Capitolo 59

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Era Biondo.
Appena lo vidi, richiusi la porta di scatto ma lui la fermò.
<Emma ti prego, lasciami spiegare>, mi implorò con la mano che teneva ancora la porta.

<No, sei un bugiardo. Non voglio sentire niente da te, vattene. Vai vai pure dalla tua nuova ragazza>, gli urlai contro prima di premergli la porta contro, così lui fu costretto a cedere.

<Dai Emma, ti preg...>, non gli lasciai finire la frase. Non volevo sentire altre menzogne.
Me ne andai alla scrivania, per continuare a scrivere sul mio diario, dimenticando colui che c'era dall'altra parte della porta.

Sentii che qualcuno stava strisciando la carta per entrare nella camera quindi pensai fossero Lauren e Valentina, così senza alzarmi dissi:
<Ciao Lauren, Valentina>, senza voltare il capo.
Però sentii qualcun altro rispondere.
<Hai sbagliato persona tesoro>, disse sfacciato Biondo sedendosi sul mio letto.
Mi alzai di scatto e mi avvicinai al corridoio. Eccole li le traditrici, Lauren e Valentina che hanno dato la chiave per entrare a Biondo.

Le guardai come per dire "dopo facciamo i conti, stronze", e rientrai in camera.
<Ho detto che non voglio ascoltarti. Cosa non ti è chiaro? Vattene via>, imprecai.

Lui mi prese i polsi costringendomi a rimanere davanti a lui, e ad ascoltarlo.
<Devi ascoltarmi. Non sai come sono andate le cose. Hai visto solo una parte della scena, e ti sei persa la mia reazione. Chiedi pure ad Einar dopo se non mi credi. Ma ora ascolta la verità. Eravamo ubriachi si, questo non posso negarlo. Ma ero abbastanza lucido per capire cosa stavo facendo. Mi ha portato in camera sua con una scusa e poi mi ha baciato. Subito io però mi sono staccato, e l'ho mandata a fanculo. E sai perché? Perché amo te Emma, amo e amerò sempre e per sempre te. Se non fosse vero ciò che ti sto dicendo, non sarei venuto qui a parlarti e a scusarmi.
Io ti prego di scusarmi. Sappi che ti amo. Ho finito>, mi disse spiegandomi Biondo.

Io ascoltavo con cura le sue parole, gli credevo. Non era mai stato più sincero di adesso. Gli leggevo negli occhi la verità.
Volevo dire qualcosa, ma non ci riuscivo. Non mi uscivano le parole di bocca, ero come senza voce. Come ho potuto sbagliarmi così tanto? Ho reagito d'impulso e ho fatto una cazzata.

Non vedendo una mia risposta si alzò e se ne andò.
Solo in quel momento potei muovermi. Lo rincorsi per il corridoio e lo raggiunsi.
<Biondo, Biondo, fermati!>, urlai.
Lo girai per un braccio e lui mi guardò fisso negli occhi.
<Ti credo>, gli sussurrai.
<Credo, credo a tutto quello che hai detto, a ogni singola parola. Ti amo anche io>, continuai e poi gli diedi un bacio sulle labbra.

Lui ricambiò e mi prese per i fianchi. Rimanemmo così per minuti interminabili, ero così contenta di aver fatto pace. Non sopportavo di litigare con lui, perché sentivo la sua mancanza.

<Mi fai impazzire>, disse lui. Le sue parole uscirono come un sussurro dalla sua bocca.

Lo presi per mano e poi scendemmo nella hall.
<Andiamo a farci un giro?>, domandai.

<Certamente, dove la porto mia principessa?>, mi rispose ironico lui.

<Non saprei, andiamo in centro>, e gli diedi un bacio sulla guancia.

Camminammo lungo la via dove c'erano i più bei negozi di vestiti e scarpe.
Mi ero promessa di non comprare niente, avevo già fatto abbastanza spese, ma non potevo resistere.
Avevo intenzione di entrare solo in un negozio, ma alla fine diventò una droga e li passai tutti.
Quando terminammo io ero la ragazza più felice del mondo, mentre Biondo mi faceva da appendino per tutte le borse.
Arrivammo al Colosseo e facemmo un giro intorno ad esso, prima di arrivare al Foro Romano.

Stavamo camminando lungo le stradine ghiaiose e sabbiose, quando vidi un corpo di una persona fin troppo conosciuta.
C'era Keanu che ci stava venendo incontro.

I sogni non mentono maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora