15• L'Oracolo ha qualche problema con le storie a lieto fine

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Daniel rimase per un'eternità nel suo letto, sorridendo nel pensare alla Kimberly che aveva sognato quella notte. Il modo in cui gli si era rivolto era così dolce… 

«Daniel! Ti muovi?» sbraitò Kimberly. 

“Altro che dolce” disse Ercole ridacchiando. 

“Queste situazioni mi fanno venire le rughe” si inserì Iuventas. “E pensare che ho solo qualche secolo…” 

“Per me sarai sempre giovane e bella, mia cara” replicò Ercole. 

“Oh Eracle!” esclamò la dea con un sospiro. 

“Accoppiatevi fuori dalla mia mente per favore” pensò Daniel sperando che i genitori avessero colto il suo tono seccato. 

«Si, mi muovo.» rispose poi a Kimberly. Si mise a sedere sul letto e si stropicciò gli occhi, cercando di individuare la sua amica nella stanza. Sobbalzò quando la vide proprio accanto a lui. «Kimb…» tentò di dire ma l'unica cosa che riuscì a fare fu strozzarsi con la sua stessa saliva. 

Kimberly ridacchiò, come se lo trovasse buffo, poi gli diede un paio di pacche sulla schiena. 

 «Non so perché, ma i miei anfibi erano sotto il tuo letto.» disse giustificando il motivo per cui era seduta accanto a lui. 

«Chissà come ci sono finiti…» aggiunse la ragazza pensierosa mentre si alzava in piedi e si infilava le scarpe. 

“Già” disse Ercole con noncuranza nella mente di Daniel. “Chissà chi può essere stato”. 

“Io ho qualche idea” pensò Daniel cercando di dare ai suoi pensieri un tono sospettoso e un tantino seccato. Una parte di lui, però, credeva davvero che il modo migliore di svegliarsi al mattino era trovare la persona che si amava accanto a sé.

* * *

“Glielo dico o non glielo dico?” si chiese mentalmente Daniel mentre lui e Kimberly sedevano uno di fronte all'altra a fare colazione. 

«Tutto okay?» gli chiese Kimberly. «Sei silenzioso.» 

«Sto pensando.» rispose Daniel guardandola negli occhi e aggiungendo mentalmente un “a te”. 

«A cosa?» insisté Kimberly. Diede un morso ad una fetta di pane tostato e guardò bene in viso il suo amico. 

«Ehm…» Daniel iniziò a sudare freddo ma si costrinse a non balbettare e, soprattutto, a non arrossire. «Pensavo ai ventus.» mentì per poi capire che era un ottimo argomento di conversazione. «Secondo te da dove sono spuntati?» chiese a Kimberly. 

La semidea alzò le spalle. «Non ne ho idea. Però ho una brutta sensazione.»

«Che intendi dire?» fece Daniel preoccupandosi per il tono che la sua amica aveva usato. 

«Non…non riesco a spiegartelo. È complicato.» 

«Amo le cose complicate.» 

«Oh, staʼ zitto.» replicò Kimberly ridacchiando. «Tu ami solo l'uramaki.» 

Daniel rise a sua volta, pensando che avrebbe voluto così tanto dirle che amava solo lei. 

Olympus [1] • The hunt has just begun  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora