Capitolo 39

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Il mio telefono mi avvisò dell'arrivo di un messaggio.

'Stasera esci con me e gli altri dolcezza?

Niall. xx'

-Chi è?

Chiese Jamie mentre continuava a cambiare canale alla tv.

-Niall.

-Niall?

-È il mio migliore amico da quando ero a Londra, stasera ti va di uscire con lui?

-Certo.

Rispose spegnendo la Tv.

Mandai un messaggio a Niall confermando, avvisai poi Beatrice e tutti gli altri.

-Che vuoi fare?

Chiesi a Jamie, mentre giocavo con i suoi capelli.

-Vado a trovare un mio amico, torno subito okey?

Sorrise stampandomi un bacio.

-Vuoi che ti accompagni?

-No.

Si irrigidí.

-Tranquilla.

Mi sorrise di nuovo poi si alzò dal divano.

C'era qualcosa che non andava e lo leggevo nei suoi modi di fare. Mi salutò e uscí di casa. La curiosità e l'ansia mi spinse pochi minuti dopo a seguirlo. Non prese la macchina, ma camminò per circa dieci minuti in una stradina poco abitata. Mi nascosi il piú possibile e cercai di non fare rumore. Alla fine del vicolo vidi un ragazzo dell'età di Jamie salutarlo, mi infilai dietro ad un cassonetto a spiarli maledicendomi per quello che stavo facendo.

-Sai che me ne sono tirato fuori vero?

Disse Jamie alzando la voce.

-Che cazzo stai dicendo? Siamo fottuti.

Urlò il moro.

-Ascolta Jack.

Mormorò.

-Paghiamo gli ultimi conti con quelle teste di cazzo e poi mi lasci stare.

-Tu non hai capito, ci vogliono morti!

Abbaiò Jack.

A quelle parole cascai all'indietro facendo rimbalzare una lattina di coca cola contro il muro.

-Merda!.

Sussurai.

-Chi cazzo è? Vieni fuori coglione.

Urlò Jack sbattendo qualcosa a terra.

In preda al panico mi alzai in piedi con l'intenzione di scappare, ma ovviamente il mio coraggio scomparve proprio in quel momento.

-Cristina? Che diamine?

-La conosci?

Chiese il moro incredulo.

-È la mia ragazza.

Borbotò Jamie alzando le mani.

-Senti ne riparliamo, okey Jack? Ci vediamo, amico.

Si avvicinò a me guardandomi in cagnesco.

-Che diavolo è questa storia?

Jamie guardò avanti a sè prendendomi per un polso. Mi liberai.

-Jamie!

Urlai.

-Muoviti!

Gridò.

-Ti spiego tutto a casa.

Disse abbassando la voce.

Lo seguí fino a casa, cercando di non crollare in mezzo alla strada o di non gridare per avere spiegazioni. Entrai in casa sbattendo la porta dietro di me.

-Ora spiegami Jamie, perchè sono proprio curiosa di sapere chi ti vuole morto!

Urlai in preda ad una crisi isterica.

-Siediti!

Sbraitò indicandomi il divano.

-Jamie ma che cazzo stai dicendo? Spiegami cosa sta succedendo!

Gridai nuovamente.

-Vuoi sapere cosa succede? Va bene! Jack spacciava insieme a me, qualcuno ora dice che ha pagato ma non ha avuto la roba, quindi ora vuole un risarcimento e sai qual è questo risarcimento?

Chiese guardandomi negli occhi.

-Sono io, esatto! Quindi l'unica cosa che posso sperare è che si dimentichi di questa faccenda o pagare diecimila euro. Ah e lui ha una buona memoria.

-Troveremo quei diecimila euro Jai!

Dissi mettendomi le mani tra i capelli.

-No Cristina. Io troverò quei diecimila euro.

-Io ti aiuto Jamie, okey?

-No cazzo, non capisci! Ti meriti una vita normale! Ti sto facendo del male e ora ho realmente paura che se sanno che ho una ragazza, potrebbero fare del male anche a te.

-Non se tu pagherai, troveremo i soldi e sarà tutto finito!

Mi guardò per qualche secondo, poi sbuffò.

-Vado a farmi una doccia.

Mormorò.

-Va bene.

Mi avvicinai a lui e lo baciai.

-Jamie, ti amo.

Sussurrai sulle sue labbra.

-Ti amo anche io.

-Mentre tu ti fai una doccia io vado un attimo da Valeria, non sta molto bene.

Dissi mentre prendevo le chiavi di casa.

-Va bene, stai attenta.

Mormorò guardando da un'altra parte. Qualcosa non andava e non era per il fatto dei soldi.

Prima che potessi chiudere la porta mi fermò.

-Cristina!

-Sí?

Chiesi esitando.

-Ti amo.

Sorrisi.

-Anche io.

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