Capitolo 27

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Erano le 12:30 in punto ed il campanellò suonò, presi la mia borsetta e mi avviai verso la porta per aprirla.

-Ciao Jamie.

-Cristina, sei incantevole.

Sussurrai un grazie e poi chiusi la porta a chiave.

Mi portò in un semplice ristorante, molto carino e delicato.

-Stasera esco con i miei amici.

Non so per quale motivo io abbia detto quella frase ma mi sentivo di farlo.

-C'è anche quel tipo?

Rabbrividí al pensiero del giorno precedente.

-No.

Il cameriere ci portò gli ordini e iniziammo a mangiare.

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Erano le 14:23 quando Jamie invece di fermarsi davanti a casa mia sfrecciò avanti.

-Casa mia era quella, sai?

-Lo so.

-Dove andiamo?

-Sorpresa.

Non parlai piú, aspettai di arrivare alla destinazione.

-Eccoci qui.

-Un Luna Park?

Esclamai piena di gioia.

-Ti piace?

-Se mi piace? Io adoro i Luna Park!

Rise prima di scendere dalla macchina. Ci avviammo verso il pagamento del biglietto e poi entrammo.

-Dove vuoi andare prima?

Disse indicando tutte le giostre colorate.

-Non lo so, scegli tu.

Dissi alzando la voce per farmi sentire a causa della musica.

-Vieni con me.

Mi prese la mano e mi trascinò davanti ad una casa di paura.

Mi immobbilizai all'istante.

-No Jamie.

Mi strinsi a lui.

-Tranquilla non fa paura.

Disse trascinandomi dentro.

Entrati divenne tutto buio, strinsi forte la sua mano che era ancora intrecciata alla mia e avanzai insieme a lui.

-Jamie.

-Sí?

-Ho paura.

Rise, creando l'eco della sua risata.

-Smettila di ridere.

Piagnucolai colpendolo leggermente alla spalla.

-Tranquilla, ci sono io qui con te.

Un telo bianco mi apparve di fronte facendomi strillare e poi un qualcosa di fiscido toccò la mia gamba. Mi aggrappai letteralmente a Jamie e chiusi gli occhi. Con mi a sorpresa mi strinse piú forte e mi baciò la fronte, guardai in alto verso di lui, i suoi occhi azzurri brillavano anche attraverso il buio. Si concentrò sulle mie labbra e mi lasciò un bacio morbido. Un altro telo si fece strada verso di noi. Jamie mi strinse a sè.

-Usciamo da qui.

Disse ridendo.

Prima di uscire altre cose spaventose ci venivano incontro o ci toccavano in modo da farmi gelare all'istante. Finalmente eravamo fuori.

-Direi che ora possiamo andare su qualcosa di meno terrificante.

Esclamai ridendo.

Dopo qualche montagna russa mi portò di fronte alla casetta dell'amore.

-È un po' troppo romantico da parte del signor Bower, no?

-Tu non mi conosci ancora, Cristina.

Avrei imparato a conoscerlo molto in fretta però.

-Dai entriamo.

Disse lui porgendomi la mano.

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