Capitolo 67

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Dunque fu così che la verità venne svelata.

Lucilia era legata in qualche modo sia alla maledizione su Victoria e al riposo eterno di Grace che a Distruzione, ma per quest'ultimo desiderava la sua disfatta. Il passato di Victoria, secondo Lucilia, costituiva la chiave sia per liberarla e fare in modo che avesse di nuovo tutti i ricordi, quanto per mettere fine al rapporto fra i reali infernali. Quindi era forse per questo che Lucifero non voleva che se ne parlasse.

Il discorso di Lucilia era stato come quello di Adam: il delirio di una persona mentalmente instabile, ma la cui sicurezza risultava essere davvero spaventosa.

Lucilia era scomparsa ed era fuggita da Uriel, ma io mi ero affrettata a correre fino al lago dei beati per prestare soccorso a Evie, la quale era ancora priva di sensi. Per raggiungerla senza toccare l'acqua, dovevo volare sopra di lei e far sì di prenderla, aggrappandomi a qualcosa di asciutto.

Dovevo agire velocemente, altrimenti le conseguenze su Evie avrebbero potuto essere ancora più gravi. Mi concentrai sul mio respiro e i battiti del mio cuore. E così come mi era stato insegnato, estrassi le ali fuori dalla mia schiena e le spiegai al mio comando. Inspirai ed espirai, per poi sbattere le piume e librarmi in aria.

Fu come un gesto naturale per me, come se il mio corpo ci avesse messo un singolo attimo ad imparare come si facesse, un istinto.

Mi strappai i lembi più estremi del mio vestiti, per poi avvolgerli attorno alle mie mani.

Andai da Evie, la quale non era solo priva di sensi, sembrava proprio non respirare più. Fortunatamente era riemersa sulla superficie dell'acqua e non era finita nelle profondità del lago.

La presi con gli stracci del mio vestito strappati e la tirai fuori dal lago, facendola poi sdraiare sulle bianche sponde.

Uriel mi affiancò e usò il potere del vento per allontanare ogni goccia dal corpo della ragazza svenuta e per poi aiutarmi, facendola sdraiare.

Altre figure fecero presto la loro comparsa: Gabriel, Raphael e un uomo bellissimo dalle fattezze scultoree, dagli occhi del colore dell'oceano e dai splendidi capelli biondi come il sole. Era di una bellezza indescrivibile e divina.

«Sono Michele Elysium, il Salvatore dei cieli. Mi spiace aver modo di conoscerti solo in questo infausto momento, Abigail» si presentò con estrema cordialità. La sua voce era così soffice e dolce che poteva appartenere solo all'angelo più potente di tutti.

Michele era l'essenza stessa del Paradiso. Era il figlio prediletto dell'Altissimo e come tale emanava un'aura rigogliosa di luce.

Fu il mio stesso essere di angelo e di cigno a riconoscere automaticamente la presenza del Salvatore degli angeli.

«Sono onorata di fare la vostra conoscenza» risposi quasi con timidezza, tuttavia non era il tempo di preoccuparsi di questi convenevoli. Non quando Evie era in quelle condizioni.

La mia concentrazione ritornò alla mia ormai amica, che non dava segni di risvegliarsi. Mentre Uriel terminava di spiegare la vicenda ai nuovi arrivati, io provavo invano ad usare i miei poteri curativi su Evie, ma non funzionava nulla.

Raphael si avvicinò accanto a me. La sua faccia era a dir poco sconvolta.

«Ma com'è stato possibile? Lei ha già sofferto molto, non meritava di certo questo. Io le avevo promesso di proteggerla. È tutta colpa mia. Dovevamo avvertire che Lucilia era priva di buone intenzioni.» La sua voce era spezzata e aveva l'aria completamente distrutta dal dolore e dal pentimento.

Le labbra erano serrate in un'espressione troppo seria e il suo sguardo era in preda allo sconforto.

Un angelo provava empatia per l'essere umano e Raphael non faceva eccezione, però io riuscivo a percepire che lui tenesse a lei per davvero.

Io non potevo biasimarlo, non sapevo che rapporto ci fosse fra i due, anche se ero a conoscenza di quali sentimenti Raphael nutrisse per me, tuttavia era una situazione davvero difficile se si pensava al fatto che Evie era una ragazza dolcissima e, essendo umana, aveva ben poche probabilità di sopravvivere.

«Non è stata colpa tua. Ha ingannato tutti.» Cercai di confortarlo, sfiorandogli la spalla con le dita.

Lui appoggiò la mano sopra la mia, senza dire nulla e fissando con sguardo impotente il corpo della ragazza.

Nonostante la reazione di Raphael, non ero gelosa o mi sentivo minacciata, in cuor mio sapevo che lui mi sarebbe stato sempre fedele e mi avrebbe amata in eterno. Lui era stato sin dall'inizio la mia roccia e sapevo che, decidendo di sposarmi, lui aveva scelto di stare con me per l'eternità.

C'era ancora qualcosa di profondamente sbagliato in questo e io ne ero consapevole. A prescindere dalle mie sensazioni su lui ed Evie, le quali si potevano rivelare infondate e i due potevano essere semplicemente molto amici, c'era un'altra persona che non riuscivo a togliermi dalla testa o a cacciarla dal mio cuore.

Venni distolta dai miei pensieri quando Raphael strinse la sua mano alla mia, per poi lasciarla e andare a raggiungere gli altri angeli.

Ero così preoccupata che mi accorsi solo in quel momento che non avevo ancora ritirato le mie ali. Le feci rientrare con fluidità nella mia schiena.

Raphael, Uriel, Michele e Gabriel si misero ai quattro angoli del perimetro del lago e cominciarono a sussurrare parole in latino con gli occhi chiusi. Io mi allontanai, cercando di non intralciare il loro incantesimo e rimasi vicino a Evie.

Il lago divenne di un colore verde acqua.

A un certo punto Raphael ritornò da noi e prese Evie in braccio, facendole appoggiare con delicatezza la testa sul proprio petto. Cominciò a entrare nelle acque e far immergere il corpo della fanciulla al centro di esso.

Mi avvicinai alla riva, così da potere vedere al meglio cosa stesse per accadere.

Ci furono momenti di silenzio e poi fu solo luce. Evie emerse con i capelli biondi bagnati e tirati all'indietro; mentre delle gocce adornavano le sue forme femminili e il vestito bianco evidenziava con sensualità le sue curve.

Tirammo tutti un sospiro di sollievo, ma, quando la ragazza aprii gli occhi, le sue iridi erano di un blu intenso e luminoso. Si alzò in piedi e la profondità del fondale non era così abissale come avevo creduto inizialmente, infatti il livello delle onde le arrivava al bacino. La parte però che sconvolse tutti, fu vedere come dalla sua schiena avevano fatto la loro comparsa due magnifiche ed eleganti ali dalle piume candide e bagnate.

«La regina e la Salvatrice possono essere liberate dalle maledizioni in un unico modo: tornando dove tutto ha avuto inizio. Grace venne spinta nel lago dei beati e Victoria tentò di salvarla. Entrambe si dovranno immergere domani a mezzanotte, annullando così la loro condanna.» La sfumatura della voce di Evie aveva un qualcosa di strano e vagamente metallico.

Nonostante la sorpresa generale, Evie perse ancora i sensi, ma Raphael la prese in tempo, prima che ricadesse nelle onde e la riportò sulla riva. Fortunatamente la ragazza sembrava poter respirare correttamente e le sue ali si ritirarono dopo poco, però la sua trasformazione pareva essere divenuta permanente.

Ma c'era dell'altro. L'essenza del suo attuale potere lo faceva percepire chiaramente.

Nei giorni passati mi aveva rivelato come la sua più grande passione terrena fosse danzare sul ghiaccio e questa era un'altra caratteristica, che rendeva più veritiero ciò che stavo per supporre. La sua essenza era legata alla danza e all'arte e la sua aura pareva molto simile alla mia, sebbene ognuno di noi ne avesse un'unica individuale.

Ci fu solo un attimo di silenzio in cui tutti sembravano essere giunti alla stessa conclusione.

Uriel si avvicinò a lei.

«Questo non può essere... Il lago dei beati ha fatto di lei un cigno.»

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