Mancava poco, domani era il fatidico giorno.
I casting.
Mi svegliai molto presto, verso le 7.00 circa, presa dall'ansia. I miei stavano ancora dormendo quindi non potevo scendere a fare colazione.
Mi sedetti ai piedi del letto a pensare a cosa potesse accadere domani.
E se non passo? E se invece mi prendono? E se stono? E se mi dimentico il testo?Smettila Emma, non farti queste paranoie mentali, altrimenti non risolvi nulla.
Cercai di distrarmi leggendo un libro, The Maze Runner. Era il mio libro preferito del momento.
Quando furono circa le 8.30, mia madre si svegliò e andammo insieme a fare colazione.
<Allora sei agitata?>, mi domandò lei, parecchio nervosa. Come me insomma.
<Si, tantissimo. Mi mancherete un sacco, te, papà, Kurt, e tutti miei amici. Mi mancherà casa mia e il vostro affetto>, le risposi mentre mi tremavano le mani. Nel frattempo una lacrima rigò la mia guancia.
<No tesoro non devi piangere. Pensa che vivrai un'esperienza indimenticabile e comunque vada noi saremmo sempre fieri di te>, cercò di rassicurarmi, mentre mi abbracciava.
Smisi di piangere, e al posto delle lacrime spuntò un sorriso ricco di sicurezza e di tranquillità, oltre che di orgoglio. Perché sapere che le persone credono in te, specialmente i tuoi genitori, è la cosa più bella del mondo.
<Ma dove andrò a vivere? Perché dopo aver fatto i casting bisogna aspettare qualche mese...>, le dissi con aria interrogativa.
<Ah si, a proposito. Ti ospiterà tua zia Angela, ti ricordi? È da molto che non la vediamo. Era la tua madrina al battesimo. Vive in Italia da parecchi anni, perché è dentro una compagnia di ballo.>, mi rispose mentre puliva la cucina.
<Sisi, ora ricordo. Sono proprio contenta di stare da lei, la adoro. Ma davvero è dentro una compagnia di ballo? Che sorpresa, non lo sapevo. Non vedo l'ora di andare a trovarla>, dissi mentre finivo di bere la mia tazza di latte.
Tornai in camera mia e cominciai a fare la valigia, perché avevo il volo il giorno seguente alle 10.00.
Preparai tutto prima perché non volevo prendermi all'ultimo.Misi dentro l'indispensabile perchè comunque avrei potuto comprare parecchie cose lì, in Italia.
Richiusi la valigia, e andai da Serena, per salutarla prima di partire.
Bussai e mi aprì sua madre. Le chiesi dov'era Serena e lei m'indicò la porta della sua camera.
La aprii e trovai Serena che stava ancora dormendo.
Così decisi di farle uno scherzetto.
Presi il cuscino che si trovava accanto a lei e glielo tirai in faccia.<Ma che cazzo..>, bisbigliò lei non capendo cosa stesse accadendo.
<Ti è piaciuto il risveglio con il botto, eh amica mia?>, le dissi con aria fiera.
<Vorrei veramente buttarti giù dal balcone, ma non ho le forze>, mi rispose sbuffando e mettendosi una mano sulla fronte.
<Beh non saluti la tua amica che parte e non la rivedrai per un bel pezzo?>, le dissi appoggiando il cuscino e incrociando le braccia.
<Finalmente, almeno non vedo più la tua faccia da sberle>, rispose girandosi dall'altra parte del letto per non vedere la mia faccia.
<Ah le cose stanno così? Perfetto>, feci la finta arrabbiata e uscii dalla sua camera.
Prima che io potessi chiudere la porta sentii che mi prese per un braccio e mi trascinò fino al letto.
<Ma è ovvio che mi mancherai, come farò senza la mia migliore amica, con la quale condivido tutto? Anche perché non mi converrebbe non essere più tua amica, sai troppe cose>, mi sussurrò nell'orecchio mentre mi abbracciava.
Rimanemmo così, abbracciate sul suo letto per un po'. Anche perché mi accorsi che si era fatto abbastanza tardi e dovevo pure passare da Keanu.
<Mollami dai, devo andare>, le dissi cercando liberami dalla sua presa.
<Beh mi chiamerai ogni giorno vero?>, mi minacciò.
<Mmm...>, feci finta di pensarci e quando vidi il suo sguardo offeso le dissi:
<Ma ovvio, come posso non farlo. Avrò un sacco di cose da raccontarti>, e la abbracciai un'ultima volta.<Mi mancherai>, mi disse lei.
<Anche tu, tantissimo. Mi raccomando eh, comportati bene. Ciao tesoro>, e le diedi un bacio sulla guancia, prima di chiudermi la porta della sua camera alle spalle.Scesi le scale, salutai sua mamma e uscii dalla porta d'ingresso.
Feci un respiro profondo, mi veniva da piangere ma non potevo, dovevo essere forte, anche se sapevo che mi sarebbe mancata un casino.
Andai poi dai miei amici Luca e Sebastian, e salutai pure loro. Mi sarebbero mancati tanto quanto Serena.
Tornai a casa mia, mangiai qualcosa di fretta e andai a dormire perché ero esausta.
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I sogni non mentono mai
Fanfiction|Completato| Non vi annoierò con la descrizione. Vi dico solamente che si parla della storia d'amore tra un sex symbol freddo e una dea.