Capitolo 22.

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Cosa dovrei fare?

Abbracciarlo?

Tirargli una manata?

Stringergli la mano?

Baciarlo?

Ucciderlo e bruciarlo in modo da non essere scoperta?

Ho deciso: comperò un barattolo di Nutella. Sembra l'opzione più efficiente, fin'ora.

Non posso stare un altro minuto qua a fissarlo senza dirci niente. Togliti quel beanie, stronzo.

"Allora.." sospiro.

"Allora."

Mi sembra di essere tornata a quel momento in cui era appena tornato da Londra. Eravamo in cucina soli, ed abbiamo iniziato a battibeccare e poi ha unito le sue labbra alle sue. Poi è arrivata mia mamma. Mamma, dove sei quando servi?

"C-com'è andata oggi?" mi chiede, balbettando, aprendomi la portiera dell'auto. Molto gentleman.

"Io bene, tu che hai fatto ... Insomma ... Di bello?" rispondo.

"Ti ho pensata." annuncia. Bum bum, batte il cuore, bum bum.

Mi giro timidamente verso di lui. Lui si gira verso di me.

Io lo guardo.

Lui mi guarda.

I secondi sembrano ore.

"Quanto è bello." penso tra me e me. "Bello e stupido."

Al diavolo l'orgoglio, io lo amo.

Lo abbraccio stringendolo forte.

"Non andartene, ti prego." gli sussurrò.

"Non succederà." promette.

Mi guarda negli occhi. Mi brucia lo stomaco.

Unisce le sue labbra alle mie. Le nostre lingue si cercano. Il mio cuore esplode. Ed il tempo si ferma.

Ormai non ho più via di scampo: una volta che sono nella sua trappola, non ne esco più. Ma se stare in una trappola significa avere il cuore che esce dal petto, le farfalle nello stomaco, ed il cervello svolazzante, allora mi farò intrappolare sempre. Ma solo da lui.

"Perchè te ne sei andato?" chiedo, quando lui molla la presa, affondando il suo viso sul mio collo.

Mi guarda attentamente.

"In realtà, non lo so nemmeno io." sospira, abbassando lo sguardo verso l'asfalto "Sono stato una merda, lo so. Ma in quel momento avevo in mente solo lui, e le sue mani su dite. E mi pareva tutto così ... Non lo so, fatto sta che sono un cretino."

Tra di noi scorre un silenzio imbarazzante.

"T-ti ha fatto male?" mi chiede, balbettando. Balbetta tropp per i miei gusti, ma il suo lato nervoso è dolcissimo. E poi io balbetto tre volte più di lui.

"No, gli ho tirato un calcio dove non batte il sole" rido "E sono scappata via. Poi mi ha seguito nell'ascensore, e si è solo pericolosamente avvicinato, ma non ha potuto fare niente perchè c'erano le telecamere." spiego.

"Lo uccido." esclama.

"Ashton!" lo riprendo. Sono sempre stata contro le risse dopo quello che è accaduto a mia madre, anche se vorrei che Andy le prendesse come se non ci fosse un domani.

"Come fai ad essere così tranquilla?" mi chiede "Ti ha toccata, porca puttana, ti ha toccata!"

"Sai come la penso sulle risse."

Is it too late? ~ Ashton Irwin.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora