Non avevo mai notato prima quanto fosse luminoso il cielo stellato della Golden Crystal.
Avevo trattenuto il respiro fino a quel momento. Il processo con cui il santuario ci aveva fatto uscire era stato molto particolare. Era sembrato come essere in una bolla di sapone: abile e leggera, ma talmente delicata che sarebbe bastato un movimento sbagliato per compromettere tutto.
Un lieve venticello prese a soffiare fra le piante, scatenando una moltitudine di fruscii, provenienti da ogni dove.
«Andiamo. Se facciamo in fretta, potremmo non incontrare nessuno.» Azael mi prese per un braccio, per poi trascinarmi verso la scuola.
Provai a urlare. Era il mio unico tentativo per salvarmi. Dalle mie labbra non uscì un singolo suono. Più ci provavo, maggiormente ero affaticata e fu del tutto inutile.
«Il santuario ti ha tolto la voce. Doveva fare in modo che non ci tradissi. Quindi quando la tua volontà sarà quella di urlare per scappare, la tua voce verrà a mancare.» La presa di Azael su di me si fece più stretta.
Un rumore sinistro, proveniente dalle nostre spalle, frastornò la quiete della notte.
Mi voltai e rimasi talmente sbalordita da cadere per terra.
«Ah giusto. Ti ho spiegato che il santuario ha funzione di espandersi in una dimensione con vari luoghi, ma nel suo aspetto originale è in realtà un'ombra, quella di Lucifero.»
C'era una sagoma oscura dietro di noi. I suoi occhi erano di un bianco accesso, ma non aveva né l'iride né la pupilla. Era alto almeno due metri e fluttuava qualche centimetro sopra il terreno.
«Quindi non eravamo neppure in un luogo indistinto. Ma allora perché Lucifero ha detto che stavo entrando nel suo regno, se in realtà è la sua ombra? E, ora che ci penso, perché non ha preteso che mi scusassi, come in realtà aveva programmato?» Mi rialzai da terra, pulendomi i vestiti.
«Perché lui è il suo regno. Quando è caduto sulla Terra, i suoi ideali, le sue emozioni, i suoi sentimenti e i suoi pensieri si sono modificati ed estesi in qualcosa di materiale: l'Inferno. E, dopo, Lui gli ha affidato comunque un compito: prendersi cura delle anime perdute degli umani. Lucifero non voleva sottostare a Lui, ma, sapendo quanto Lui ci tenesse alla razza umana, ha accettato di prendere il controllo su coloro di cui Lui non ne aveva più. Inoltre non ti ha chiesto di scusarti, perché lo farai di tua volontà prima o poi.»
«Ma immagino che non gli basti quell'unico potere» sussurrai, ignorando appositamente la parte in cui mi sarei scusata con il male in persona di mia spontanea volontà. Non lo avrei mai fatto.
«Esattamente. Il sovrano degli inferi vuole sormontare la posizione del Paradiso e quella di Lui. Esige avere il controllo su tutto.»
«Perché continui a chiamarlo Lui?»
«Dal momento che sono un demone, preferisco non vederlo come lo fanno tutti gli umani o gli angeli: un salvatore pronto ad aiutarli sempre. Non si sa se abbia forme maschili, ma dal momento che è stato sempre pensato in tali sembianze io lo chiamo così.»
Sfregai una mano sulle braccia, sentendo il freddo della notte insinuarsi sotto la mia pelle. Non ero cambiata. Ero distrutta, stanca e volevo la mia famiglia, ma dovevo escogitare un piano per scappare e questa sembrava essere l'occasione ideale.
«Sai, non avrei mai voluto che finisse così. Se tu fossi stata Adele, sarebbe stato tutto più semplice.»
Schioccai la lingua e mi accigliai al nome della traditrice.
«Che cosa intendi?» Cercai di mascherare l'astio con l'indifferenza. Ovviamente ero una pessima attrice.
«Quando ho conosciuto Adele, era una persona infelice. Era più che felice che la sua vita fosse stata sconvolta da un fenomeno "paranormale". È bastato solo una notte per convincerla a tradire i propri cari per arrivare al cigno. Ha richiesto solo due condizioni affinché accettasse di condurti da noi.»
Strinsi le labbra. Avevo la nausea. Aveva tradito la nostra fiducia per così poco. Era diventata una schiava, condannando la sua anima in eterno.
«Quali erano le condizioni?» chiesi, proseguendo il cammino verso l'Accademia con Azael alle calcagna.
«Una era diventare una servitrice infernale, per poi essere premiata e trasformata in una demone.»
Feci una smorfia. Disgustoso.
«La seconda, invece, sono io.»
Mi fermai di scatto, sbattendo la schiena contro il petto di Azael.
«Come?» Sperai di aver capito male.
«Dovrò unirmi a breve con lei, altrimenti Lucifero mi ucciderà. Il re rispetta sempre i suoi accordi.»
«Credevo vi foste già "uniti"» dichiarai sprezzante.
Ero amareggiata. Se era la sua fidanzata perché aveva dovuto passare così tanto tempo con me? E, da quel che avevo potuto vedere, non la trattava benissimo.
Iniziai a camminare verso l'Accademia, staccandomi da Azael.
Mi prese per un braccio e mi costrinse a voltarmi. «L'Unione di due demoni è una promessa. Vivranno l'uno per l'altro, volendosi in eterno. E mai questa promessa dovrà venire a meno, altrimenti l'uccisione del traditore sarà istantanea. Per questo pochissimi demoni si uniscono. Troppe sono state le perdite e troppo forte è il peccato di lussuria nel desiderare più di un partner. L'Unione è tanto una libertà, quanto una costrizione. Un po' come il matrimonio, ma purtroppo per noi il divorzio non è possibile.»
Trattenni il respiro. Il suo viso era così vicino al mio. Potevo avvertire il fiato caldo vicino sulla mia pelle.
«Possiamo desiderare una sola persona in tutta la nostra esistenza. Neppure se quell'altra persona muore, siamo padroni di noi stessi. Solo Lucifero ha il potere di liberare solamente chi è rimasto senza altra metà.»
Rimasi per un attimo senza fiato, per poi distendere le mie labbra in un sorrisetto quasi compiaciuto. «Be' per non credere nell'anima gemella, te la sei trovata eccome. Siete uguali tu e lei. Siete entrambi schiavi.»
Con uno strattone mi liberai il braccio e andai verso l'Accademia.

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SWAN
Paranormal(Swan significa Cigno) ~Ogni follia porta alla distruzione~ TRAMA: La danza era la sua unica passione e il successo il suo unico desiderio. Una volta lasciato a Parigi il suo ex migliore amico, per il quale aveva sempre provato dei forti sentimenti...