Capitolo 16.

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-Non posso farti questo.

Sospirò e si stese accanto a me, accarrezzandomi il viso.

-Che vuoi dire?

Dissi guardandolo stranita.

-Che ti amo troppo per farti questo.

-Farmi che? Spiegati.

-La tua prima volta deve essere con qualcuno che ami e a me, puoi volermi tutto il bene che vuoi, amarmi come amico, ma non mi ami sul serio, non come dovresti.

Sospirò nuovamente guardando il soffitto.

Scoppiai a piangere e mi aggrappai a lui.

-Fa niente se ti tengo stretta a me per stanotte?

Come risposta lo abbracciai piú forte, per far sí che il suo profumo mi mandasse in estasi.

Rimasi lí, sicura tra le sue braccia, con solo un punto fermo: se non ci fosse stato Jamie, avrei davvero accettato?

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Mi svegliai nella stessa posizione in cui mi ero addormentata, guardai verso Mattia, mi stava osservando.

-Buongiorno piccola.

Sorrise dandomi un bacio sulla fronte.

Ricambiai il sorriso, poi mi misi seduta sul letto, sempre fra le sue braccia.

-Ti prego, non voglio che cambi niente del nostro rapporto dopo che avrò solcato quella porta, non voglio salutarti timidamente senza poterti saltare in braccio, baciarti e fare il solletico.

-Farò il possibile per far sí che non cambi nulla.

-Promesso?

-Promesso.

Disse abbracciandomi.

Presi i miei vestiti e le scarpe e gli indossai, mi sistemai un poco i capelli allo specchio e mi soffermai a guardare Mattia, che rimase a letto.

-Allora io vado.

Dissi avvicinandomi al letto per salutarlo. Quando mi abbassai verso di lui mi trascinò ancora a sè facendomi cadere su di lui. Rimasi ferma su di lui, per guardarlo negli occhi, per scavarli nell'anima. Amore, c'era solo questo. Incastrai la mia testa nell'incavatura fra la sua spalla e la sua nuca, per risentire il suo profumo.

-Un ultimo bacio?

Sussurrò nell'aria.

Scostai di poco la testa e lo guardai nuovamente, poi mi soffermai sulle sue labbra piene, avvicinai poco le mie e le feci incontrare, ci lasciammo un bacio casto, dolce e per niente aggressivo, infine si inseguirono le nostre lingue, che si accarrezzavano anche esse dolcemente.

Ci staccammo e ci guardammo nuovamente.

Sfiorò il segno sul mio collo e lo seguí con le dita.

-L'uomo che ti ha fatto questo, è l'uomo piú fortunato della terra.

Se avesse saputo.

Mi alzai e scesi giú dalle scale, la borsa era rimasta sulla sedia dove l'avevo lasciata la sera prima.

-Ciao Tia!

Dissi con un tono leggermente piú alto per farmi sentire.

Non rispose ed io me ne andai con in testa un pensiero fisso: Jamie.

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