Capitolo 36

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La maschera di April le donava molto. Era di un color rosa antico e sul basso, sotto l'occhio sinistro, c'erano tre piccole perle che incorniciavano il bordo.

Il colore dei suoi capelli era veramente particolare ed era evidenziato dall'atmosfera, data dall'oscurità e da alcune fiaccole appese ai muri della parete rocciose.

Stavo camminando al fianco di April, poiché Lucifero si era messo vicino ad Azael per parlare di certe "questioni" private. Erano davanti a noi, ma di certo non potevamo fuggire, anche perché April non pareva essere proprio dell'umore. Inoltre, non sapevo più come tornare indietro.

April aveva lo sguardo basso e camminava strisciando i piedi. Non ne sapevo molto di questo mondo, ma iniziavo a sospettare che lei fosse più che una semplice amica di Raphael.

«Posso chiederti perché il re degli inferi ti chiama "discepola"?» chiesi timidamente, quando non resistetti più alla curiosità.

«Il discepolo per definizione è colui a cui viene insegnato qualcosa. In questo caso Lucifero ha dato il nome all'individuo a cui desidera trasmettere in parte la sua conoscenza.»

«Dunque Lucifero vuole insegnarti delle lezioni?»

«Non a me personalmente, ma sono fortemente legata al paziente zero di questo progetto. Un uomo che non poteva prendere sotto la sua protezione, se non con questo titolo» disse tesa, per poi prendere il mio polso «devi avere speranza e confidare nelle tue capacità. In certi casi sono le nostre forze più grandi.»

I suoi occhi nocciola scintillarono verso di me nell'oscurità del luogo. Se non altro quella ragazza appena conosciuta sembrava essere ricca di speranza.

«Tranquilla, non ci faranno nulla, almeno credo. Tu sei troppo importante anche per loro. Io ti resterò vicina quanto posso. Tu fidati solo di quel che conosci, però» aggiunse in un probabile tentativo di rassicurazione.

Aggrottai le sopracciglia, sempre più confusa. «Cosa intendi con "fidati solo di quel che conosci"?»

Non sapevo nulla di quel posto, di quel mondo. Non conoscevo praticamente niente o nessuno, se non quei pochi a cui sarebbe stato meglio non chiedere o credere.

April non mi rispose. Si era improvvisamente fermata in mezzo al corridoio. Le sue labbra erano lievemente dischiuse e il suo sguardo era fisso su qualcosa davanti a sé.

Inizialmente pensai si trattasse di Azael e Lucifero, ma, quando mi voltai, notai che c'era un altro ragazzo accanto ad Azael. Stava venendo verso noi due.

Azael si voltò a sua volta verso di me e cominciò a seguire il ragazzo, per poi arrivare a precederlo. Mi prese per i fianchi e mi scostò verso la parete rocciosa, intrappolandomi con il suo corpo.

«Che succede? Chi è quello? Cosa vuole da April?» Quasi urlai. Non volevo che ci separassero in quel luogo.

Non sapevo bene chi fosse April, ma non avevo una vasta scelta di amici disponibili nell'Inferno.

«Shh» sussurrò Azael, cercando di calmarmi.

«Qui le domande le faccio io» prese la parola lo sconosciuto. Gli occhi grigi e i capelli castani creavano una bellezza particolare e contrastante. Le labbra carnose e piene coronavano i tratti definiti del viso.

Era decisamente un bel uomo, tuttavia, tutta quella perfezione era rovinata dalla sua espressione colma di furore. Non aveva neppure la maschera.

Guardando la sua aria, rasente all'essere febbricitante, sembrava non essere padrone di se stesso e pareva anche avere fatto uso di qualche sostanza.

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