Epilogo.

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Nella città di Santo Domingo il tempo scorreva in fretta, tra un bar e l'altro accompagnato da una giornata di sole.
Stranamente agosto era arrivato e lasciava sorprendere tutti gli abitanti, ma quante cose possono cambiare in un mese?
Cambiano le relazioni, i modi di pensare.
Cambiano i posti preferiti, le location prendono nuove forme.
La vita comune prende nuove forme.
Specialmente quella di Federico che, da un po' ormai, aveva smesso di brillare di luce propria.
Tutto era crollato quando aveva visto il suo fidanzato, ormai ex, baciarsi con Richard.
Cole si era presentato in studio da Yuri, dove gli aveva chiesto di andare a prendere qualcosa al bar: Federico aveva palesemente rifiutato con soltanto la voglia di tornare a casa per alleviare il suo mal di testa, ma era stato un grandissimo sbaglio oppure un grandissimo caso.
Una volta varcata la soglia di casa, Federico trovò quella scena raccapricciante: ormai non sapeva cosa dire, aveva voglia di prendere le teste di quei due e farle scontrare solo per provocare il dolore che lui sentiva dentro, ma sarebbe stato tutto inutile, non sarebbe bastato.
Aveva sentito il tradimento dentro al suo cuore, era così lacerante che sembrava una lama in pieno petto.
Durante quel lungo mese non aveva avuto più notizie di Benjamin, quest'ultimo lo aveva tempestato di chiamate e messaggi dopo il loro ultimo incontro al parco per qualche settimana, ma poi anche questo aveva deciso di pensare che fosse tutta acqua passata non pensando che spesso il passato fa più male di una parola detta per ferire.

Erano appena giunte le nove nella città in cui Federico viveva ormai da anni, ma quella era una giornata totalmente diversa: il giorno della sua partenza, in compagnia di Cole, era giunta.
Doveva ammettere però che un po' era felice di poter conoscere meglio questo ragazzo, aveva passato gran parte delle sue giornate in sua compagnia e dovette ricredersi: non era più quel ragazzo che ci provava con lui ma anzi, aveva fatto di tutto pur di vederlo sorridere.
Si ricorda ancora quando, circa quattro settimane dopo essersi lasciato con il maggiore ed aver rifiutato tutte le sue chiamate per una giornata intera, si presentò sotto casa sua con una busta di schifezze e un mezzo di rose.
Quella sera Federico lo aveva baciato, si era lasciato baciare da una persona che non fosse Benjamin, ma oltre quello non erano andati.
Il minore continuava a pensare al sorriso, agli occhi, alle labbra e a tutto il moro, non poteva negare che gli mancava e pure tanto.
Le ore di viaggio che attendevano quei due ragazzi erano lunghe e stancanti, la loro permanenza a Verona sarà soltanto di tre giorni ma potevano bastare per girare un po' quella città che tanto Federico adorava.
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Nel frattempo, da Benjamin.
La sveglia sul comodino del più grande aveva preso a suonare irrequieta, svegliando così il suo sonno tormentato.
Aveva aperto gli occhi ma la voglia di alzarsi era pari a zero, sapeva che quel pomeriggio si sarebbe dovuto incontrare con Richard ma non aveva intenzione nemmeno di andare a fare colazione.
Tutto questo da quando Federico lo aveva lasciato.
Si sentiva tremendamente in colpa per aver fatto soffrire così tanto il più piccolo, aveva fatto di tutto per resistere alle tentazioni di Richard, ma il mese scorso ancora non aveva capito che l'unica cosa di cui aveva bisogno era l'affetto e l'amore, e l'unica persona in grado di poterglielo dare era Federico.
Infondo Richard aveva ottenuto quello per cui aveva lottato tutto questo tempo, non si era lasciato abbattere dal fidanzamento e dalla resistenza di Benjamin.
Probabilmente quel ragazzo già sapeva che il più grande non avrebbe resistito ancora per molto, l'attrazione fisica che c'era stata in passato era bastata per farlo cadere nuovamente ai suoi piedi.

Le ore correvano, per questo Benjamin si ritrovò costretto ad alzarsi e raggiungere il bar in cui si sarebbe dovuto incontrare con quel ragazzo che non sapeva di lui.
"Eccolo il mio moretto preferito." Disse una voce che Benjamin, con il tempo, aveva imparato a conoscere.
Il più grande sbuffò ed alzo gli occhi al cielo, specialmente quando questo raggiunse il suo sgabello e gli mise una mano nell'interno coscia per poi lasciare un bacio sopra il suo collo.
"Perché mi hai chiesto di venire qui?" Domandò il maggiore, già troppo stanco di quella conversazione.
"Avevo intenzione di proporti una cosa diversa da fare in due domani." Iniziò a parlare Richard. "Ieri sera, un mio amico mi ha regalato due biglietti per il concerto di Jovanotti all'Arena di Verona, insieme ai biglietti del volo e tutto riguardante all'hotel." Disse poi. "Volevo proporti di venire con me, almeno passeremo tre giorni di puro relax dentro un hotel in un altro paese." Continuò.
Benjamin lo guardò attentamente prima di riflettere sulle conseguenze di questa proposta: cosa poteva esserci di male?
"Quando dovrebbe esserci il volo?" Domandò il moro.
"Questa sera, verso le sette ed arriveremo in Italia in tardo pomeriggio." Disse Richard.
Il maggiore parve pensarci sopra qualche attimo, prima di chiudere gli occhi e dare una risposta definitiva.
"Perché no." Sorrise poi. "Mi piacerebbe, che male c'è?" Aggiunse.
Richard sgranò gli occhi e lo abbracciò, ma subito un ghigno prese vita sopra al suo volto.
Benjamin non sapeva che cosa si sarebbe dovuto aspettare.
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Sguardi || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora