Capitolo 40

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Valeria non aveva nulla, nonostante fossi sollevata la mandai a quel paese un paio di volte quando mi disse che era tutto uno scherzo.

-Ei tesoro, sono tornata!

Urlai per farmi sentire in tutta la casa.

-Jamie?

Lo nominai mentre mi chiudevo la porta alle spalle. Andai di sopra a cercarlo, ma non c'era, tornai giú e uscí nuovamente di casa. Cominciai a camminare presa dallo sconforto e dal brutto presentimento. Mi ritrovai davanti a casa sua, senza bussare aprí di scatto la porta che era come immaginavo aperta. La sua roba era lí davanti a me mentre Jamie era seduto sulle scale con le mani nei capelli. Avevo voglia di dire qualcosa ma un nodo alla gola mi impediva persino di respirare.

-Vai via, ti prego.

Sussurò Jamie a testa bassa.

Continuai a guardarlo mentre le lacrime cominciavano ad offuscarmi la vista.

-Non rendere tutto piú difficile.

-Sai Jamie, una volta ogni tanto..

Il mio respiro si faceva piú affanoso ma l'unica cosa che volevo era che lui tornasse da me.

-Una volta ogni tanto dovresti far scegliere a me, cosa mi fa bene e cosa no.

La mia voce diventò un po' piú acuta nelle ultime parole.

-Mi dispiace.

Sussurrò alzando la testa.

-Mi dispiace, signorina Grace.

Avrei voluto fare tante cose in quel momento, come tirargli un pugno in pieno viso, baciarlo, dirgli che sarebbe andato tutto bene. Non feci nessuna di queste cose però, abbozzai un sorriso e a passi stretti richiusi la porta dietro di me, mi lasciai scivolare su di essa sprofondando in un pianto isterico mentre dentro casa sentivo oggetti rompersi. La mia felicità era dietro queste mura ma io non ero abbastanza corraggiosa da sfondare quella porta. Restai lí una mezz'ora, poi mi alzai barcollante, camminai verso la stazione e salí su un treno qualunque. La mia mente vagava fra pensieri tristi a pensieri depressi. Cercavo un modo per tirarmi su, ma tutto quello che riuscivo a fare era peggiorare la situazione. Presi il treno di ritorno, sperando fosse quello giusto e fortunatamente lo era, arrivai a casa e mi infilai a letto. Gli occhi dritti sul soffitto, vuoti, vuoti come me.

-Era tutto quello che avevi, Cristina, e se n'è andato. Se ne è andato anche lui.

Pensai ad alta voce. Presi il telefono, cancellai il suo numero, i suoi messaggi, le nostre foto, ogni cosa. Mi accorsi solamente dopo, che, se avrei voluto eliminare tutto di lui, avrei dovuto eliminare anche me stessa, ma ero troppo codarda per farlo. Le lacrime nemmeno scendevano piú, provavo rabbia e tristezza allo stesso tempo. Buttai il telefono contro la porta e lo lasciai lí, in mille pezzi. In quel momento mi ritrovai a pensare che Jamie aveva fatto la stessa cosa con me, gettata a terra e ridotta in frantumi.

-Riuscirò ad alzarmi?

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