Era ormai un'ora che cucinavamo, stava andando bene, fino a quando mentre aggiustavo la pizza non mi afferrò per i fianchi e dal dietro mi abbracciò, scese sul mio fondoschiena e lo strinse, lo allontanai via con una spinta.
Rise euforicamente.
-Che hai da ridere?
-La gente pagherebbe per essere al tuo posto.
-Io non credo proprio, non sei cosí mozzafiato.
Mentí ovviamente.
-È per questo che mi guardi sempre?
-Stai zitto, Bower.
-Sei eccitante quando mi chiami per cognome, sai?
Disse avvicinandosi.
-Smettila.
Sbuffai allontandolo nuovamente.
-Prendi la pizza, è cotta.
Indicai il forno.
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Era ormai mezzanotte, dovevo andarmene a casa.
-Credo che sia ora che io me ne vada.
Dissi pulendomi le labbra con il tovagliolo.
-Resta qui.
-Devo andare.
-Non era domanda, ma un ordine.
Disse prima di sorridere e guardarmi.
Sbuffai, passare del tempo con lui non mi dispiaceva, peccato che mi stesse minacciando e ogni cosa era un buon pretesto per toccarmi. Mi misi seduta sul divano e poco dopo lui mi seguí.
-Devo avvisare mia mamma.
-Mandale un messaggio.
-Sei serio? Pensavo dovessi mandare un messaggero!
-Fai la simpatica, eh. Adesso se ti prendo!
Cominciai a correre intorno al divano fino a quando lui non mi prese buttandomi sul sofà, cominciò a farmi il solletico e a ridere.
-Smettila!
Gridai ridendo.
-Oh no.
Rise anche lui.
Mi guardò continuando a solleticarmi, si fermò per una frazione di secondo e appoggiò le sue labbra sulle mie. Accarezzò la mia guancia sinistra e poi tolse le labbra dalle mie. Senza dire una parola salí sulle scale e io mi misi seduta.
-Non capirò mai questo ragazzo.
Pensai ad alta voce. A volte era il ragazzo piú dolce della terra altre quello da evitare assolutamente. Tornò poco dopo in maglietta e boxer, in mano aveva una sua maglietta che mi lanciò poco dopo.
-Mettiti questa.
-E i pantaloni?
-Ti arriva fino alle caviglie 'sta maglietta.
-Ehy, non sono cosí bassa.
Dissi mettendo il broncio.
-No, sei solo una nana, la mia nana.
Sorrise, poi andò verso il bagno ed io ne approffitai per cambiarmi, la sua maglietta mi arrivava appena sopra le ginocchia. Misi i miei vestiti sul comò vicino al divano, vicino ad una foto, in quella foto c'erano lui, due ragazze e una signora piú grande.
-Che stai facendo?
-Uhm? Oh, nulla, guardavo!
-Bene, non farlo piú.
-V-va bene.
Seduto sul divano accese la televisione.
Continuai a fissarlo, immobile e paralizzata dai suoi occhi.
-Vuoi restare lí a guardarmi ancora per molto angelo?
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Sweet black bet
Fiksi Penggemar'Vieni qui, ti prego. Sfonda pure la porta, ma io ti voglio qui.' Cristina ha diciotto anni e finiti gli studi a Londra torna in Italia, dalla sua famiglia e dai suoi amici. Qualcosa sconvolgerà la vita di tutti quanti e soprattutto quella di Cristi...