Quando Federico sentì quella frase pronunciata esattamente da Michael, il regista del film, riuscì a percepire le sue gambe cedere e improvvisamente aveva smesso di respirare.
Non era pronto a sentire ciò che lui voleva dirgli riguardante lo spostamento delle riprese, preferiva vivere una vita con l'ansia che avere subito la certezza di qualcosa.
La verità, molto spesso, fa male ed è per questo che Federico si trova sempre in bilico quando si deve mettere in gioco.
Dal tono di voce del regista tutto prometteva bene ma non aveva intenzione di illudersi ancora prima di viaggiare con la mente, per questo aveva tenuto un tono pacato e calmo.
Non sapeva che quella vacanza a Madrid sarebbe stata una svolta completa nella sua vita.Dopo aver terminato la conversazione con Michael, il minore raggiunse Benjamin già seduto al tavolo che aveva preferito rifiutare di aspettarlo, anche lui troppo ansioso di ciò che Federico poteva portare, cosa bella o brutta che sia.
Federico era tornato sorridente, cercava di essere più naturale possibile per non fargli sospettare nulla.
Benjamin non lo avrebbe dovuto sapere subito, il più piccolo credeva che fosse adeguato ma sopratutto corretto dirlo più tardi per non rovinare il loro pranzo.
Il più grande, quando aveva visto Federico venire verso di lui, percepiva la tensione che aveva nel suo corpo esattamente come i brividi lungo la schiena.
"Ti vedo strano, tutto apposto?" Aveva chiesto il più piccolo dopo essere tornato al tavolo.
"Mai stato meglio!" Finse un sorriso Benjamin, non voleva fargli vedere la sua tensione anche se poteva percepirla.Il pranzo stava proseguendo in modo meraviglioso per i due che non avevano fatto altro che conoscersi ancora un po'.
Federico gli aveva parlato della sua passione, anche se nascosta, per il canto e Benjamin era rimasto davvero sorpreso da quella sua dote.
Non lo aveva mai sentito cantare, anche se uno dei suoi sogni era diventato questo: il bianco era un mix di cose messe insieme, un piccolo mondo da visitare lentamente per bearsi delle sue piccolezze.
Dopo il pranzo, il più grande aveva proposto all'altro di fare un giro per i parchi di Santo Domingo, portando con sé la macchina fotografica per approfittare della bellezza della natura per immortalare qualche momento.
I due camminavano uno accanto all'altro, il braccio di Federico era intorno al bacino del moro che continuava a fare scatti continui, soddisfatto del suo lavoro.
Benjamin si fermò in mezzo al parco, vedendo una pietra grande posta in mezzo al prato: il cielo era stupendo quel giorno, oltre ad essere azzurro aveva qualche sfumatura di tipo diverso mentre il sole regnava alto, nascosto di tanto in tanto dalle solite nuvole.
"Che ne dici se ci facciamo scattare un foto lì sopra?" Chiese Benjamin, prendendo a morsi il labbro inferiore de ragazzo.
Quest'ultimo, titubante, annuì e decise di raggiungere in fretta quella pietra e chiedere ad una ragazza vicino a loro di scattare la polaroid.
I due si misero seduti sulla pietra, Benjamin nel frattempo aveva messo una gamba sopra quella del minore e aveva messo un braccio intorno al collo di questo.
Lo aveva avvicinato al suo volto per una foto semplice mentre sorridevano, ma il bianco non perse tempo nel far unire le loro labbra.
La polaroid venne così, loro due che si baciavano e il cielo a dare un tocco in più.
Ringraziarono la ragazza disponibile che andò via in seguito e Federico, soddisfatto di quella foto, la strinse al petto insieme alla mano del maggiore.
"Senti Ben, questa sera io avevo intenzione di preparare una pasta con il pomodoro fresco, che ne dici di venire da me?" Propose il minore.
"Per me non c'è assolutamente problema, però fra poco è meglio per me tornare da Zambo così mi faccio una doccia e poi arrivo." Sorrise il più grande, lasciando un dolce bacio all'angolo della sua bocca. "Nel frattempo continuiamo il nostro giro." Aggiunse, ricevendo il consenso dell'altro.Ben preso arrivarono le sei e mezza, per questo Benjamin dovette tornare a casa di suo cugino per sistemare alcune cose e farsi una doccia.
Nel frattempo il sole si stava preparando per calare, anche se era abbastanza presto perché le altre sere il sole calava più tardi.
Federico, mentre camminava, sentiva i pensieri battere nella sua mente talmente forte da fargli venire un mal di testa atroce: doveva dirglielo o no?
Avrebbe aspettato questa sera.
Un'idea balenò nella sua testa e, di corsa, il più piccolo raggiunse la sua abitazione per preparare una serata speciale, dedicata internamente al maggiore.Il campanello di casa Rossi suonò, costringendo il proprietario della dimora a raggiungere la porta ed aprirla: sorrise quando incontrò gli occhi verdi di Benjamin che intanto teneva in mano un vassoio di pasticcini, chiusi con un fiocco sopra.
