Capitolo 64

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Durante il mio allenamento di base con Raphael, appresi qualche movimento veloce e fluido degli angeli.

Mi ero astenuta dal rispondere alla sua affermazione, nella quale aveva ammesso che ci saremmo dovuti sposare e lui non aveva insistito per averne una. Subito dopo avevamo iniziato l'addestramento.

Raphael era una temibile guardia angelica e stava facendo in modo che io mi impegnassi duramente per potere seguire il suo ritmo. Mi risultava molto difficile il combattimento via aerea. Infatti avevo estratto poche volte le mie ali e di certo non le avevo usate per lottare. Il biondo mi aveva già insegnato come essere più agile, più veloce e persino usare le stesse ali per difendermi e creare del vento.

Il mio "promesso sposo" padroneggiava completamente quest'arte e, attraverso il suo corpo ben definito e le sue agili movenze, riusciva a incutere ammirazione, anche da parte mia.

Un arcangelo con ali possenti e bianchissime che mi mostrava come lottare.
Una figura così perfetta, degna di essere catturata in un dipinto solo dal più celebre artista.

Le incantevoli piume vennero spiegate in un chiaro movimento alare difensivo. La luminosità delle sue ali mi irradiò a tal punto da costringermi quantomeno a socchiudere gli occhi. Se fossi stata una semplice umana, probabilmente sarei rimasta accecata.

La potenza dell'aria e della luce sprigionati dall'angelo erano in grado di farmi apprezzare ogni singolo momento. Era un nuovo Raphael da questo punto di vista, ma da come parlava e mi spiegava pazientemente in che modo agire avevo compreso che il suo carattere era rimasto lo stesso di sempre.

Questo però mi indusse a un inesorabile confronto con Azael, il quale si era sempre dimostrato molto più sicuro di sé durante gli allenamenti e mostrava i suoi addominali scoperti senza inibizione. Più volte aveva combattuto infatti senza maglietta. Probabilmente, però, il demone dagli occhi d'oro lo aveva fatto maggiormente per provocarmi, dal momento che mi aveva sempre battuta senza il minimo sforzo e senza sudare.

Pensando ad Azael, la nostalgia si insediò immediatamente nel mio petto. Mi venne naturale chiedermi cosa stesse facendo il generale infero in quell'esatto momento.

Dopo aver imitato un ultimo movimento con le ali e aver messo le braccia in avanti, in modo da agevolare la trasmissione del potere dell'aria, Raphael ripiegò le sue piume dentro la schiena.

«Bene, direi che per oggi può bastare. Va' pure.» Mi congedò lui con un sorriso che un tempo mi avrebbe fatto sciogliere fino alle ginocchia.

Si voltò di spalle e cominciò a dirigersi verso gli spogliatoi, sparendo completamente dalla mia vista.

Sospirai. Avevo sognato di stare con Raphael per tanti anni nella mia vita. Era stata la mia infatuazione per parecchio tempo, ma qualcosa era cambiato. Dopo essere stata introdotta in quel nuovo mondo, non riuscivo a desiderare come prima ciò che avrei voluto tanto. Mi sembrava così forzato che mi parve giusto domandarmi se non fosse sbagliato. Un matrimonio per salvarmi la vita era quasi ingiusto. Non volevo costringere nessuno a promettersi a me.

Il mio cuore era troppo confuso per potere affrontare un simile cambiamento.

Sapevo che Raphael non mi avrebbe permesso di morire e, data la sua dichiarazione più recente, non sembrava nemmeno sentirsi vincolato. Forse nutriva sentimenti sinceri e questo per lui non era un sacrificio, tuttavia mi sentivo così in colpa e disorientata da non potermi fidare neanche di me stessa.

Nonostante io avessi paura, dovevo affrontarlo e dirgli che non volevo fosse obbligato a stare con me per l'eternità.

Dopo che ebbi fatto la doccia negli spogliatoi ed ebbi indossato un abito color perla, uscii dalla stanza e mi recai verso l'ala maschile dell'edificio. Speravo che si trovasse ancora lì, visto che io non potevo raggiungere i cieli angelici più alti.

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