Capitolo 20.

472 46 0
                                    

Occhi a me!: in questo capitolo ci sono scene spinte e descritte (non mi sono contenuta troppo, sempre andando nei limiti per evitare segnalazioni) se questo genere di cose vi fa schifo siete gentilmente pregate di saltare il capitolo e non segnalare. Buona lettura.💕

Il tramonto di Santo Domingo era sempre stato considerato uno dei più belli per Federico.
Quel tramonto prendeva le mille sfumature di ogni colore, il sole si lasciava cullare dall'acqua azzurra del mare e spariva dietro gli scogli.
La città prendeva sempre vita al calar del sole: i turisti si recavano nei ristoranti per evitare il cibo che l'hotel offriva, mentre gli abitanti già si erano organizzati per andare ai vari locali e discoteche della zona.
Prendevano vita però, anche i sentimenti e le sfaccettature dell'amore.
Specialmente in Federico, un ragazzo che si era sempre sottovalutato.
Nella sua vita non aveva ancora incontrato la persona che gli faceva battere il cuore, la persona in grado di fargli dire che era importante.
Federico non sapeva nulla dell'amore: cos'è in realtà?
L'amore è lo stare bene con una persona, donarsi all'altro completamente e non soltanto per divertimento o interessi personali, semplicemente perché si prova qualcosa quando lo si ha accanto.
L'amore viaggia nei cuori delle persone, fermandosi in quelli rotti e cercando di aggiustare quelle ferite facendo entrare in scena un personaggio secondario.
L'amore è il sentirsi completo con la persona che si ha accanto, sapere che su di lui puoi sempre contare.
L'amore è quella sensazione che ti manda fuori il cervello quando tocchi qualcuno.
L'amore è un sentimento che non spesso si può definire tale, viene usato per definire anche cose che non esistono.
Amare un semplice oggetto, usarlo e poi gettarlo via.
L'amore aveva in verità soltanto una forma, ovvero quello di sapere concretamente che il futuro con quella persona in verità c'è.
L'amore è per pochi, il divertimento per tanti.
Bisogna sempre chiedersi se ne vale davvero la pena e Federico sapeva più di sé stesso che per Benjamin avrebbe fatto di tutto.

Dopo aver parlato con Michael del viaggio che lo attendeva, il bianco era tornato da Benjamin e aveva iniziato a tempestarlo di baci.
Tornando a casa di Federico, si erano fermati in pizzeria ed avevano preso le pizze che avevano in programma, decidendo di bere soltanto coca cola per non esagerare con la birra.
Una volta raggiunta la dimora, si misero sul divano e fecero partire il film a cui non stavano prestando poi tanta attenzione.
Federico era sdraiato lungo il divano e lo stesso Benjamin che teneva il suo petto contro la schiena del primo, stringendo il bacino di questo al suo corpo.
Continuava a sorseggiare il suo bicchiere di liquido scuro gassato, sentendo a volte delle risate da parte del più piccolo.
"Fè." Lo chiamò Benjamin. "Michael che ti ha detto?" Aggiunse, era troppo impaziente.
Federico spense la TV, dando così occasione al buio di sovrastare la stanza: in quel salone entrava soltanto la luce della luna esterna, essendo che la grande finestra era spalancata.
"Volevo farti una sorpresa, però non ho intenzione nemmeno di illuderti che possa andare bene." Iniziò Federico prima di voltarsi verso il ragazzo. "Lui mi ha detto che è complicato spostare le riprese di due settimane e che deve chiedere ad un suo superiore." Disse poi. "È complicato ma non impossibile." Concluse.
"Tu vorresti venire con me?" Chiese Benjamin.
"Ti seguirei in capo al mondo se necessario." Disse il bianco, mettendosi sopra il corpo del moro. "Non appena avrò notizie, ti farò sapere." Aggiunse.
"Voglio un bacio." Disse, senza pensarci tanto, il maggiore.
Federico sorrise imbarazzato prima di far unire le loro labbra in un bacio casto che si trasformò in altro.
Il più piccolo aveva incominciato a muoversi in modo sensuale sul corpo del maggiore, mugolando ogni tanto quando le labbra di Benjamin andavano a fondo.
Una mano di quest'ultimo scivolò lungo i boxer di Federico, essendo che aveva tolto già dal principio i pantaloni per il troppo caldo.
Strinse la mano sopra la natica destra per poi ribaltare la situazione e separare le loro labbra solo per dedicarsi al collo.
Iniziava a lasciare una lunga scia di baci lungo il collo, baciava le clavicole e ci lasciava qualche morso, leccando se necessario.
Dopodiché staccò le sue labbra dal punto di pelle preciso che Benjamin aveva mirato, sorridendo soddisfatto al capolavoro che aveva fatto: aveva lasciato una macchia violacea, segno che qualcuno aveva oltrepassato il suo corpo.
Scese e baciò il petto, in modo lento e straziante.
"Benjamin, ti prego." Sussurrò Federico, in ecstasy dal suo tocco leggero.
Amava sentire le labbra di Benjamin su di lui.
"Voglio andarci piano, meriti di essere venerato come meglio posso fare." Disse il moro. "Abbiamo tutta la notte per amarci." Aggiunse.
"Perché tu mi ami?" Chiese Federico con gli occhi che quasi diventavano lucidi. "Ami un disastro come me?' Aggiunse.
Benjamin gli sorrise per poi risalire e baciare le sue labbra carnose senza però dargli una risposta concreta.
"Sto iniziando a farlo." Disse solo.
Una semplice frase che però fece scoppiare di gioia il cuore del bianco.
Il maggiore riprese a baciare il petto per poi togliere la canottiera che indossava: la buttò per terra in un punto indefinito della stanza, facendo la stessa cosa con i boxer del più piccolo.
Era già pieno di passione e caldo, sentiva il suo corpo riempirsi di brividi quando le labbra di Benjamin avevano iniziato a contornare le ossa illiache.
Lentamente gli aprì le gambe, leccando la parte interiore della coscia dandogli qualche bacio.
Federico si alzò, cercando di togliere i pantaloni al più grande che, dopo diversi attimi, li tolse e scivolarono lungo il letto, facendo la stessa cosa con i boxer.
Si avvicinò all'apertura del bianco dove lo preparò, mettendo un dito dentro e cercando di non fargli male.
"Ben, basta." Disse Federico, togliendo le dita dell'altro. "Io voglio te." Aggiunse.
Benjamin perse la lucidità, posizionandosi meglio sul corpo del più piccolo per poi entrare in lui.
Questo inarcò la schiena cercando di trattenere il gemito di dolore che si fece spazio in lui.
"Puoi muoverti." Disse il più piccolo, mettendo le mani sulle spalle dell'altro per sistemare meglio anche le gambe, allacciate intorno al bacino per garantire una posizione migliore.
Benjamin iniziò a spingersi dentro il suo corpo iniziando così la loro notte di follia.

Il più piccolo continuava a spingersi ed aiutare Benjamin con le mosse dentro al suo corpo, sentiva delle sensazioni strane in lui e non poteva che continuare.
Il moro lo aveva fatto mettere a cavalcioni su di lui, incitandolo a spingere e muoversi di più per maggior piacere.
Dopo non molto tempo, con un gemito più forte di altri, Benjamin si riversò nel corpo caldo di Federico e lo stesse fece lui, sporcando il petto del moro.
Una volta essersi liberato della presenza del più grande in lui, si sdraiò affianco a quest'ultimo lasciandosi stringere.
Era la loro notte.

Sguardi || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora