7• Il cervello di Lucas non esplode per miracolo

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«Ricapitolando,» disse Dioniso in tono quasi annoiato, «siete scappati dal campo, avete frequentato la scuola mortale senza avvisare, avete ucciso tre cheerleader...»
«Non erano cheerleader, erano empuse.» lo corresse Kimberly.

Dioniso scosse la mano, come per liquidare quello che, per lui, era solo un futile dettaglio. Adria aveva spiegato frettolosamente a Lucas che Dioniso era il dio del vino e che stava scontando la sua punizione facendo il direttore del campo per averci provato con una ninfa proibita.

Lucas rimase piuttosto confuso da quelle parole. Si chiese come mai esistesse un dio pagano come Dioniso, e perché dirigesse un campo pieno di ragazzi se aveva precedenti per violenza sessuale. Quando espose queste sue domande ad Adria, lei si mise a ridere e gli spiegò che gli dèi scorrazzavano continuamente nel mondo mortale, alla ricerca di un amante. Non era una violenza perché gli dèi si innamoravano sempre dei mortali e generevano dei figli. I semidei. Persone come Lucas, Adria, Kimberly e il resto dei ragazzi del campo.

«Tecnicamente erano cheerleader.» replicò il dio. «Poi avete giocato a football in mezzo agli umani, guadagnando una certa fama che avrà sicuramente attirato l'attenzione dei mostri, poi avete bevuto del nettare in mezzo ai mortali, avete scoperto l'esistenza questo semidio» Indicò Lucas, «senza avvertire Chirone, mettendo a rischio la sua vita, avete cenato in un locale mortale e siete stati attaccati e quasi uccisi da Echidna e Chimera. Vi rendete conto? Potevate morire. Non che me ne importi qualcosa, sia chiaro. Ma a quanto pare finché sono qui, secondo il volere di Zeus, non deve succedervi niente di male, mocciosi.» Dioniso prese un bel sorso di Diet Coke, come se rimproverare così tanto le due ragazze lo avesse stancato a tal punto di aver bisogno di una ricarica di zuccheri.

Kimberly ne approfittò per parlare.
«Ma siamo vivi, no? É questo che conta.»
Dioniso annuì. «Si, siete vivi. E ciò mi permette di uccidervi personalmente. Peccato che i vostri amichetti romani non siano qui. Ci saremmo divertiti di più. Ma sono sicuro che quell'affascinante ragazza romana sarà più che in grado di punirli nel modo più doloroso possibile.» Il dio schiacciò la lattina di alluminio e ricominciò a parlare. «Figlia di Ade insegnerai scherma, mentre tu, Kitty, pulirai i bagni.»

«Per quanto?» chiese Adria.
«Fino alla fine dell'estate.» rispose Dioniso.

«Magnifico.» borbottò Kimberly.
«Ora passiamo a questo semidio.» Dioniso si sporse verso Lucas. «Chi è il tuo genitore divino?» gli domandò.

«Non ne ho la più pallida idea.» rispose Lucas cercando di non mostrarsi intimidito.

Il dio schioccò le dita verso Kimberly. «Accompagnarlo alla casa 11, Kimbry.»
«Kimberly.» borbottò lei.

«Domani gli spiegherai ogni cosa» continuò il dio come se la ragazza non avesse detto nulla, «con la speranza che venga riconosciuto. Vorrei evitare altre lamentele da Conny Stones.»

«Non si chiama Connor Stoll?» intervenne Adria.

«È uguale!» sbottò il dio, alzandosi dal divano. «Fuori di qui.» ordinò ai tre ragazzi.

«Spero che Nico e Will non stiano facendo i ragazzacci.» disse Adria a Kimberly mentre uscivano dalla Casa Grande.

Kimberly indicò un edificio. «Probabilmente no. Le luci dell'infermeria sono accese.»

«Allora vado da Nico. Si sentirà solo senza il suo Willy.»

Augurò ai due ragazzi la buonanotte e si allontanò verso delle abitazioni con l'architettura nello stile dell'antica Grecia. O almeno fu quello che Lucas riuscì a scorgere nell'oscurità.

Olympus [1] • The hunt has just begun  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora