricato le gambe lasciando così modo all'altro di intrufolarsi e far scendere la mani sopra le natiche di Benjamin.
Quest'ultimo non seppe spiegare ciò che successe dopo, la porta si aprì ed una sagoma fece il suo ingresso, seguita da un'altra.
"B- Benjamin...?" Sussurrò Federico, mentre Cole tentava di reggere il corpo del minore, ormai in bilico.
Le lacrime scendevano copiose sopra al volto del bianco, solo allora Benjamin si rese conto del tradimento.
Federico uscì dalla porta, Benjamin cercò di seguirlo ma Cole lo spinse a terra: guardò schifato i due ragazzi, prima di seguire il più piccolo che intanto aveva imboccato un vicolo sconosciuto.
La storia di Federico e Benjamin era giunta al termine.


O forse no.

Sguardi || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora