Mi prese la mano portandomi dolcemente in avanti fino all'entrata. C'era una semplice barchetta, rosa, per due persone che gallegiava in un fiume, rosa, tanti cuori, rosa, e tanto tanto rosa.
Insomma, lo schifo.
Sembrava una di quelle case Barbie che prendi alle bambine di otto anni.
-Un po' meno rosa?
Borbotai.
-Non ti piace il rosa?
-Certo che mi piace ma cosí è... bleah.
Rise a quel mio commento e poi mi fece salire sulla barchetta, poco dopo salí anche lui e la navetta partí.
-Credo che vomiterò dopo tutto questo rosa.
Disse lui appoggiandosi allo schienale.
-Credo che lo farò anche io.
-Oh, guarda è l'ora del bacio.
Disse lui avinandosi a me piú di quanto non lo fosse già.
-In realtà non piú.
Dissi indicando con un dito la zona passata.
-Non mi sembri una che segue le regole.
Sorrisi insieme a lui. Dannazione, mi aveva presa.
Avicinò le sue labbra alle mie e mi stampò un lungo bacio, aveva delle labbra morbidissime, gli permisi di entrare, facendo cosí incontrare le nostre lingue che si cercavano, una mia mano sul suo collo e l'altra che gli accarezzava i capelli. Ci staccammo dopo parecchi minuti.
-Niente male Bower.
Dissi sorridendo.
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Jamie mi riaccompagnò a casa alle sette.
-Mangi con me?
-Volentieri.
Aprí la porta di casa con le chiavi e le misi sul comodino accanto alla porta. Tolsi le vans dai miei piedi stanchi e mi buttai sul divano, lui mi seguí e fece lo stesso.
-Sono stanchissima, vado a farmi una doccia.
-Se vuoi posso aiutarti io.
Disse lui con un sorriso malizioso mentre mi alzavo dal divano.
-Faccio finta di non aver sentito.
Gridai ormai sopra le scale. Andai in camera mia e presi dei cambi puliti e il vestito per la sera dirigendomi in bagno. Posai i vestiti sul cesto e mi spogliai accendendo l'acqua calda, entrai e mi feci una veloce doccia. Uscí e mi misi un asciugamano in testa e poi i vestiti. Indossavo un vestito nero che rimaneva poco piú corto dell'altezza delle ginocchia. Scesi le scale e Jamie era ancora sul divano con la tv accesa. Si girò per guardami.
-Sei una favola.
Sorrisi.
-Va bene se ordino delle pizze?
-Certo.
Ordinai due pizze, la mia patatine e la sua ai wurstel, mi tolsi l'asciugamano dalla testa e riandai a sedermi sul divano, lui spense la tv.
-Perchè l'hai spenta?
-Perchè tu sei meglio.
-Che onore, sono meglio di una televisione.
Dissi ridendo.
Mi prese il viso con le dita e appoggiò le sue labbra alle mie e mi lasciò un semplice bacio.
-Scusa, non ho resistito.
-Scusa, stavolta non resisto io.
Appoggiai una mano al suo capo per portarlo a me e lo baciai, continuando a farlo salí a cavalcioni su di lui, la sua lingua cercava la mia e poco dopo la trovò. Le sue mani correvano sul mio corpo mentre le nostre bocche continuavano a baciarsi. Si fermò per respirare e poi si fiondò nuovamente sulle mie labbra fino a quando non suonò il campanello.
-Stupida pizza!
Esclamò.
Mi alzai da lui e andai ad aprire, pagai e chiusi nuovamente la porta. Poggiai le pizze sul divano e mi misi nuovamente su di lui cercando le sue labbra.
-Mi piacciono questi tuoi cambiamenti.
Disse sorridendo sulle mie labbra.
-Mi fai questo effetto, Bower.
Ci baciammo ancora a lungo e poi ci fermammo per mangiare le pizze. Dopo circa un'ora avevamo finito, guardai l'orologio che segnava le nove in punto.
-Devo prepararmi.
Gridai correndo per le scale.
Mi truccai leggermente con una linea di matita sopra l'occhio e un po' di mascara, un rossetto rosso sulle labbra e nulla sul viso. Mi pettinai i capelli che lasciai cadere sulle spalle. Presi le mie scarpe nere col tacco e le infilai, una piccola borsetta a bordi dorati e scesi giú.
-Smettila di essere cosí bella.
-E tu smettila di mentire.
Erano le 9:30 e ci mettevo circa quindici minuti ad arrivare ma con i tacchi partivo sempre molto prima.
-Io devo andare Jamie.
Dissi avicinandomi a lui.
-Non vai.
-Cosa?
-Non voglio che tu vada.
-Jamie, scherzi?
-No, tu stai a casa.
-Perchè fai cosí? Mi sto fidando di te, mi sto fidando di te nonostante tutto e tutti, ti sto dando l'anima Jamie, non puoi rovinare tutto in questo modo.
-Scusa.
Sussurrò.
-Io vado.
Dissi rigida.
-Se vuoi aspettami qui.
Mi ammorbidí.
-Te ne andrai vero? Intendo, te ne andrai da me.
-Sei un pazzo.
Corsi verso di lui e lo baciai.
-Non me ne vado Jamie, non me ne vado.
Sussurrai sulle sue labbra.
-Le chiavi di scorta sono nel cassetto in alto in cucina.
Dissi prendendo le chiavi che avevo lasciato sul comodino. Mi richiusi la porta alle spalle e mi avviai verso il locale.

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Sweet black bet
Hayran Kurgu'Vieni qui, ti prego. Sfonda pure la porta, ma io ti voglio qui.' Cristina ha diciotto anni e finiti gli studi a Londra torna in Italia, dalla sua famiglia e dai suoi amici. Qualcosa sconvolgerà la vita di tutti quanti e soprattutto quella di Cristi...