Capitolo 1.

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Che la mia vita fosse un casino, era ormai chiaro a tutti. A 23 anni, non sapevo ancora cosa volevo, non ne avevo proprio la più pallida idea e soprattutto la cosa più strana e tremenda era che più passava il tempo e più non riuscivo ad uscire da questa situazione. Finché non sarei riuscita a capire i miei scopi per il futuro, continuavo a studiare all'università e a lavorare la sera fino a notte fonda come cameriera in un pub niente male nelle strade di New York. Vivevo in un piccolo appartamento nella cinquantaduesima strada, che faceva schifo e, che era arredato in un modo orribile, ma almeno nel compenso l'affitto rispecchiava le mie possibilità.

Avevo un cane che si chiamava Puzzolo, gli avevo dato questo nome perché quando l'avevo trovato dietro a un albero a Central Park puzzava, era bello ed era il mio migliore amico da quattro anni e anche il mio compagno di serate sul divano a mangiare cupcakes e a guardare la cassetta del film Garfield.

Avevo anche due migliori amiche per fortuna, e non erano cani, anzi Katie era allergica ai cani, infatti non andava d'accordo con Puzzolo, viveva con suo fratello piccolo Mike che aveva un anno in meno di lei; per fortuna non erano molto distanti dal mio appartamento e la mattina Katie veniva a far colazione con me al bar che si trovava qui in fondo alla strada, Papo's.
Jess invece viveva col suo ragazzo Robbie proprio affianco a Central Park, la mattina non ci raggiungeva quasi mai perché preferiva dormire fino a tardi dato che lei non faceva l'università, ma lavorava come commessa in una boutique di alta moda a Broadway e quindi aveva degli orari pomeridiani.

Quella mattina mi alzai spossata, di certo non come al solito, ero in orario per il semplice fatto che non ero riuscita a dormire tutta la notte per colpa del mio vicino di casa al piano di sopra che aveva dato una festa a tutto gas. Avevo provato un sacco di volte ad andare di sopra a dirgli di abbassare leggermente il volume le scorse settimane, ma l'ultima volta mi avevano lanciato un bicchiere di vodka sui capelli, ed era stato un incubo dato che avevo usato ben due flaconi di shampoo per farlo sparire del tutto.

Mi trascinai in cucina e iniziai a prepararmi una bella tazza di caffè e, come non detto il mio cellulare iniziò a squillare.
Andai a prenderlo di corsa alla Mike Powell, notando che non c'erano ne il mio cane e ne mio fratello, che la notte aveva dormito qui come spesso faceva, tra l'altro rischiando di sfracassarmi un anca.

<< Ciao Cath!! >> squillò Katie, che era una tipa piuttosto mattiniera, pertanto se l'avessi chiamata alle sei l'avrei trovata in piedi. Avevo pensato molte volte al fatto che se non fosse stata allergica a Puzzolo mi avrebbe fatto il favore di portarlo lei fuori la mattina, ma loro due non andavano d'accordo e Katie non riusciva a starci affianco senza starnutire ogni due per tre.

<< Mi hai ucciso un timpano! >> mi massaggiai l'orecchio stordita visto che erano pur sempre le sette del mattino ed io avevo dormito poco o niente.

<< Come mai ogni volta che ti chiamo hai da ridire? >> mi chiese lei, mentre io presi fiato.

<< Guarda, a dirti la verità ti ho risposto solo perché pensavo fosse Jake, che è uscito con Puzzolo stamattina, quindi pensavo fosse successo qualcosa >> la informai, mentre potei percepire la sua occhiataccia anche senza vederla.

<< Quel tuo cane scemo non sopporta nessuno oltre a te e, comunque tuo fratello ha dormito lì e tu ovviamente sei stata così gentile da dirmelo >> squittì per poi regolare la voce subito dopo.

<< Si ha dormito qui.. >> risposi ritornando nella mia minuscola cucina, dove spensi il forno a microonde con dentro il caffè del giorno prima << E comunque non avrebbe cambiato le cose se te lo avessi detto >> conclusi.

<< Oddio potevo venire a dormire da te! Visto che il mio fratellino mi ha lasciato sola >> urlò, mentre mi versavo il caffè nella tazza rosa che mia madre mi aveva comprato quando mi ero trasferita qui a diciannove anni.

Scusa se ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora