Capitolo 19

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Era ormai un'ora che cucinavamo, stava andando bene, fino a quando mentre aggiustavo la pizza non mi afferrò per i fianchi e dal dietro mi abbracciò, scese sul mio fondoschiena e lo strinse, lo allontanai via con una spinta.

Rise euforicamente.

-Che hai da ridere?

-La gente pagherebbe per essere al tuo posto.

-Io non credo proprio, non sei cosí mozzafiato.

Mentí ovviamente.

-È per questo che mi guardi sempre?

-Stai zitto, Bower.

-Sei eccitante quando mi chiami per cognome, sai?

Disse avvicinandosi.

-Smettila.

Sbuffai allontandolo nuovamente.

-Prendi la pizza, è cotta.

Indicai il forno.

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Era ormai mezzanotte, dovevo andarmene a casa.

-Credo che sia ora che io me ne vada.

Dissi pulendomi le labbra con il tovagliolo.

-Resta qui.

-Devo andare.

-Non era domanda, ma un ordine.

Disse prima di sorridere e guardarmi.

Sbuffai, passare del tempo con lui non mi dispiaceva, peccato che mi stesse minacciando e ogni cosa era un buon pretesto per toccarmi. Mi misi seduta sul divano e poco dopo lui mi seguí.

-Devo avvisare mia mamma.

-Mandale un messaggio.

-Sei serio? Pensavo dovessi mandare un messaggero!

-Fai la simpatica, eh. Adesso se ti prendo!

Cominciai a correre intorno al divano fino a quando lui non mi prese buttandomi sul sofà, cominciò a farmi il solletico e a ridere.

-Smettila!

Gridai ridendo.

-Oh no.

Rise anche lui.

Mi guardò continuando a solleticarmi, si fermò per una frazione di secondo e appoggiò le sue labbra sulle mie. Accarezzò la mia guancia sinistra e poi tolse le labbra dalle mie. Senza dire una parola salí sulle scale e io mi misi seduta.

-Non capirò mai questo ragazzo.

Pensai ad alta voce. A volte era il ragazzo piú dolce della terra altre quello da evitare assolutamente. Tornò poco dopo in maglietta e boxer, in mano aveva una sua maglietta che mi lanciò poco dopo.

-Mettiti questa.

-E i pantaloni?

-Ti arriva fino alle caviglie 'sta maglietta.

-Ehy, non sono cosí bassa.

Dissi mettendo il broncio.

-No, sei solo una nana, la mia nana.

Sorrise, poi andò verso il bagno ed io ne approffitai per cambiarmi, la sua maglietta mi arrivava appena sopra le ginocchia. Misi i miei vestiti sul comò vicino al divano, vicino ad una foto, in quella foto c'erano lui, due ragazze e una signora piú grande.

-Che stai facendo?

-Uhm? Oh, nulla, guardavo!

-Bene, non farlo piú.

-V-va bene.

Seduto sul divano accese la televisione.

Continuai a fissarlo, immobile e paralizzata dai suoi occhi.

-Vuoi restare lí a guardarmi ancora per molto angelo?

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