Capitolo 37

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La mia sveglia suonò alle nove in punto. Jamie era rimasto abbracciato a me per tutta la notte, sembrava un bambino in cerca di amore. Aprí gli occhi uno ad uno e mi stiracchiai un poco.

-Amore, svegliati.

Sussurrai al suo orecchio.

Mormorò qualcosa e poi aprí gli occhi.

-Che ore sono?

Sussurrò strizzando gli occhi.

-Le nove Jamie.

-Le nove amore? Che dobbiamo fare?

-Ci incontriamo con Stefano.

Sbuffò ma poi sorrise.

-Mi manca quel bastardo.

Disse buttando la testa sul cuscino.

-Vado a farmi una doccia, tu cerca di svegliarti dormiglione.

Dissi alzandomi dal letto.

-Se vuoi la facciamo insieme.

Mormorò con un sorriso malizioso.

-Magari un'altra volta Bower.

Sorrisi, poi prendendo il cambio andai in bagno. Mi lasciai scorrere l'acqua sulla pelle mentre la mia ansia saliva sempre di piú. Mi insaponai per bene, poi dopo essermi risciaquata chiusi l'acqua e indossai il mio intimo. Misi dei jeans blu e poi una camicetta bianca, legai i capelli in una coda alta e uscí dal bagno. Jamie era ancora a letto che sonnechiava.

-Jay svegliati, è tardi.

-Mh, a che ora dobbiamo trovarci?

Mormorò mentre si passava una mano fra i capelli.

-Dieci e un quarto e sono già le nove e quaranta, corri in doccia.

Sbuffò, poi alzandosi dal letto mi baciò la fronte e andò in bagno.

Una ventina di minuti dopo io ero pronta e anche Jamie. Uscimmo di casa alle dieci in punto e le mie gambe non so come riuscissero a muoversi con tutta l'ansia che avevo. L'incontro era al bar sotto casa.

-Bene, eccoci qui.

Sussurrai con la voce tremante.

-Cri, che hai?

-Nulla, entriamo.

Ero davvero nervosa, pensavo a cose negative, poi, dopo essere entrata nel bar scrutai la testa della donna che avevo incontrato ieri. Mi notò anche lei e qualche secondo dopo osservò Jamie e le lacrime iniziarono a scenderle sul viso. Mi girai verso Jamie, lui era immobile e pallido, era diventato di pietra. Presi la sua mano e la intrecciai alla mia, lo scossi e poi camminai in direzione di Anne, lui muoveva le gambe e i suoi occhi erano fermi, puntati sulla sua famiglia. Giunti al tavolo Anne allargò le sue braccia e strinse forte suo figlio, due ragazze molto belle la seguirono e fecero lo stesso. Jamie era immobile, circondato da lacrime d'amore. Mi allarmai all'istante, si sarebbe trasformato tutto in casino assurdo, poi Jamie alzò le braccia e le mise attorno a loro, iniziò a piangere anche lui mentre posava la sua testa su quella di Anne. Io rimasi lí con il sorriso sulle labbra e gli occhi pieni di lacrime. Tutte le persone ci guardavano ma a me non importava, a nessuno importava. L'uomo che amavo piú della mia stessa vita era lí, abbracciato alla sua famiglia, guardandomi ogni tanto e ringraziandomi con gli occhi. In quel momento capí il significato della felicità. La mia felicità è il suo sorriso.







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