Capitolo 41

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Il dono di April era un anello metallico con una piccola perla bianca al centro. Non c'era alcun meccanismo o bottone che attivasse la sua funzione. April aveva ragione. Non avevo ancora capito come usarlo. Lo avevo messo sull'indice della mano destra e dopo un po' non ci avevo più pensato.

Erano passati tre giorni dalla sentenza di Lucifero. Ero stata trasferita nella versione infernale della Golden Crystal, che era identica a quest'ultima, ma era completamente composta da materiali scuri e senza alcun tipo di colore, se non il grigio e il nero.

Così come l'Inferno, la Dark Crystal era localizzata sottoterra, proprio sotto alla Golden Crystal, ma più in profondità rispetto a dove si era stanziato momentaneamente il santuario l'altra volta. L'Inferno era davvero particolare. Difatti, in sostituzione delle pareti rocciose sopra la Dark Crystal, vi era stanziata un'illusione con un cielo finto, assomigliante a quello reale, se non differente per il colore, il quale era composto di sfumature rossastre.

Come illuminazione, oltre alle fiaccole accostate alle pareti, vi era una sorta di luna infuocata e immaginaria attraverso quel cielo di zolfo, che sostituiva il sole nel cielo umano.

Alla Dark Crystal ero perfino obbligata a seguire le lezioni. Quelle di culto erano le più difficili, dal momento che era tutto nuovo per me, perfino gli argomenti più basilari.

Inoltre, ero costretta a continuare a ballare con l'insegnante Roux, la quale era viva ed era un'altra servitrice corrotta dal diavolo. Amavo danzare per cui, sebbene fosse stata un'imposizione del demonio, erano i miei unici momenti di libero sfogo.

Tuttavia, anche nella mia arte preferita vi erano limitazioni assurde, come quella di indossare forzatamente un tutù nero. Negli inferi era categoricamente vietato indossare abiti bianchi, se non per cerimonie in comune con gli angeli.

La regina, Victoria Atlantis, era l'unica che potesse permettersi questo lusso. Infatti lei non era solo importante nella scuola, ma in tutti gli inferi. Era chiamata "la regina di cuori", poiché era riuscita a conquistare anche il cuore della tenebra più assoluta e per via del color fiamma dei suoi capelli, che richiamava il rosso.

Per i demoni inferiori e più sfortunati rappresentava la salvezza, colei che poteva permettersi di consigliare qualcosa a Lucifero, senza che lui le volesse far del male. La corte del palazzo reale non era molto d'accordo su questo genere di comportamento, pretendeva solo crudeltà, torture, sangue e morte. La clemenza non era tollerata, sebbene Victoria non si esponesse troppo e spesso. Chi rimaneva all'Inferno doveva sottostare al suo re, senza alcuna pretesa.

Ero venuta a conoscenza di tutte queste informazioni grazie a delle lezioni sui reali, ma anche attraverso i pettegolezzi, che erano la fonte più diffusa. Inoltre, la regina era uno fra gli argomenti più discussi ed era facile sentire qualcosa su di lei, anche solo passando fra i corridoi.

Lei e Lucifero non erano tecnicamente "uniti" e nessuno sapeva il vero motivo, visto che si comportavano come se fossero già tali.

Ritornando alle generalità della Dark Crystal, le regole erano rigide, tanto che un'ora dopo la cena, cominciavano a suonare delle sirene anticiclone, intimando tutti a rientrare nelle proprie stanze.

Non avevo incontrato molte volte Victoria, poiché era sempre impegnata nel fare qualcosa, se avevo l'occasione di vederla. Avevo delle domande da farle, ma non avevo ancora trovato il momento giusto in cui chiedergliele.

Ero così presa da quei pensieri che quasi inciampai in un ramo, mentre mi recavo nel labirinto di rose nere, adiacente sempre a quello della Golden Crystal. In realtà nella scuola di quel regno i labirinti all'ingresso erano entrambi composti da cespugli con le rose nere.

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