Capitolo 76

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L'armatura degli inferi risultava essere davvero particolare. Era interamente composta dal metallo più forte di tutti: il titanio. Quest'ultimo materiale era, così come per le armi, alimentato da incantesimi di natura oscura.

Gli strumenti da guerra di un demone solitamente servivano per penalizzare soprattutto il loro grande nemico, gli angeli, tuttavia potevano facilmente lenire gli stessi demoni oppure gli umani, dunque erano perfetti per lo scontro che si stava preannunciando. 

Per quanto i demoni fossero fatti di tenebra, racchiudevano anche molte altre sfumature. Come Azael mi aveva spesso detto: gli angeli caduti una volta erano angeli. Alcuni dei più piccoli poteri di luce erano rimasti persino dopo la caduta. Infatti, ricordavo felicemente il modo in cui il mio generale avesse fatto risplendere i propri polpastrelli di luce per guarirmi. 

Eravamo quindi equipaggiati egregiamente per scontrarci contro il nemico del pianeta.

Inoltre, come la legge di Lucifero ci imponeva, i demoni indossavano tutti la propria maschera, presentandoci non come singoli individui, ma come un'unica grande forza del regno infero.

La cattedrale di Notre Dame era un luogo sacro e di culto, per cui, avremmo dovuto rispettare la sacralità del posto in ogni modo.

Guardiani e Angeli, in quanto creature legate in modo totale o parziale alla luce, potevano tranquillamente fare il loro ingresso dalle porte principali; invece, per quanto riguardava noi demoni, avremmo dovuto entrare per le vie secondarie del terreno. Per fare in modo di potere entrare in modo definitivo nella struttura, sarebbero stati gli angeli con un loro incantesimo e far sì di concedercelo, preservando comunque la purezza del posto.

Dopo che avevamo avuto modo di prepararci per lo scontro, eravamo usciti dagli Inferi da un accesso secondario in Francia e ci eravamo recati nei pressi del cimitero di Montparnasse. 

Quel macabro ambiente ci sarebbe potuto essere utile, poiché era l'ingresso delle catacombe secolari della bellissima Parigi.

Sebbene ci fossimo addentrati nella città per salvare la nostra Terra, in qualche modo mi rincuorava essere tornata a casa. La maestosità della capitale francese, la sua aria pittoresca e i monumenti imperiosi che capeggiavano sul luogo erano solo in parte gli elementi della mia bellissima terra natale. Tuttavia, non avevo mai avuto modo di vedere così tanta desolazione per le strade. Non c'era nessuno. Come prevenzione, infatti, gli angeli si erano mobilitati al fine di un'evacuazione generale delle case, così da potere mettere al sicuro la maggior parte delle persone.

L'ingresso delle catacombe era celato nell'ombra degli alberi accanto alle tombe. Consisteva in una sorta di piccola costruzione in cemento e una porta in legno antico.

Per scendere sottoterra, dopo essere entrati, vi era una stretta scala a chiocciola scavata nella pietra nella quale era presente un vero e proprio ossario.

Sull'architrave d'ingresso era presente una scritta con caratteri cubitali. Le parole significavano "Fermati! Questo è l'impero della morte".

Avevo visitato quel luogo solo una volta. Comprendeva lunghe gallerie, bui corridori e si estendeva sotto tutta Parigi per circa un chilometro. Ossa e teschi costituivano delle facciate lungo tutte le pareti, inoltre vi erano anche raffigurate citazioni di poeti e sculture. Vi era un clima lugubre, oscuro e illuminato solo da qualche luce fioca.

Le catacombe erano state usate in molteplici modi durante il corso della storia. Sin dall'epoca romana, erano utilizzate per seppellire i morti, funsero da nascondiglio per diversi episodi di congiure contro i vari re francesi, Napoleone volle visitarle e, durante la Seconda Guerra Mondiale, vennero usate anche dagli alleati.

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