Erano le 12:30 in punto ed il campanellò suonò, presi la mia borsetta e mi avviai verso la porta per aprirla.
-Ciao Jamie.
-Cristina, sei incantevole.
Sussurrai un grazie e poi chiusi la porta a chiave.
Mi portò in un semplice ristorante, molto carino e delicato.
-Stasera esco con i miei amici.
Non so per quale motivo io abbia detto quella frase ma mi sentivo di farlo.
-C'è anche quel tipo?
Rabbrividí al pensiero del giorno precedente.
-No.
Il cameriere ci portò gli ordini e iniziammo a mangiare.
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Erano le 14:23 quando Jamie invece di fermarsi davanti a casa mia sfrecciò avanti.
-Casa mia era quella, sai?
-Lo so.
-Dove andiamo?
-Sorpresa.
Non parlai piú, aspettai di arrivare alla destinazione.
-Eccoci qui.
-Un Luna Park?
Esclamai piena di gioia.
-Ti piace?
-Se mi piace? Io adoro i Luna Park!
Rise prima di scendere dalla macchina. Ci avviammo verso il pagamento del biglietto e poi entrammo.
-Dove vuoi andare prima?
Disse indicando tutte le giostre colorate.
-Non lo so, scegli tu.
Dissi alzando la voce per farmi sentire a causa della musica.
-Vieni con me.
Mi prese la mano e mi trascinò davanti ad una casa di paura.
Mi immobbilizai all'istante.
-No Jamie.
Mi strinsi a lui.
-Tranquilla non fa paura.
Disse trascinandomi dentro.
Entrati divenne tutto buio, strinsi forte la sua mano che era ancora intrecciata alla mia e avanzai insieme a lui.
-Jamie.
-Sí?
-Ho paura.
Rise, creando l'eco della sua risata.
-Smettila di ridere.
Piagnucolai colpendolo leggermente alla spalla.
-Tranquilla, ci sono io qui con te.
Un telo bianco mi apparve di fronte facendomi strillare e poi un qualcosa di fiscido toccò la mia gamba. Mi aggrappai letteralmente a Jamie e chiusi gli occhi. Con mi a sorpresa mi strinse piú forte e mi baciò la fronte, guardai in alto verso di lui, i suoi occhi azzurri brillavano anche attraverso il buio. Si concentrò sulle mie labbra e mi lasciò un bacio morbido. Un altro telo si fece strada verso di noi. Jamie mi strinse a sè.
-Usciamo da qui.
Disse ridendo.
Prima di uscire altre cose spaventose ci venivano incontro o ci toccavano in modo da farmi gelare all'istante. Finalmente eravamo fuori.
-Direi che ora possiamo andare su qualcosa di meno terrificante.
Esclamai ridendo.
Dopo qualche montagna russa mi portò di fronte alla casetta dell'amore.
-È un po' troppo romantico da parte del signor Bower, no?
-Tu non mi conosci ancora, Cristina.
Avrei imparato a conoscerlo molto in fretta però.
-Dai entriamo.
Disse lui porgendomi la mano.
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Sweet black bet
Fiksi Penggemar'Vieni qui, ti prego. Sfonda pure la porta, ma io ti voglio qui.' Cristina ha diciotto anni e finiti gli studi a Londra torna in Italia, dalla sua famiglia e dai suoi amici. Qualcosa sconvolgerà la vita di tutti quanti e soprattutto quella di Cristi...