Capitolo 29

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Improvvisamente sentii che qualcuno mi sfiorò con la mano il braccio.

Alzai la testa, e vidi Biondo.

Lo guardai negli occhi, lui mi sorrise inizialmente ma poi cambiò subito la sua espressione alla vista dei miei occhi lucidi e rossi dal pianto.

<Ciao Biondo>, gli sussurrai. Non avevo nemmeno la forza di parlare, ero sfinita. Mi ha veramente colpita, in senso cattivo, ciò che mi ha detto Keanu, e non li ero ancora ripresa.

<Emmi, che succede?>, mi disse lui con voce preoccupata, mentre con il suo sguardo cercava i miei occhi, che nel frattempo guardavano da un'altra parte.

<Niente>, gli risposi con voce poco convinta.

<Emmi... sai che puoi dirmelo>, e prese le mie mani tra le sue.

<Ecco, è per il mio ragazzo...>

Soltanto pronunciando quella parola mi venne di nuovo da piangere. Non poteva più essere il mio ragazzo dopo ciò che mi ha fatto.

Mi misi una mano sul volto, non volevo farmi vedere così dagli altri.

<Ehi ehi, tranquilla>, mi disse con voce comprensiva. Tolse la mia mano, e mi abbracciò.
Io appoggiai la mia testa sul suo petto. Potevo sentire il suo cuore battere e mi rassicurai.

Almeno c'era qualcuno quando ne avevo bisogno.

Rimanemmo abbracciati per un po', fino a quando mi tranquillizzai, o almeno, il minimo, giusto per poter parlare.

<Vieni andiamo a prendere qualcosa da bere, ne ho bisogno>.

E camminai con lui, trascinandolo dietro di me con la mia mano nella sua.

Arrivammo nel bar dove eravamo stati la mattina del giorno stesso.

Ordinammo e mentre arrivavano le nostre bevande cominciai a parlare.

<Allora, Keanu>, e mi schiarii la voce, prima di dire la frase che seguiva.

<il mio ragazzo>, gli dissi stingendo i denti, e stringendo i pugni leggermente.

<Mi ha tradita>, e guardai Biondo negli occhi. 

Mi stava ascoltando con attenzione, strano. Solitamente sono cose da ragazze, e ai maschi non interessano. Ma a lui si.

<Puoi immaginare il seguito>, gli dissi continuando a bere dal bicchiere.

<Beh, ma vedo che hai ancora l'anello. Perché?>, mi domandò lui indicando l'anello.

<Non ho fatto in tempo a ridarglielo, e in più gli ho detto che voglio pensarci meglio. Ma penso proprio che lo lascerò. Questa volta mi ha delusa>.

<Mh, capisco. Si, penso sia la cosa giusta. Anche io lo farei al posto tuo>

Io annuii.

<Ma come mai mi ascolti con tanta attenzione se nemmeno ci conosciamo?>, gli domandai spontaneamente.

<Perché a me piace ascoltare le persone, non sembra ma è così. Specialmente le ragazze, perché secondo me hanno tanto da dire, ascoltandole riesci a capire tanti tratti del loro carattere. Io comunque penso già di conoscerti abbastanza. Certo non so dove sei nata, che fai nella vita, ecc... ma non mi interessa più di tanto. Io punto specialmente al carattere, se capisci il carattere di una persona, hai capito tutto di lei, e il resto non serve>, mi disse continuando a guardarmi negli occhi.

<Wow, mi ha veramente colpita questo discorso. Sei intelligente, Biondino. Ma sentiamo, come sarebbe il mio carattere? Vediamo se lo azzecchi>, gli dissi, mettendo i miei gomiti sul tavolo, guardandolo con aria di sfida.

<Allora, Emmi. Intanto sei una ragazza timida ma quando prendi conoscenza con la persona che hai davanti sei molto aperta e socievole, oltre che di compagnia. Poi vedo, ogni tanto, che quando sei in imbarazzo ridi, sei molto fragile e hai un viso bellissimo, sembri quasi una bambina. Sei buona, ed è un tratto che solo poche persone hanno, perdoni le persone, tranne quelle che ti fanno un torto enorme, come Keanu>, disse tra un sorso e l'altro della bevanda, guardando in giro e ogni tanto guardando me.

Io ero allibita.

<Ma come fai a sapere tutto questo, che ci conosciamo da due giorni>

<Perché io ascolto, e guardo Emmi, e in più sono estremamente intuitivo>, mi rispose, passandosi le mani sulle spalle, come per vantarsi.

<Ed estremamente vanitoso>, gli dissi facendogli la linguaccia.

Andammo avanti a parlare del più e del meno.
Poi mi accorsi dell'ora, era abbastanza tardi.

<Beh Biondino, è stato un piacere parlare con te. Speriamo di rincontrarci, e se non fosse così ti saluto adesso>, e lo abbracciai come se fosse un addio.

Lui ricambiò l'abbraccio e mi diede un bacio sulla testa, accarezzandola con la mano.

<Ma sai cosa facciamo?>, mi disse una volta staccatosi dall'abbraccio.

<Cosa?>, gli chiesi corrugando la fronte.

<Ci scambiamo i numeri>, disse lui tirando fuori il cellulare dalla sua tasca.

<Giusto! Che idiota, perché non ci ho pensato prima?>, gli risposi tirando fuori anche il mio telefono.

Pochi istanti dopo avevamo i rispettivi numeri salvati in rubrica.

<Allora ci vediamo Biondino>

<Certo Emmi>.

E ci salutammo.
Wow, è riuscito a cambiarmi la giornata. Da un inferno ad un paradiso.

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