Capitolo 61

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<Calma, calma. Come espulso?>, domandai sconcertata.

<Per la questione dell'erba. Mi hanno visto fumarla nella hall, e nella stessa mia situazione ci sono anche tre ballerini. Però hanno detto che posso sostenere l'esame di riammissione la settimana prossima>, mi rispose lui, con un filo di speranza in questa ultima frase.

<Robe da matti. E dove andrai a stare? Se vuoi troviamo un albergo. Avrai bisogno di una mano per le canzoni, sarò sola, non ci troveremo più...>, continuavo a farneticare senza sosta, e non riuscivo a pormi un limite.

<Ehi>, mi fermò lui, <andrò a casa mia, con i miei genitori e mia sorella, distano poco da qui. E per quanto riguarda le canzoni, beh potremmo sempre trovarci o potresti venire a casa mia, così ti presento alla mia famiglia che freme dalla voglia di vederti>, andò avanti lui prendendomi il volto tra le mani e dandomi un bacio in fronte.

<Mi mancherai>, gli sussurrai con le lacrime che mi appannavano gli occhi.

<Anche tu Shawty. Ora però devo andare, devo fare le valigie>, mi disse raggiungendo le scale.

Io lo seguii in camera e gli diedi una mano.
Non potevo credere che fosse stato espulso così, su due piedi, senza avvisare.
Mentre prendevamo le cose dall'armadio, io ero giù di morale come non mai e mi sforzavo il più possibile di sorridere, mentre lui la prendeva con filosofia, era molto calmo, come se non fosse successo niente. Forse perché se lo aspettava.
La cosa che mi amareggiava di più era il fatto che mi sarebbe mancato un sacco. Avevo comunque i miei amici, ma solo lui riusciva a colmare il vuoto che c'era in me, e sono già triste solo al pensarci.

Lo accompagnai all'uscita e gli diedi un ultimo bacio, "il bacio dell'addio".
Lo so, sembrerò una che sdrammatizza tutto, ma non sapete cosa significa per me Blondie. È tutto, anche se a volte non sembra.

<Ti amo, Emma. Non dimenticarlo mai, ci rivediamo presto>. Furono le sue ultime parole prima di chiudersi dentro al taxi e passarmi davanti in un lampo.

Io volevo dirgli qualcosa, ma non feci in tempo. La mia voce venne spezzata dall'auto che mi sfrecciò davanti.
Mi limitai a salutarlo con la mano e a ritornare nell'hotel.
Dovevo dirlo a tutti.
Cominciai dalle mie compagne di stanza che rimasero scioccate, allibite, sconcertate,... si insomma, avete capito.

Poi era il turno dei ragazzi. Andai da Luca, Einar, ed Irama, che ebbero la stessa reazione di Valentina e Lauren.
Con Einar non avevo più parlato, e avevo intenzione di farlo al più presto così da non dargli false speranze, e da mettere le cose in chiaro fin da subito.
Stavo per digli la fatidica frase "dobbiamo parlare", quando lui mi precedette. Lo ringraziai con lo sguardo per aver fatto lui la mossa, per me sarebbe stato imbarazzante.

Salimmo fino a raggiungere il balcone e ci sedemmo sui pouf bianchi, che avevano ancora le goccioline di nebbia della mattina.
Diedi l'input alla conversazione:
<Beh immagino che tu sappia perché dobbiamo parlare vero?>, chiesi, fiduciosa del fatto che avesse capito il messaggio.

<Sisi, certamente Emma. Innanzitutto volevo scusarmi con te. Non volevo e non dovevo dirti..., si insomma, quello che ho detto. Era inappropriato e inopportuno da parte mia, sapendo che tu stai con Biondo. Ho sbagliato e me ne sono accorto, quindi sono qui a chiederti scusa. Spero che resti la nostra amicizia, non voglio perderti>, mi confessò con aria veramente dispiaciuta.

Concordavo con tutto quello che stava dicendo, ogni singola parola e capii che quello che era successo quella sera, non era volontario da parte sua.
<Ma si certo che ti scuso, e ovviamente continueremo ad essere ottimi amici, come sempre>. Lo perdonai e lo abbracciai amichevolmente, prima di salutarlo perché mi era arrivato un messaggio da Biondo.
"Shawty, non è che devi dirmi qualcosa riguardo alla sera del mio compleanno che è successa tra te ed Einar?"
-Blondie, 8.55 p.m.

Come fa a saperlo? Fu la prima domanda che mi saltò alla mente.

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