Capitolo 43

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«Non capisco davvero in che modo io possa aiutarvi. Non ho alcuna competenza in ambito di potere sovrannaturale. E, perdonate la mia sfrontatezza, ma credo che il re degli inferi possa avere delle conoscenze più sagge, affinché il vostro amore possa raggiungere il suo desiderio» dissi non poco turbata all'idea che credessero che io potessi risolvere il loro problema.

«Non ho mai detto che io e Lucifero ci amassimo. In un regno come l'Inferno non c'è posto per l'amore. Il re desidera una discendenza. Ma non penso che le sue conoscenze siano abbastanza forti o leali, affinché si possa affidare un simile compito.»

Ero realmente sorpresa della rivelazione della regina, non credevo mi confessasse immediatamente il loro scopo. Evidentemente non credeva che io potessi usare questa informazione contro di loro. E benché fosse vero, ero comunque confusa.

Mi chiesi come si potesse mettere al mondo dei figli con un uomo, in questo caso essere, del quale si era consapevole che non ci fosse amore nella relazione. Inoltre, Astaroth aveva posto la conversazione con lui affinché io potessi credere che Lucifero riuscisse a provare dei sentimenti buoni e sani, come l'amore. Forse era una bugia ingegnosa, che però non aveva trovato fondamenta con la sincerità di Victoria.

«E voi, invece, lo desiderate?»

Mi concesse un sorriso, che illuminò il suo viso come una moltitudine di stelle nel cielo notturno. Era la prima reazione sincera che ebbi l'occasione di vedere dopo molto tempo.

«Credo ci siano una moltitudine di esperienze da fare e da poter compiere nella propria esistenza, ma solo alcune di queste sono davvero uniche. Essere madre è fra queste. La forza altruistica di poter dare la vita a un altro essere vivente, il desiderio di anteporre la sua felicità alla propria... Sono emozioni così intense che si possono solo immaginare, per chi non le ha ancora provate. È interessante anche il punto di vista dei mortali. Loro credono che, di fronte alla morte, qualunque gesta importante nella propria vita perda rilevanza a confronto dei figli: l'unico aspetto che rimane significativamente di se stessi. Quindi sì, desidero tanto un figlio da poter amare.»

La guardai con aria smarrita.
Non sapevo cosa pensare. Lei voleva amare, ma poteva essere ricambiata solo da chi fosse in grado di farlo; invece era la futura promessa del re dell'oscurità.

«Non mi sono mai aspettata nulla da lui. Abigail, l'amore sovrannaturale non può essere come quello degli umani. Non ci si può aspettare che il male assoluto provi un elevato sentimento come l'amore. Sarebbe solo un ostacolo per lui e i suoi scopi. Non è l'ordine naturale dei fatti. Nutriamo del rispetto reciproco fra noi e questo deve bastare. Insomma ho la fortuna di avere poco, invece che nulla.» Dal tono di Victoria non trasparì alcuna emozione. Era come se avesse capito ciò che pensassi dal mio sguardo.

Questo mi fece sentire nervosa e vulnerabile.

«Magari farai fatica a comprendere adesso. Tuttavia, affinché tu possa decidere di aiutarci volontariamente, potrei darti un modo che ti permetta di adattarti meglio a questo regno.» Victoria intrecciò le dita e appoggiò le mani sul proprio grembo. Sembrava possedere atteggiamenti molto umani, sebbene non avessi idea di quale creatura Victoria fosse.

«Francamente credo di non aver scelta. Per quanto voi mi suscitiate l'impressione di essere cortese e comprensiva, non penso che potrò mai vivere a lungo qui se non collaboro. Per cui cosa volete che faccia?» Mi venne naturale risponderle con la massima sincerità. Era quasi come se, vedere una persona più simile a un essere umano che a un demone o altro, mi spronasse a credere di potermi fidare.

Victoria sembrava essere una di quelle persone con la quale era facile confidarsi e rivelare anche i più oscuri segreti; però rimaneva solo un'impressione. Solo il tempo avrebbe potuto rivelare quanto fosse affidabile e sincera. Mi ero già esposta fin troppo, considerando il suo rango nel regno.

«Innanzitutto, ti prego di darmi del tu. Ti concedo questo lusso con tutti i reali inferi. In fondo se sceglierai di aiutarci, saremo più che cordiali con te. Inoltre ti do la mia parola che, qualora non volessi aiutarci, dopo aver conosciuto un po' noi, il nostro reame e aver sconfitto la minaccia di Distruzione, farò tutto ciò che mi è possibile per garantirti la libertà senza conseguenze. Infatti posso darti un nuovo titolo, che garantirà una tua maggior tutela nei confronti di tutti. Sarai una delle mie ancelle, così come lo é divenuta anche April. Questo comprende il ruolo di mia sostenitrice e protetta, nonché uno stretto legame con me. Quest'ultimo ci farà rimanere connesse a livello mentale e fisico: ti guiderò attraverso le realtà degli inferi con cui dovrai inevitabilmente confrontarti.»

La fissai, incerta sulle parole da pronunciare. Era un'offerta allettante, però non sapevo bene in quale situazione mi stessi mettendo.

«Per incentivarti, se vuoi, potrei darti prova di quanto possa essere equo il nostro scambio. Ti potrei rivelare un'informazione molto importante. Una confessione pesante, che sconvolgerà ancora una volta quello che credevi fosse il tuo mondo e la tua normalità. Quindi pensa molto attentamente a quello che desideri e prendi la tua decisione» disse, suscitando ancora una volta il mio interesse.

Avevo paura di una nuova rivelazione, che ribaltasse l'ultimo brandello di quel che era stata la mia vita umana. D'altra parte, si trattava solo dell'ennesima menzogna e di una pura illusione a cui avevo creduto troppo a lungo. Eppure avrei valutato con attenzione quanto dicesse Victoria. Non la conoscevo ed era comunque la regina degli inferi, nonostante sembrasse cordiale. «Voglio sapere. Accetto.»

Mi prese il viso fra le mani e chiuse gli occhi, pronunciando sottovoce delle parole di una lingua che non conoscevo, ma che sembrava arcaica. Appoggiò la sua fronte sulla mia e sentii una piccola sensazione di bruciore sopra alla porzione di pelle in cui eravamo entrate in contatto.

Chiusi gli occhi e mi godetti quella sensazione energica, in cui venni rinvigorita da una scarica di potere con cui mi venne assegnato questo nuovo titolo. Aprii le palpebre e mi ritrovai di fronte a quelli di Victoria, che erano privi di pupille o iride, ma erano solo illuminati da una luce di sfumature azzurre. Erano molto simili a quelli di Gabriel durante gli inni, sebbene non provassi le stesse sensazioni. Inoltre, aveva in mezzo alla fronte un piccolo zaffiro di un colore blu intenso a forma di goccia.

Mi lasciò andare subito dopo e io mi allontanai di scatto, sfregandomi le braccia, verificando lo stato in cui mi trovavo. Allo stesso tempo Victoria aveva ripreso le sue sembianze e mi guardava curiosa. Perfino dello zaffiro non vi era più traccia.

Ebbi un lieve giramento di testa.
Istintivamente portai le mani sulle tempie, sfiorando la fronte e, sopra a quest'ultima avvertii una strana sagoma a forma di goccia. Quando andai a verificare se ci fosse veramente, era svanita.

«Va tutto bene?» chiese.

Io mi limitai ad annuire, sentendomi ancora un po' troppo inebriata per riuscire a controllare le mie parole.

«Allora tocca a me ripagare il tuo favore. Recentemente alcuni informatori di Lucifero sono riusciti a risalire a una delle fonti angeliche più attendibili della quale non mi è permesso rivelarti nulla. Tuttavia abbiamo scoperto il nome dell'angelo di cui tu sembri essere una vicina discendente. Colui che era nella lega prima di te. Tu sei una stretta discendente di Uriel Sphera, detto anche Uriele, l'arcangelo della giustizia. Quindi i tuoi genitori umani non erano altro che i tuoi custodi da lui a te affidati, poiché lui è tuo padre.»

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