Capitolo 63

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Solo quando mi trovai davanti a loro, mi degnarono di attenzione.

<Ehi ciao Shawty, lei è Sara. Mi ha visto qua e dato che non la vedevo da molto tempo, perché è appena tornata da un viaggio, si è fermata a parlare. Se vuoi siediti pure>, mi parlò tranquillamente lui, come se non stesse succedendo nulla.

<Nono, terminate pure la conversazione>, gli risposi io cercando di restare il più calma possibile ed evitando di sclerare come una pazza, mostrando il filo di gelosia che mi stava salendo.

Mi allontanai subito senza aspettare che Biondo mi rispondesse e andai a passeggiare lungo la riva del mare. Solo quello riusciva a calmarmi in quel momento.

Alcuni minuti dopo sentii Biondo che salutava la ragazza e correva verso di me.
<Ciao Shawty, come stai?>, mi disse dandomi un abbraccio che rifiutai.

<Che ti prende?>, domandò lui sorpreso.

<Che mi prende? Io arrivo qua per darti una mano con le canzoni e ti trovo con un'altra. E in più vieni qua e mi parli come se non fosse successo niente? Torna pure da lei vai>, gli urlai contro, sfogandomi e risalendo per le scale incazzata come non mai.

<Era mia sorella!>, mi urlò lui ancora fermo allo stesso punto dove l'avevo lasciato prima.

Quella frase mi fece sentire non stupida, di più. Volevo sotterrarmi in quel preciso istante. Che vergogna signore Dio.
Quando mi voltai era ancora impalato lì, e anche se non vedevo bene la faccia o l'espressione, potevo perfettamente intuirle.

Mi avvicinai a lui con la testa bassa, perché se l'alzavo mi avrebbe scambiato per un'estintore.
<Era semplicemente mia sorella, era tornata da Londra oggi e dato che io sono tornato a casa ieri non l'avevo vista. Stai tranquilla>, mi parlò in tono dolce.

<S-s-scusa>, gli sussurrai con la voce roca a causa delle lacrime che mi stavano scendendo e dei singhiozzi.

<Dai vieni qua>, disse facendo una piccola risata e prendendomi la testa tra le mani appoggiandomela sul petto.

Io lo abbracciai rendendomi conto della cazzata che avevo sparato poco prima.
<Sei troppo gelosa Shawty>, mi disse facendo una specie di ghigno.

Io gli sorrisi e mi tranquillizzai.
<Dai andiamo, abbiamo delle canzoni da studiare>, mi incoraggiò prendendomi per la vita.

Andammo a prendere qualcosa da bere, per sistemare la voce e ci sedemmo in una panchina sotto alla chioma di un albero, con il venticello del mare che ci soffiava addosso.

Iniziammo con "L'isola che non c'è" di Edoardo Bennato. Era una canzone che avevo ascoltato fin da bambina, so che sembra strano, ma anche a Malta si ascoltano artisti italiani.
Non era nemmeno tanto male quando la cantava Biondo, però lo corressi in alcuni punti che erano completamente sbagliati e devo dire che dopo un paio di ore di studio intenso, era quasi perfetta, doveva solo ripassarla nei giorni seguenti.

Dopo aver studiato andammo a farci una camminata lungo la costa e in quel momento mi venne in mente il giorno in cui Keanu mi regalò l'anello, e mi intristii. Ovviamente Biondo lo notò subito, e si preoccupò per me:
<Ehi Shawty che succede?>, mi chiese fermandosi davanti a me.

<No nulla. Camminando lungo il mare mi è venuto un flashback a quando Keanu mi ha dato l'anello, e tutto il resto insomma>, gli risposi guardando verso le onde che si infrangevano sulla costa.

<Ah, anche lui sulla spiaggia?>, mi domandò sorpreso.

Pov's Biondo

Oggi è il giorno.
Sono andato insieme ad Irama, Luca ed Einar, qualche pomeriggio fa a prenderle un anello.
Ci siamo trovati tutti d'accordo su una pietra di acquamarina, la sua pietra preferita, incastonata in un anello di argento.
Non ho badato a spese, e sinceramente non mi interessa un cazzo.
Tutto per vederle stampato sul volto quel bellissimo sorriso.

E penso che dopo tutto quello che ha fatto, ne valga proprio la pena; mi ha aiutato con le canzoni, e diciamocelo senza di lei avrei fatto un flop assurdo, mi ha perdonato per la faccenda di Carmen, e un'altra mi avrebbe piantato, in parte ha lasciato Keanu anche per me, e ha detto di no ad Einar, e tanto altro, ma ormai ho perso il conto.

Quindi mi pareva il momento, l'occasione e il posto che aspettavo da tempo.
Era lì, guardava il mare, con mille ricordi che le stavano riaffiorando alla mente, possibilità migliore non mi poteva capitare.
Cercando di non farmi notare da lei, mi abbassai e le dissi...

Pov's Emma

<Eh? Cosa stai dicend...>
Mi voltai e non terminai nemmeno la frase.
Era lì che teneva un cofanetto nero con dentro un anello perfetto, anche meglio di quello di Keanu, che non aveva niente a che fare.

Io immobile come una statua di marmo. Guardavo lui e l'anello, avevo gli occhi che rimbalzavano da uno all'altro.
<Emma Muscat, vuoi essere la mia ragazza?>, mi domandò in un tono composto ma dolcissimo allo stesso tempo. Non lo avevo mai sentito così sincero.

I sogni non mentono maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora