Capitolo 31

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La luce di una mattina di sole illuminava il viso di Jamie, le sue labbra erano a dir poco perfette, sembravano disegnate a mano dal pittore piú bravo.

-Che c'è?

Sussurò Jamie sorridendo.

-Perchè mi guardi?

-Perchè sei bellissimo.

Risposi baciando la sua guancia morbida e spostandoli una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

-Preparo la colazione.

Dissi alzandomi dal letto e dirigendomi in cucina. Misi a bollire l'acqua per il thè e preparai una spremuta d'arancia, qualche fetta di pane e nutella e dei biscotti al cioccolato.

Delle mani grandi e sicure mi avvolsero dalla vita. Mi baciò il collo cullandomi a lui.

-Stasera ti porto a mangiare fuori.

-Sei un romanticone Bower.

Dissi girandomi e stampandoli un bacio sulle labbra.

-E adesso siediti e mangia, ho troppa fame!

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Era mezzogiorno e io e Jamie avevamo deciso che per queste due settimane sarebbe venuto a stare da me, cosí era andato a casa a portare un po' di roba qui, una mossa un po' impulsiva, ma alla fine era ciò che ci accumunava entrambi.

Preparai qualcosa da mangiare mentre lo aspettavo e poco dopo tornò con una valigia.

-Ciao piccola.

Disse entrando in cucina e stampandomi un bacio sulle labbra mentre tagliuzzavo qualche verdura.

-Lascia lí la valigia ti aiuto a sistemarla dopo.

-Va bene, capo.

Feci una risatina e poi aggiustai il tavolo.

Mangiammo e poco dopo aiutai Jamie a sistemare la valigia in camera mia. Mise alcuni vestiti in una parte d'armadio vuota e altre cose in un cassettino. Notai che nella valigia c'era la foto che avevo osservato parecchio tempo fa, cosí la presi in mano e mi misi seduta sul letto a guardarla. Un piccolo Jamie stava al centro e teneva la mano ad una signora davvero carina, mentre altre due bambine ridevano con loro.

-Chi sono?

Mi pentí immediatamente di aver chiesto una cosa cosí in un modo spudarato.

-Ehm, mia mamma e le mie sorelle.

-Davvero?

-Già.

Sussurò girato mentre sistemava un profumo nel cassetto, pochi secondi dopo lo frantumò buttandolo a terra. Sobbalzai sul letto mettendo una mano alla bocca.

-Jamie?

Mormorai in lacrime, ero stata una stupida.

-Scusa, io non volevo essere- scusami.

Dissi oramai piangendo.

Si accasciò a terra, piangendo e singhiozzando, non lo avevo mai visto cosí, non aveva mai pianto davanti a me. Mi avvicinai a lui poggiando una mano sulla sua spalla, inizialmente si irrigidí ma si calmò quando lo abbraccia dalle spalle. Mi misi fra lui e il cassetto e con due dita alzai il suo viso guardando i suoi occhi azzurri, lo baciai, un impasto di lacrime e sofferenza, tristezza e dolore ma un piccolo bagliore di speranza, lui era la mia speranza ed io la sua. Mi prese in braccio stendendoci sul letto e rimanemmo abbracciati cosí, con mille pensieri e centinaia di lacrime che solcavano i nostri occhi, l'indomani mi avrebbe raccontato ma in quel momento, avevamo entrambi solamente il bisogno di tenerci stretti, di tenerci.

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