Capitolo 45

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Appena saliamo le scale, c'è un agglomerato di ragazzi davanti alla nostra stanza.

<Permesso, permesso...>, chiedo mentre mi faccio strada con le braccia.

Entro e vedo sopra al letto Lauren piegata in due dal dolore.

<Vale, che è successo?>, le domando, mettendole una mano sulla spalla.

Lei ha le lacrime, è nel panico. Non riesce a dirmi una parola.

<Einar, puoi portare Valentina a prendere qualcosa. E falla calmare>, dico rivolgendomi ad Einar che era accanto a me.

<Stai tranquilla, si risolverà tutto. Vai con lui, qui ci penso io. La portiamo all'ospedale. Te stai pure qui, quando ci sono novità ti chiamo, va bene?> e la abbraccio.

Lei fa un cenno con la testa e poi va con Einar nella hall.
Io feci un respiro profondo e analizzai la situazione.

<Lauren, cosa ti senti?>, le chiesi mentre mi sedevo accanto a lei.

<Ho mal di pancia, tanto. Non riesco a stare in piedi>, continuò lei, sempre sdraiata nel letto.

<Biondo, vieni. Ho bisogno di te>, e gli feci segno di avvicinarsi.

<A tua completa disposizione>

<Chiama un'ambulanza, la portiamo all'ospedale>, gli dissi, mentre continuavo a rassicurare e a tranquillizzare Lauren.

Pochi minuti dopo arrivarono i medici che la portarono al piano di sotto e poi nell'ambulanza.
Salimmo Biondo ed io. Valentina era rimasta in albergo, era troppo agitata.

Nel tragitto chiamai la produzione di Amici:

<Si, pronto?>, sentii dall'altra parte della cornetta.

<Si, salve. Sono Emma Muscat, volevo comunicarle che la mia compagna di classe Lauren Celentano, si è sentita molto male. Accusava forti dolori di pancia e abbiamo ritenuto necessario chiamare un'ambulanza. Ora ci troviamo all'ospedale>, gli dissi tutto d'un fiato.

<Certamente, avete fatto bene. Tra poco arriveranno dei nostri colleghi>

<Grazie ed arrivederci>, gli risposi accennando ad un sorriso, dovuto alla disponibilità della produzione.

Dopo aver terminato la chiamata, rimanemmo Biondo ed io nel corridoio, in attesa di notizie dai medici e l'arrivo dei colleghi.

Nel frattempo, appoggiai la mia testa sulla spalla di Biondo, che era accanto a me. Ero stanchissima e non vedevo l'ora di andare a dormire.
Poi mi tornò in mente la scenata di Einar di prima, così gli chiesi:
<Ma secondo te, perché Einar ha reagito così prima?>, e lui prese le mie mani tra le sue accarezzandole.

<Non saprei. Non è mai stato così arrabbiato. Forse è geloso>, rispose lui facendo spallucce.

<Beh, non ne avrebbe bisogno. Non siamo fidanzati io e te. Giusto?>, gli dissi guardandolo.

Lui non rispondeva. So perfettamente che voleva essere qualcosa di più per me, ma c'era Keanu di mezzo.

<Giusto?>, gli chiesi di nuovo, alzando leggermente la voce, e assumendo un tono più fermo.

<Mhh...>, fu l'unico suono che uscì dalla sua bocca. Sembrava pure seccato, ma le cose stavano così e doveva farci l'abitudine.

Rimanemmo così, io con la mia testa sulla sua spalla e lui con le mie mani nelle sue, fino a quando arrivarono i colleghi della produzione.

Ci fecero alcune domande, da quanto siamo qui, a chi l'abbiamo detto, chi era in camera con lei quando è successo,...

Circa una decina di minuti dopo, uscì il medico dalla camera dove c'era Lauren, e ci venne incontro, con una cartelletta in mano.

I sogni non mentono maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora