Capitolo 13

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Tremava e sembrava un cucciolo.

-Uhm, ciao

Balbettava e non sapeva che dirmi.

-Sei bellissima.

Arrossí violentemente.

-G-grazie.

-Mi ero preparato un discorso, anche niente male, ma l'unica cosa che ti so dire è che sei splendida, perfetta.

-Smettila Mattia.

Dissi dolcemente.

-Vieni a sederti.

Lo ascoltai e mi avvicinai a lui, mi fece accomodare sulla sedia e poi prese a sedersi anche lui.

Versó il vino bianco nei bicchieri che a contatto con esso brillavano ancor di piú.

I piatti avevano un aspetto buonissimo.

-Hai cucinato tu,immagino.

Dissi assaggiando un boccone.

-Sarebbe il colmo se non fosse stato cosí, sono un cuoco.

-Mattia, cazzo!

-Che c'è Cri?

-È buonissimo!

-Mi hai fatto spaventare.

Disse ridendo.

La serata passò in fretta, troppo in fretta e piú fassava il tempo piú un nodo allo stomaco saliva, se ero lí, c'era di sicuro un motivo e non ci voleva una laurea per capire cosa volesse dirmi.

-Cristina, devo dirti una cosa.

Eccolo, all'improvvisò la stanza si faceva sempre piú piccola e l'ossigeno era sempre di meno.

-Non so come dirtelo.

Mentre il silenzio trionfava cominciai a pensare alle possibili risposte, perchè avrei dovuto rifiutare? Con lui stavo bene, molto bene, saremo stati anche una bella coppia.

JAMIE.

Il mio corpo cominciò a tremare.

Era per lui che avrei dovuto rifiutare.

Davvero? Dovevo stare ai suoi patti, non potevo permettere che mio fratello finisse nei guai.

Mattia ci sarebbe rimasto male, ma forse sarei riuscita a salvare l'amicizia. No. Non mi avrebbe mai piú guardata allo stesso modo, o anzi, non mi avrebbe piú guardata.

Se invece ci proviamo e non funziona, sarà tutto naturale e tornerà tutto come prima.

-Cristina mi ascolti?

-Uhm sí.

-Allora, possiamo provarci?

-Sí, proviamoci.

Avevo un piano e usarlo in questo modo mi faceva sentire dannatamente male.

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