Capitolo 66

3.5K 173 63
                                    

Mi fischiavano le orecchie. Stavo avendo troppe informazioni, ma la scoperta più dolorosa era stata comprendere che mia madre avesse perso la vita, cercando di salvarmi.

«Quindi è colpa mia se mia madre è morta?» chiesi in un sussurro, sentendomi gli occhi lucidi e prossimi alle lacrime.

«No, è colpa di quelli che ti volevano uccidere. Con lo sviluppo del pieno potere del cigno, evento che si raggiungeva dai sedici hai diciotto anni, la tua cerchia diventava incredibilmente forte. Ma, dalla nascita fino all'estensione massima della luce nei vostri esseri, i giustizieri avevano ideato un modo alquanto malsano per perseguitarvi. Con un incantesimo vi tramutavano in cigni. Animali di giorno e umani di notte fino a portarvi alla pazzia e poi a uccidervi. Da qui nacque il nome di "cigno" e il mito che viene tramandato a tutti, attraverso l'opera di Tchaikovsky"il lago dei cigni". I cigni erano estinti da tempo, ma qualcuno di loro poteva essere sopravvissuto e trasformato, per cui si cercò di proteggere la specie stessa. Fui io stesso a sussurrare a quell'intellettuale l'idea per la sua opera, cosicché i cigni di qualsiasi tipo divennero una specie molto più protetta e rispettata, mentre la loro storia divenne leggenda. Non credevo che io stesso avrei avuto un cigno come figlia. Non per questo ti devi dare una colpa che non hai. Distruzione e i suoi seguaci hanno ucciso tua madre e la tua cerchia, solo su di loro ricade la colpa. Io sono stato costretto ad allontanarti da me per proteggerti e mi auguro che tu possa comprendere la mia scelta.»

Sebbene la sua voce fosse ferma, pareva allo stesso tempo così affranto che non potevo fare a meno di credergli.

«E perché tutto questo non mi è stato raccontato prima? Perché mentirmi anche sul significato del nome?»

«Perché Gabriel non avrebbe potuto fare altrimenti. Se ti avesse detto tutto questo all'inizio, la tua scelta di combattere Distruzione avrebbe potuto essere per avere vendetta, quindi il tuo cuore e i tuoi intenti sarebbero stati troppo oscuri per divenire quelli di un angelo. La verità ti avrebbe condizionata troppo e la tua natura angelica non sarebbe potuta emergere» disse, guardandomi negli occhi.

«Te lo sto dicendo ora, poiché, per quanto tu sia diventata forte, non lo sei a sufficienza da potere sconfiggere la maledizione delle rose e Distruzione, non entrambe allo stesso tempo. Quindi è di vitale importanza affinché tu capisca che il tuo matrimonio è strettamente necessario per salvarti la vita.»

Io annuii. «Lo so, poi Raphael è così un bravo angelo e sembra anche molto dolce.»

«Sono felice che il tuo pensiero sia questo. Non sono pronto a perderti, poiché ti ho appena ritrovata e sono tuo padre. Per quanto io sia grato ai tuoi genitori umani, per i quali mi sono assunto piene responsabilità nelle ultime ricerche senza successo, ti vorrò sempre bene. Non sono stato un padre assente, per quanti tu possa crederlo, sono sempre stato al tuo fianco, mascherandomi da qualcun altro, uno spettatore. Ho assistito a tutte le tue esibizioni. Ricordo quella di "Anastasia" quando avevi nove anni, eri semplicemente perfetta. Devo anche scusarmi, poiché sono stato io a mettere quella bottiglietta sotto il tuo cuscino a Parigi. Avevi visto i demoni ed era necessario che tu dimenticassi il brutto episodio dell'aggressione su Drew, per raggiungere in tranquillità la Golden Crystal. Ho molte cose da dirti, non saprei da dove iniziare, se non che tua madre sarebbe così orgogliosa di te...ma, soprattutto, devo sapere se tu sia felice o meno.»

Avevo una gran voglia di abbracciarlo. Ovviamente sentivo ancora quella piccola parte di me poco fiduciosa nei suoi confronti, ma era normale, dal momento che lo avevo appena conosciuto. Il gran peso dell'incertezza era scivolato via.

Inoltre, se non avessi passato il mio tempo sulla Terra, non avrei mai avuto la mia famiglia. I miei genitori adottivi sarebbero stati eternamente molto importanti per me e nulla avrebbe cambiato questo. Non trovarli da nessuna parte era una cupa realtà e mi perseguitava ogni giorno. Era chiaro che ormai fosse successo qualcosa.

SWANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora