Capitolo 33

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L'acqua mi scorreva calda sul corpo, mentre continuavo a pensare alle parole del mio ragazzo. Mi faceva strano anche solo definirlo il mio ragazzo, ma in qualche modo mi sentivo bene. Spensi l'acqua e mi asciuguai i capelli con il phon, indossai l'intimo e uscí dal bagno, Jamie stava aspettando di entrare in doccia mentre giocherellava con il telefono.

-La doccia è sua, signor Bower.

-Grazie mille signorina Grace.

Entrò nel bagnò e si chiuse la porta dietro di sè, sentí l'acqua scorrere poco dopo. Aprí l'armadio e scelsi una gonna bianca a vita alta, lunga fino alle caviglie, sopra una cannottiera nera che avrei abbinato in seguito con le scarpe e la borsetta. Pettinai i capelli davanti allo specchio in camera mia e misi il profumo ed il deodorante. Poco dopo Jamie uscí dal bagno in boxer mostrando i suoi muscoli. Ammicai un sorriso poi presi a truccarmi prima che il biondo mi potesse fermare.

-Hei no! Non truccarti, sei cosí bella senza.

-Mh, a me non sembra.

-Scherzi?

Disse con faccia stupita.

-No Jamie.

Risposi ridendo.

-Sei bellissima con e senza trucco, ma senza, posso ammirare di piú i tuoi occhi e baciarti meglio le labbra.

-Va bene, ringrazia il tuo lato dolce, hai vinto.

Sorrisi mettendo giú il mascara.

Prese una maglietta bianca e stretta dal cassetto e dei jeans neri, insomma l'outfit che piú mi piaceva su di lui. Indossò un paio di vans nere e si sistemò i capelli. Presi anche io le mie scarpe nere con il tacco e me le infilai, si avvicinò a me porgendomi la mano, mi alzai e mi misi davanti a lui e nonostante portassi dei tacchi alti ero ancora piú bassa di lui, la sua bocca arrivava al mio naso. Mi lasciò un bacio sulla fronte per poi prendermi in braccio. Mi lasciai sfuggire un urlo prima di scoppiare in una fragorosa risata.

-Jamie!

Dissi cercando di tenermi a lui mentre scendeva per le scale e prendeva la mia borsa dalla camera.

-Chiudi la porta.

Disse ridendo facendomi saltellare fra le sue braccia. Chiusi la porta e misi le chiavi in borsa poi lui camminò ancora fino alla macchina e mi poggiò a terra. Mi aprí la porta e mi fece salire, poi chiuse la porta e salí anche lui. Accese il motore e partí.

-Attento che potrei abituarmi a questo tuo lato dolce e romantico.

-Forse è meglio che ti ci abitui.

Disse ridendo mentre svoltava a destra.

Pochi minuti dopo arrivammo a destinazione, un ristorante davvero carino e molto elegante.

-Avete prenotato il tavolo signori?

Ci chiese il camerire all'entrata.

-Sí, a nome Bower.

-Ooh lei è il signor Bower.

Disse ammicando un sorriso complice.

-È lei deve essere la signorina Grace, giusto?

-Giusto.

-Prego, il vostro tavolo è di qui, seguitemi.

Si avviò verso il fondo del ristorante mentre si faceva spazio fra i tavoli pieni di gente, coppie di fidanzati, amici, famiglie e persone che avrebbero voluto qualcun'altro lí con loro, lo si notava dai loro occhi, tristi e vuoti, altri occhi erano pieni e colorati, decisi e importanti ma nessuna di quelle iridi poteva battere la bellezza degli occhi di Jamie. Il nostro tavolo era davanti ad una finestra, si vedeva il mondo da quella finestra, quello finto però, quello che si fa vedere ai bambini, quello bello. Insomma era tutto finto quel che vedevo, gli alberi si facevano spazio nel buio e la luna illuminava, insieme alle stelle, la strada. Apprezzai la cosa, nonostante Jamie non appartenesse al mondo buono e gentile, voleva che io vivessi in questo tipo di mondo. Rimasi comunque stupefatta da quella visuale, era davvero magnifico.

-Jamie, è bellissimo.

Dissi ammicando un sorriso.

Mi fece sedere sulla sedia e poi lui si mise davanti a me.

-Sei davvero bellissima.

Sorrisi mentre mi sistemai una ciocca di capelli dietro l'orecchio, per guardare meglio la persona che mi stava regalando la felicità.

Diventò cupo tutto d'un tratto.

-Jamie, che c'è?

Chiesi con aria preoccupata.

-Mia madre e le mie due sorelle.

-Le persone nella foto, sono loro, mia madre e le mie due sorelle.

Continuò guardando fuori.

-Jamie, non sei obblig-

-Non le vedo da tre anni, me ne sono andato tre anni fa e ho cominciato a spacciare, con tuo fratello, poi abbiamo deciso di smettere, Stefano mi parlava di te, ti ho vista in foto e volevo averti, so che ora ti incazzerai sia con me, sia con tuo fratello ma devo dirti la verità.

Cominciavo a preoccuparmi seriamente, non avevo idea di cosa potesse dire, ma avevo paura.

-Io e tuo fratello abbiamo smesso di spacciare, abbiamo trovato lavoro in un'officina, ci pagano davvero bene e io e Stefano possiamo alternarci i turni, visto che è come se fosse nostra. Ora sta lavorando lui e-

-Volete ordinare, signori?

Il cameriere lo fermò ed io lo insultai mentalmente.

-Chieda allo chef qualcosa di buono.

Disse Jamie sorridendo, mandando via cosí, il cameriere.

-Dicevo, ora lavora lui e in realtà lui non è mai stato in pericolo. Era tutta una falsa.

-Cosa? Jamie mi prendi in giro? Eravate d'accordo!

Mi accorsi solo dopo aver parlato che avevo alzato la voce, cosí abbassai lo sguardo.

-Mi sarei innamorata di te anche se non mi avresti minaciata.

Amisi ancora con occhi bassi.

-Non mi ha voluto la mia famiglia, come potevi volermi tu?

Quella frase serví a farmi capire tutto. Non era di certo colpa sua se aveva anche un lato oscuro. Ero sicura che alla sua famiglia mancava molto.

-Oh Jamie.

Presi la sua mano per farmi guardare negli occhi.

-Non importa Jamie, non importa, la cosa che importa ora è che tu stia con me, ed io stia con te.

Mi guardò negli occhi facendomi stare in paradiso.

Volevo aiutarlo, ero stanca di continuare a guardare il suo viso malinconico mentre pensava a loro, lo avrei aiutato, in qualche modo. Mi serviva solo sapere come e quando, ma gli avrei fatti incontrare.

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