Come Alabaster aveva ordinato, i tre ragazzi si misero alla ricerca del proprietario della biga parcheggiata all'ingresso della scuola, dividendosi e perlustrando una zona ciascuno.
Daniel si dedicò al primo piano: controllò aule, bagni, laboratori e stanzini per le scope. Non trovando altro che banchi, computer e un sottile strato di polvere su tutte le superfici, decise di scendere la scalinata che conduceva al piano terra - la zona che stava ispezionando Kimberly -, girovagando a vuoto lungo i corridoi nella speranza di trovare la sua amica e fare quattro chiacchiere con lei. Lungo il suo cammino, incrociò Alabaster, che, non appena lo vide, gli andò incontro correndo.
«Cosa stai facendo?» chiesero i due ragazzi l'uno all'altro, parlando nello stesso momento.
«Stavo cercando Kimberly.» risposero all'unisono, guardandosi in viso sbalorditi.
«Okay, stop.» fece Alabaster per evitare che lui e Daniel parlassero di nuovo nello stesso momento. «Credo che Kimberly sia sparita.» disse senza giri di parole. «Non riesco a trovarla e l'ho cercata praticamente ovunque.»
«Magari si è nascosta perché non vuole parlarti.» gli rispose Daniel, superandolo e ricominciando a percorrere il corridoio.
Alabaster gli andò dietro. «Perché dovrebbe nascondersi da me?»
«Credo che sia piuttosto palese.» replicò Daniel con un pizzico di irritazione nella voce. Accelerò il passo, svoltando verso un altro corridoio e dirigendosi verso una porta a doppia anta, dotata di maniglie antipanico. «Ti odia.» Si voltò a guardarlo con aria di sfida: avrebbe voluto prendersi una rivincita per la scazzottata del giorno prima, urlargli in faccia che era migliore di lui, che amava Kimberly più di sé stesso e che non l'avrebbe mai ferita a differenza di come aveva fatto lui. «E credo che tu sappia perché. Ti conviene lasciarla in pace.»
«Lei mi ama ancora.» ribatté Alabaster come se quelle parole fossero una minaccia. «Non parlare come se sapessi.» ringhiò a denti stretti. «Non sai niente di noi. Del nostro rapporto. Dei nostri sentimenti.»
«E allora spiegami» Daniel gli puntò un dito contro, «come mai ha cercato di ucciderti se ti ama?»
«Non mi avrebbe mai ucciso.» gli rispose Alabaster, spingendo una delle maniglie della porta. «So che guardandomi negli occhi si sarebbe accorta di amarmi ancora. Saremmo tornati insieme in un attimo se solo tu non ti fossi messo in mezzo.» Varcò la soglia della porta e Daniel lo seguì a ruota: si ritrovarono all'interno di una grande palestra, con gli spalti disposti attorno al perimetro della stanza e due canestri montati su due muri opposti.
«Non è vero!» sbottò Daniel, fissandolo con uno sguardo furente. Non era da lui comportarsi in quel modo così aggressivo, ma Alabaster, con quell'aria superba, era riuscito a fargli perdere le staffe.
«Sì che lo è!» ribatté l'altro con lo stesso tono. «Kimberly mi appartiene!»
«Sei schifosamente materialista!» urlò Daniel, estraendo la spada dal fodero. «Ed è questo che ti rende una persona così orribile. Kimberly non appartiene a nessuno ed amarla non la rende un diritto esclusivo.»
«E perché tu saresti migliore di me?» gli chiese Alabaster tirando fuori una lancia - la stessa che aveva usato per combattere contro l'idra a Baker Beach -. «Continui a mentirle da tre anni. Non le hai mai detto che la ami e la illudi, facendole credere di voler essere solo un amico per lei.»
Degli applausi giunsero da uno degli spalti. «Così vi voglio!» esclamò una donna seduta su di essi. Si alzò in piedi, camminando verso i due semidei con movimenti aggraziati e fluidi. Quando li raggiunse, i due ragazzi riuscirono a vederle con chiarezza il volto: i tratti del viso, dolci e delicati, lasciavano intendere che la donna fosse molto giovane. Indossava un vestito bianco dal taglio morbido, abbinato con un paio di sneakers di un bianco immacolato.
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Olympus [1] • The hunt has just begun
FanfictionPRIMO LIBRO DELLA SERIE "Olympus"; FANFICTION ISPIRATA AL MONDO DI PERCY JACKSON; NON TIENE CONTO DE "Le Sfide di Apollo". Dopo la sconfitta di Gea sembrava essere tornato tutta alla normalità, ma a distanza di tre anni le cose cambiano. Eolo, il s...