Capitolo 51

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Era come se fossi in un puro stato di confusione. Non capivo cosa Adele ci potesse fare lì e cosa stesse per accadere. Tuttavia, ero quasi sicura che non si dovesse trattare di nulla di buono.

«Mi dispiace, generale, ma il traditore è fuggito. Non sappiamo come sia potuto accadere. Sembra si sia come volatilizzato» riferì uno dei due "accompagnatori" di Adele. 

«Trovatelo» ringhiò Azael ad altre due guardie, alzandosi dal suo posto e lasciando cadere Annika come se fosse spazzatura.

Era davvero un pensiero meschino, ma ero felice che si fosse allontanato da lei.

Fecero così anche i soldati a cui diede l'ordine. Si precipitarono fuori dal palazzo, lasciando perdere quelle demoni tanto provocanti.

Adele era ferma e con lo sguardo chino, sembrava che sapesse di essere colpevole e di stare per essere giudicata.

«E dunque, cara mia futura promessa, cosa stavi facendo nelle tue stanze di sopra?» disse la parola "promessa" con un tono che rasentava l'odio puro.

Non lo avevo mai visto sotto quelle vesti. Con me Azael, anche quando era arrabbiato, non aveva mai usato quel tono alquanto spaventoso. In quel momento si stava dimostrando un vero e proprio principe demoniaco e ne avevo quasi il timore.

«Nulla di importante, niente che tu non faccia con altre donne comunque» prese parola mia cugina, lanciando un'occhiata perfida ad Annika, ancora seduta a terra.

Quindi Azael non andava a letto solo con Adele, ma con molte altre donne. Era più che logico. La lussuria per un demone doveva essere una caratteristica comune.

Una nuova fitta di amarezza si fece largo nel mio cuore, dopo che ebbi acquisito questa consapevolezza. Richiusi le dita nei palmi, per poi rilasciarle lentamente. Le unghie avevano lasciato delle piccole mezzelune sulla mia pelle, ma almeno mi avevano fatto distogliere l'attenzione da ciò che stava avvenendo.

«I miei affari appartengono solo a me e me soltanto. Non devo rendere conto a nessuno, tanto meno a un sudicio demone inferiore in transizione, come te.» Il tono di Azael era così profondo da farmi venire i brividi. Il generale infero fece un breve cenno con la testa.

Una delle due guardie, che la stavano tenendo ferma, la colpì in pieno viso. Questo gesto suscitò il mio sgomento e mi mozzò il fiato. Non era il primo segno di violenza a cui partecipavo, tuttavia fu come se lo fosse.

Ero completamente ammutolita e spaventata.

L'unica differenza fra quando era Azael a essere colpito e adesso, stava nel fatto che non sentissi alcuna affinità o tipo di rapporto con Adele, anzi, ebbi una spiacevole sorpresa nel sentirmi quasi compiaciuta da quell'avvenimento. Tuttavia, ero turbata.

«Ma mio signore... volevo solo attirare la vostra attenzione, è a causa dei sentimenti che provo per voi.» Si tentò di giustificare lei, sembrando quasi sincera.

«Sono tutte assurde menzogne!» sbottò lui e la seconda guardia colpì Adele, così come la prima.

«Azazel io vi amo! È colpa del traditore, che mi ha sedotta e indotta con la forza a stare con lui!» disse la bugiarda Adele in lacrime.

«Continui a mentire. Ti hanno vista ed eri tutto fuorché forzata» ringhiò Azael a denti stretti.

Guardai verso Astaroth e lo scoprì a fissarmi a sua volta. Dunque aveva ragione. Azael lo sapeva già.

Il principe del Dudael si alzò dalla poltrona e l'inquietudine della situazione non fece che aumentare.

Non potevo non fare nulla, non era nella mia natura e non volevo assistere a quel che forse stava per accadere. Mi alzai dal mio posto e mi tenni in disparte dietro ad Azael. 

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