«Moriremo qui dentro.» affermò Adria. «No. Riusciremo ad uscire.» ribatté Josh. Chione li aveva trascinati nel palazzo di Borea, li aveva slegati e li aveva rinchiusi in una stanza buia e fredda, simile ad una cella frigorifera.
«E come? Non riusciremo mai a trovare l'uscita di questa stanza.»
«Perché dici così?»
Adria alzò le spalle. «Non riesco neanche a vedere te.»
Josh le prese le mani e se portò alle labbra. «Non mi vedi,» Le baciò i palmi, «ma io sono qui.»
Adria sorrise e si gettò tra le sue braccia. Non era da lei, ma la frase che Josh le aveva detto l'aveva fatta riflettere. Con quell'abbraccio voleva fargli capire che anche lei era lì.
«A cosa devo questo slancio di affetto?» domandò Josh ridacchiando mentre la stringeva a sé.
«Non saprei.»
«Oppure lo sai, ma sarebbe troppo sdolcinato da dire per i tuoi standard.» la corresse Josh.
«Esatto.» confermò Adria. «Abbracciamoci e basta, va bene?»
«Va bene.» concordò Josh. Restarono l'uno tra le braccia dell'altra finché Adria non disse: «Possiamo cercare l'uscita?»Josh sorrise. «Sono felice che tu abbia deciso di non arrenderti.» La prese per mano e si alzarono da terra insieme.
«Ci serve la tua spada.» disse Adria. «La lama d'oro potrebbe fornirci un po' di luce.»
«Sei in grado di prenderla anche se siamo rinchiusi qui dentro?» domandò Josh sorpreso.
«Se mi concentro abbastanza sì.» Adria tese la mano in avanti e chiuse gli occhi. Si concentrò sul posto in cui lei e Josh si trovavano nel momento in cui Chione li aveva disarmati e vide le loro spade sulla neve, proprio come se fosse stata lì in quel momento. Tese maggiormente i muscoli della mano; in pochi secondi un rumore di vetro infranto spezzò il silenzio della stanza e le armi finirono nella mani di Adria. La spada d'oro imperiale di Josh emanava un bagliore quasi accecante per i due ragazzi, i cui occhi si erano ormai abituati al buio. Josh prese la sua spada tra le mani e cercò di illuminare il più possibile della stanza, tenendo l'arma protesa in avanti. Si trovavano vicini ad una parete e non molto lontano dai loro piedi c'erano dei vetri rotti; probabilmente provenivano da una finestra che le loro spade avevano infranto per accorrere al richiamo di Adria.
«Vieni, avviciniamoci alla parete.» suggerì Josh, tenendo Adria per mano e illuminando il pavimento con la spada per evitare i vetri rotti.
I due semidei iniziarono a tastare le pareti, in cerca di una porta, di una finestra o di una qualsiasi via di uscita.
«L'ho trovata.» sussurrò Adria ad un certo punto, tastando quella che le sembrava una porta. «È chiusa.» constatò strattonando la maniglia.
Josh si fece avanti. «Ci penso io.» Passò la sua spada ad Adria, che gli fece luce sulla maniglia e sulla serratura della porta.
«Come farai ad aprirla?» mormorò Adria curiosa.
«La cara vecchia forcina.» ghignò Josh armeggiando nella serratura con un ferretto per capelli tutto storto. Si sentì uno scatto e Josh spinse la maniglia all'ingiù sorridendo. «Non mi merito un bacio per essere stato così bravo?» chiese ad Adria riprendendosi la spada ed estraendo la sua amata forcina dalla serratura.
«Sì, se usciamo di qui tutti interi.» disse Adria mentre uscivano dalla stanza facendo meno rumore possibile.
«Io non ci contenerei troppo.» disse Chione comparendo da dietro l'angolo di un corridoio. «Vi trasformerò in statue di ghiaccio e vi farò a pezzi con la mazza da hockey di Calaide.» Si avvicinò rapidamente ai due ragazzi, esibendosi in una camminata sui tacchi a spillo. «O meglio, vorrei farlo, ma mio padre desidera incontrarvi.» Prese Josh e Adria per le braccia e iniziò a trascinarli in avanti. «Ma guarda che bravi!» ridacchiò osservando le loro armi. «Siete riusciti a riprendervi le spade!» Spinse i due ragazzi a terra e gridò: «Zete! Calaide!»
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Olympus [1] • The hunt has just begun
FanfictionPRIMO LIBRO DELLA SERIE "Olympus"; FANFICTION ISPIRATA AL MONDO DI PERCY JACKSON; NON TIENE CONTO DE "Le Sfide di Apollo". Dopo la sconfitta di Gea sembrava essere tornato tutta alla normalità, ma a distanza di tre anni le cose cambiano. Eolo, il s...