Capitolo 10

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Gli chiusi la porta in faccia. Non avevo proprio idea di cosa ci potesse fare in quell'Accademia. Per quanto ne sapevo, non era di certo un ballerino. Inoltre, l'ultimo dei miei desideri, era proprio accoglierlo in accappatoio.

A mia difesa ero certa che potesse essere solo Chanel.
D'altronde, però, era stato meglio che fosse venuto Raphael rispetto a qualcun altro. Mi vennero i brividi al sol pensiero di cosa sarebbe potuto succedere, se, al posto di Raphael, ci fosse stato Azael o Adele. Sarebbe stata la mia fine.

«Ciao anche a te, Abby» disse Raphael da dietro la porta.

«Ero venuto a vedere se stessi bene. Ho saputo che ci sono stati dei problemi durante il viaggio. Immagino che, tuttavia, non sia il momento adatto.»

Perlomeno dal tono di voce sembrava essere parecchio divertito.

«Ho anche un pacco per te. Contiene le divise scolastiche, che sono da indossare obbligatoriamente anche per la cena.»

«Ti ringrazio! Se mi dai un secondo, non ti faccio aspettare molto per prepararmi.» Infilai velocemente una maglietta e dei pantaloncini, per poi riaprire la porta.

Vidi un miracolo divino.
Boccoli biondo miele, occhi di un blu profondo, una carnagione più abbronzata che mai e un corpo scolpito nella pietra.
Raphael era decisamente in forma.

Arrossii, senza motivo e lui mi fece uno dei suoi sorrisi perlacei da capogiro.

Sopra al pacchetto c'erano bellissime rose bianche. Anche se non capivo il perché tutti in quel luogo fossero ossessionati da quei fiori di colori contrasti, lo trovai un pensiero carino. Tuttavia, sebbene si mostrasse gentile e disponibile, non avevo nessun desiderio nell'essere ingannata nuovamente. Sarei stata solo cortese, ma non avrei fatto nulla di più.

Dopo averlo ringraziato, andai nel bagno per finire di prepararmi.
Non sapevo se sarebbe rimasto o meno nella mia stanza, ma non volevo preoccuparmene per il momento.

Scartai il pacco e tirai fuori la divisa scolastica.
In realtà erano due. Una per il giorno e l'altra per la notte. La prima consisteva in un'uniforme bianca con rifiniture argentate e arricciolate su tutti i bordi.

Nella parte destra, sul petto, c'era anche lo stemma nero di una ballerina danzante. La seconda era esattamente uguale, ma i colori si invertivano: il bianco con il nero, lo stemma bianco e le rifiniture erano dorate. Inarcai un sopracciglio. La ricorrenza dei due colori opposti sembrava quasi essere un'ossessione in quell'istituto. Per fortuna io non ero una ragazza a cui piaceva vestirsi in modo sgargiante.

Decisi di indossare l'uniforme nera con le scarpette abbinate.
Misi un velo di trucco e mi asciugai i capelli. Dopodiché mi diedi un'ultima sistemata, guardandomi allo specchio e uscii.

«Ti sta bene la divisa e mi auguro che ti possa essere piaciuto il mio regalo di benvenuto, le rose.» Raphael era seduto comodamente sul mio letto.

Annuii con un sorriso appena accennato.

«Scusa se te lo chiedo, ma cosa ci fai qui? Non andavi in una prestigiosa scuola privata parigina?» Iniziai a indagare, data la mia spiccata curiosità.

«Ci andavo, ma mi è stato offerta, come a tutti voi, una borsa di studio qui. Inoltre, dal momento che io non sono un ballerino, mi hanno proposto anche un lavoro. Sarò una sentinella della scuola. A quanto pare non avevano fatto in tempo a trovare dei professionisti.»

«Sembra divertente! Immagino, però, che ci sia qualche motivo sul perché ti abbiano scelto, sebbene tu non sia un professionista.»

Uscimmo dalla stanza e chiusi la porta a chiave.

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