Capitolo 28

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Mi prese la mano portandomi dolcemente in avanti fino all'entrata. C'era una semplice barchetta, rosa, per due persone che gallegiava in un fiume, rosa, tanti cuori, rosa, e tanto tanto rosa.

Insomma, lo schifo.

Sembrava una di quelle case Barbie che prendi alle bambine di otto anni.

-Un po' meno rosa?

Borbotai.

-Non ti piace il rosa?

-Certo che mi piace ma cosí è... bleah.

Rise a quel mio commento e poi mi fece salire sulla barchetta, poco dopo salí anche lui e la navetta partí.

-Credo che vomiterò dopo tutto questo rosa.

Disse lui appoggiandosi allo schienale.

-Credo che lo farò anche io.

-Oh, guarda è l'ora del bacio.

Disse lui avinandosi a me piú di quanto non lo fosse già.

-In realtà non piú.

Dissi indicando con un dito la zona passata.

-Non mi sembri una che segue le regole.

Sorrisi insieme a lui. Dannazione, mi aveva presa.

Avicinò le sue labbra alle mie e mi stampò un lungo bacio, aveva delle labbra morbidissime, gli permisi di entrare, facendo cosí incontrare le nostre lingue che si cercavano, una mia mano sul suo collo e l'altra che gli accarezzava i capelli. Ci staccammo dopo parecchi minuti.

-Niente male Bower.

Dissi sorridendo.

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Jamie mi riaccompagnò a casa alle sette.

-Mangi con me?

-Volentieri.

Aprí la porta di casa con le chiavi e le misi sul comodino accanto alla porta. Tolsi le vans dai miei piedi stanchi e mi buttai sul divano, lui mi seguí e fece lo stesso.

-Sono stanchissima, vado a farmi una doccia.

-Se vuoi posso aiutarti io.

Disse lui con un sorriso malizioso mentre mi alzavo dal divano.

-Faccio finta di non aver sentito.

Gridai ormai sopra le scale. Andai in camera mia e presi dei cambi puliti e il vestito per la sera dirigendomi in bagno. Posai i vestiti sul cesto e mi spogliai accendendo l'acqua calda, entrai e mi feci una veloce doccia. Uscí e mi misi un asciugamano in testa e poi i vestiti. Indossavo un vestito nero che rimaneva poco piú corto dell'altezza delle ginocchia. Scesi le scale e Jamie era ancora sul divano con la tv accesa. Si girò per guardami.

-Sei una favola.

Sorrisi.

-Va bene se ordino delle pizze?

-Certo.

Ordinai due pizze, la mia patatine e la sua ai wurstel, mi tolsi l'asciugamano dalla testa e riandai a sedermi sul divano, lui spense la tv.

-Perchè l'hai spenta?

-Perchè tu sei meglio.

-Che onore, sono meglio di una televisione.

Dissi ridendo.

Mi prese il viso con le dita e appoggiò le sue labbra alle mie e mi lasciò un semplice bacio.

-Scusa, non ho resistito.

-Scusa, stavolta non resisto io.

Appoggiai una mano al suo capo per portarlo a me e lo baciai, continuando a farlo salí a cavalcioni su di lui, la sua lingua cercava la mia e poco dopo la trovò. Le sue mani correvano sul mio corpo mentre le nostre bocche continuavano a baciarsi. Si fermò per respirare e poi si fiondò nuovamente sulle mie labbra fino a quando non suonò il campanello.

-Stupida pizza!

Esclamò.

Mi alzai da lui e andai ad aprire, pagai e chiusi nuovamente la porta. Poggiai le pizze sul divano e mi misi nuovamente su di lui cercando le sue labbra.

-Mi piacciono questi tuoi cambiamenti.

Disse sorridendo sulle mie labbra.

-Mi fai questo effetto, Bower.

Ci baciammo ancora a lungo e poi ci fermammo per mangiare le pizze. Dopo circa un'ora avevamo finito, guardai l'orologio che segnava le nove in punto.

-Devo prepararmi.

Gridai correndo per le scale.

Mi truccai leggermente con una linea di matita sopra l'occhio e un po' di mascara, un rossetto rosso sulle labbra e nulla sul viso. Mi pettinai i capelli che lasciai cadere sulle spalle. Presi le mie scarpe nere col tacco e le infilai, una piccola borsetta a bordi dorati e scesi giú.

-Smettila di essere cosí bella.

-E tu smettila di mentire.

Erano le 9:30 e ci mettevo circa quindici minuti ad arrivare ma con i tacchi partivo sempre molto prima.

-Io devo andare Jamie.

Dissi avicinandomi a lui.

-Non vai.

-Cosa?

-Non voglio che tu vada.

-Jamie, scherzi?

-No, tu stai a casa.

-Perchè fai cosí? Mi sto fidando di te, mi sto fidando di te nonostante tutto e tutti, ti sto dando l'anima Jamie, non puoi rovinare tutto in questo modo.

-Scusa.

Sussurrò.

-Io vado.

Dissi rigida.

-Se vuoi aspettami qui.

Mi ammorbidí.

-Te ne andrai vero? Intendo, te ne andrai da me.

-Sei un pazzo.

Corsi verso di lui e lo baciai.

-Non me ne vado Jamie, non me ne vado.

Sussurrai sulle sue labbra.

-Le chiavi di scorta sono nel cassetto in alto in cucina.

Dissi prendendo le chiavi che avevo lasciato sul comodino. Mi richiusi la porta alle spalle e mi avviai verso il locale.

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