"Ho pensato di portarti questa piccola cosa per dessert, a meno che non ci hai già pensato." Disse Benjamin. "Sembrava brutto recarmi qui senza nulla." Aggiunse.
"Non c'era bisogno davvero, mi basta sapere che saresti venuto." Gli rispose Federico, poggiando i pasticcini sul tavolo ben sistemato e ricoperto da una tovaglia rossa.
Dopodiché raggiunse il più grande che nel frattempo lo stava fissando, cinse i suoi fianchi e fece unire le loro labbra in baci lunghi ed intensi.
"Prima che incomincio a mangiarti, che ne dici di farmi assaggiare questa pasta?" Chiese Benjamin, facendo ridacchiare il ragazzo che nel frattempo si staccò.
Raggiunse la cucina e portò un contenitore con della pasta dentro, non era con soltanto il pomodoro ma bensì era simile ad un'insalata di riso.
"Complimenti allo chef, è buonissima!" Disse il moro, assaggiando la pasta.
Il minore gli sorrise in segno di ringraziamento prima di poter ammettere che la loro serata era incominciata.La cena non durò molto, fra una risata e l'altra era complicato terminare il cibo infinito di Federico.
Quest'ultimo aveva lasciato i pasticcini sul tavolo che erano rigorosamente alla frutta e al cioccolato, inutile dire che si era sporcato esattamente come un bimbo.
Benjamin non perse tempo nel mettersi di fianco a lui e far passare la sua lingua sulle labbra dell'altro per pulire il pasticcio.
"Essendo che oggi ti ho parlato della passione per il canto, ho intenzione di farti sentire qualcosa." Disse Federico. "Qualcosa dedicato a te." Aggiunse.
Il maggiore strabuzzò gli occhi più volte non riuscendo a capire in fretta ciò che il ragazzo gli stava dicendo.
"C- Che..." cercò di dire il moro, ma il minore lo fermò e lo portò sul divano.
Dopodiché si mise seduto al divano di fronte, sorridendo a Benjamin che intanto lo fissava con occhi, forse, innamorati.
"Non mi vergogno di dirti che la mia paura non è debolezza.
Ho avuto paura dei sogni forse perché non mi credevo all'altezza
Ho avuto paura di me stesso, allo specchio, e che scemo
Forse temevo di perderti ancora prima di stare con te per davvero." Iniziò a intonare Federico.
Nel frattempo il maggiore aveva chiuso gli occhi per bearsi la voce dolce e calda, quasi angelica, di Federico che lo stava facendo sognare.
Sentì due mani calde poggiarsi sopra le sue braccia e poi scendere al petto, dopodiché un peso si impossessò del suo corpo: Federico si era seduto a cavalcioni sopra il suo bacino, iniziando a dargli dolci baci sulle labbra prima di staccarsi e ricominciare.
"Forse ho sempre sbagliato a fare tutto così
Pensare di rischiare per poi arrendermi
Ma questa volta no, non posso più sbagliare
Nella vita ho perso e fa male
Sono pronto a tutto per stare con te." Continuò il minore. "Perché eri bello quando mi guardavi sotto la pioggia noi tutti bagnati,
Coi nostri sogni sempre fra le mani, sognavi il sole e dicevi che si può fare di tutto basta che lo vuoi
Come se il mondo girasse solo per noi
Anche quando andrà male ricordati che
In due sarà tutto più semplice." Aggiunse Federico, facendo sorridere il più grande che nel frattempo aveva poggiato la sua testa sopra il petto del più piccolo per ascoltare i suoi battiti.
"Vorrei essere la tua canzone, quella che ascolti tutte le notti
Quella che ti fa battere il cuore, che ti emoziona e manco te ne accorgi
Ancora io ti cerco per dirti ciò che non ti ho detto
Eri un sogno ad occhi aperti, ora un sogno chiuso nel cassetto
E non c'è tempo, ancora, per starci a pensare
Non ha senso vivere solo per ricordare
E allora dimmi se ci stai a prendere
E a lasciare tutto per me." Cantò Federico, facendo incatenare i loro occhi come se fosse una domanda diretta, diretta a lui. "Anche quando andrà male ricordati che in due sarà tutto più semplice." Terminò la canzone.
"Mi lasci sempre senza parole, è strano come tu riesca a farmi perdere il controllo ma allo stesso tempo la testa." Sussurrò Benjamin, poco distante dalle labbra che desiderava così tanto bramare.
Federico aveva capito che, quello, era il momento giusto per dire ciò che pensava da diversi giorni.
"Benjamin." Lo chiamò, sussurrando, il bianco.
"Dimmi." Sussurrò a sua volta il moro.
"Ti amo."
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Sguardi || Fenji
FanfictionFederico Rossi, giovane ventiquattrenne spensierato e solare, raggiunge sempre la solita discoteca assieme ai suoi amici, nonché il MO.MA Da due mesi a questa parte, ci sono degli occhioni profondi che lo scrutano e non pochi erano gli sguardi lanci...