Capitolo 27

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Erano passate due settimane da quel risveglio nell'infermeria della scuola, nella dimensione giusta stavolta.

Era tutto vero. Angeli, demoni e guardiani erano reali. Gabriel mi aveva fatto leggere molti libri antichi, che erano pervenuti a noi solo in forma di copie, poiché gli originali erano stati distrutti dal tempo oppure erano troppo fragili per essere sfogliati.

Tuttavia, io ero speciale persino nel mondo paranormale. Molti testi angelici ribadivano più volte questa verità. Solo i primi angeli avevano potuto entrare in contatto con altri della mia specie; invece per le altre creature "il cigno" appariva solo come un essere leggendario di qualche mito. Si diceva che la mia cerchia fosse molto potente, eppure giravano molte voci su questo argomento, sia buone che maligne. Molti affermavano che erano mercenari e si schieravano a convenienza, dopotutto una buona fetta dei cigni era caduta assieme a Lucifero. D'altra parte, altri sostenevano che la mia razza era leale fino alla morte, per questo parecchi di loro avevano seguito colui che, fino a quel momento, era sempre stato il loro capo.

La mia era una fra le dinastie più antiche, ma si era estinta da millenni.
Questo concetto mi faceva sentire strana; ero giovane, eppure ero anche una creatura antica.

Gabriel credeva che Lucifero, dopo la sua caduta, fosse riuscito a corrompere la purezza dei cigni originari, piegandoli con il suo potere corruttivo, fino a ridurli in sole ombre del proprio essere. Dopo un po' anche le ombre sparirono, in seguito alla guerra.

La distruzione di questa cerchia angelica era stata un'altra conseguenza alla follia di Lucifero per ottenere il potere. E da ogni follia nasceva una Distruzione. D'altronde nulla sarebbe accaduto, se il diavolo non fosse caduto.

Nessuno riusciva a capacitarsi del fatto che io ero nata in questa epoca. Ero completamente fuori tempo. Gabriel aveva detto che Lucifero, che probabilmente già sapeva della mia nascita, stava arrivando. Il Maligno aveva bisogno del mio potere per fare la sua follia più grande o perlomeno tentare.

Non ero tanto turbata, Gabriel sembrava sapere come proteggermi, tuttavia passare il tempo rinchiusa in Accademia non era fra i miei passatempi preferiti. Inoltre, pareva essere ancora una realtà così astratta per me. Facevo ancora fatica a credere che il tutto fosse ancora reale.

Raphael era in missione, o così si diceva, per scoprire i piani del nemico.

Non lo avevo ancora visto dal mio ritorno. Riuscivo solo a pensare al fatto che mi aveva mentito, dopo tutti gli anni di amicizia trascorsi.

La mia famiglia si era come volatilizzata.

Leslie e Hunter erano scomparsi la sera degli "inni" e non si riuscivano a contattare i miei genitori. Come se tutti fossero scomparsi.

Solo Chanel mi era rimasta vicina.

Io e lei eravamo le uniche a non sapere la verità prima. Nella scuola molti ci avevano mentito ed erano creature sovrannaturali. In maggioranza c'erano gli angeli. Quindi non fidarmi più del necessario, sembrava essere una buona idea.

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Quel pomeriggio stavo proprio andando dalla mia amica nel giardino delle rose nere. Uno dei pochi luoghi in cui avremmo finalmente potuto aver pace.

Prima però, indossai una fascia viola sul polso, per coprire un enorme livido blu, che si era formato nell'esatto punto dove Azael mi aveva stretto con le mani l'ultima volta che lo avevo incontrato. Era strana come macchia, sembrava un livido, ma, allo stesso tempo, era ruvido e pareva essere formato da scaglie.

Chanel era una semplice umana, ma l'avevano messa al corrente ugualmente di tutto. Era stata avvertita con il solo scopo di proteggerla. E, in ogni caso, avrebbe dimenticato tutto, una volta stata completamente al sicuro.

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