Capitolo 14

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Mi svegliai nel mio letto.

Non ricordo molto bene cosa sia successo la notte scorsa, forse ero troppo ubriaca.

Ricordo soltanto che ero a casa di Keanu e abbiamo fatto sesso, poi non so chi mi abbia portata a casa.

Mi sfregai un po' gli occhi per svegliarmi e decisi di alzarmi, aprii le finestre e andai come mio solito in bagno a lavarmi la faccia.

Era mezzogiorno quindi pensai che ormai colazione era meglio saltarla e passare direttamente al pranzo.

Quando scesi vidi mia mamma intenta a cucinare, la colsi di sorpresa e lei prese spavento:

<Oh signore Gesù, che spavento Emma!>, esclamò lei mettendosi una mano sul cuore.

<Ma buongiorno anche a te mammina>, le dissi ironica, dandole un bacio sulla guancia.

Lei ricambiò e mi diede un bacio sulla testa, per poi riprendere a cucinare. Dal profumo potei intuire che stava cucinando le tagliatelle al ragù.

Sembrerà un piatto classico ma come lo fa lei non lo fa nessuno. È davvero speciale.

Andai in camera a mettermi in tenuta da casa, e cominciai a tirar fuori i libri che mi servivano per prepararmi agli esami.

Guardai il calendario che tenevo sopra la scrivania, accanto al computer e lessi che domani avevo la 1º prova, mercoledì la 2º e venerdì la 3º prova; mentre tra tre settimane, avevo l'esame orale e i risultati ce li avrebbero comunicati al termine di tutto, e dato che io ero l'ultima, li avrei saputi poche ore dopo.

Per fortuna, almeno non mi veniva ancora più ansia.

Cominciai a ripassare un po' di materie, partendo da quelle più pesanti, fino a quando mia mamma mi chiamò per il pranzo.

Quando terminai, corsi di nuovo in camera e ripresi a studiare fino al tardo pomeriggio, o meglio, fino a quando non mi chiamò Serena, e da lì ciao ciao libri.

Chiacchierai con lei per un'ora. Discutemmo dell'ansia degli esami e di come stava procedendo lo studio, del più e del meno, insomma di un po' di tutto.

Dopodiché la invitai a casa mia, perché avevo proprio bisogno di una serata tra femmine, anche perché i miei alla sera sarebbero usciti a cena e non volevo rimanere da sola.

Appena terminai la chiamata andai come mio solito a correre. Questa volta cambiai percorso e andai in collina, dove c'erano i resti di un castello che mi affascinavano molto. Diciamo che quello era il mio posto per rilassarmi, andavo lì quando ero tesa o quando avevo molti pensieri per la testa.

Dopo circa mezz'ora tornai a casa e mi feci una doccia veloce, prima che arrivasse Serena.

Mi vestii e scesi in salotto ad ascoltare un po' di musica.

Poco dopo sentii il campanello suonare e andai ad aprire.

<Ciao tesoro!>, le dissi nell'orecchio mentre l'abbracciavo.

<Cosa si mangia?>, mi chiese guadandosi intorno, notando che non c'era niente sopra il tavolo.

<Pensavo di ordinare cinese. Ti va?>

<Ovvio! Ma sbrigati sennò mangio te, perché sto morendo di fame>, disse facendo la faccia da assassina.

<Ai suoi ordini>, le risposi prendendo il telefono e componendo il numero.

Un quarto d'ora dopo arrivò il fattorino, lo pagai e presi la busta.

La poggiai sul tavolo e cominciai a mangiare insieme a Serena, facendo delle facce buffe con gli spaghetti.

Quando terminammo ci sedemmo sul divano a guardare una serie tv, "La casa di carta", che ci appassionava molto. Era diventata la nostra serie preferita.

Andammo a dormire abbastanza presto perché sapevamo che domani ci saremmo dovute svegliare presto per andare a sostenere l'esame.

I sogni non mentono maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora