23• Lucas rischia di diventare un hamburger semidivino

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Il viaggio verso l'Ermes Express di San Francisco fu piuttosto tranquillo, senza traffico e nessun attacco da parte dei mostri. Adria riuscì persino ad addormentarsi, poggiando la testa sul petto del suo ragazzo. Poco dopo, anche Josh, che teneva Adria seduta sulle sue gambe, la imitò, abbandonando la testa sulla spalla della sua ragazza e chiudendo gli occhi. Una volta arrivati, i due furono i primi a scendere per sgranchirsi le gambe e stiracchiarsi.

Josh si avvicinò per primo all'edificio; era un imponente grattacielo simile all'Empire State Building; sulla facciata principale c'era un'insegna con la scritta in stile hollywoodiano: "Ermes Express". «Sembra deserto.» osservò il figlio di Mercurio.

Kimberly lesse l'orario dal suo Apple Watch. «Mi sorprenderei del contrario. Sono solo le sette del mattino.»

Lucas indicò un cartello attaccato sulla parete di fianco alla porta. «Lì c'è scritto che l'orario di apertura è alle otto.»

«Ci resta ancora un'ora e io non ho fatto colazione.» disse Adria vagamente.

Josh ridacchiò. «So già cosa stai per dire.»

Adria si voltò verso il suo ragazzo con sospetto. «Sentiamo.»

Josh si avvicinò a Lucas e si aggrappò al suo braccio, stritolandolo. «"Joshy, ti prego andiamo a mangiare! Ho tanta fame!"» esclamò falsificando la tonalità della voce per cercare di imitare quella di Adria. Fece un piccolo saltello, dando una testata involontaria a Lucas e gli baciò la guancia. «"Ti amo tanto!"» aggiunse con tono adorante.

Lucas scoppiò a ridere. «Sei molto carino, ma ti vedo solo come un amico.»

Josh si portò drammaticamente una mano sul cuore, come se le parole di Lucas lo avessero ferito. Poi ridacchiò e gli batté il cinque.

«Io non faccio affatto così.» borbottò Adria.

«Sì, invece.» ribatté Josh con un sorriso. Si avvicinò alla sua ragazza e le mise un braccio attorno alle spalle.

«Mi porti a fare colazione?» gli chiese lei decidendo di gettare l'ascia di guerra per una volta.

Josh fece un sorrisetto e annuì. I due iniziarono ad incamminarsi piuttosto in fretta verso il bar più vicino, dimenticandosi completamente dei loro quattro amici.

«Io vado con loro.» disse Reyna. «Sto morendo di fame. Voi no?»

«Sì.» concordò Lucas mettendosi una mano sullo stomaco.

«Io non ho molta voglia di fare colazione.» li informò Kimberly. «Andate voi. Io vi aspetto qui.»

Daniel scosse la testa. «Resto con te. Nemmeno io ho fame.»

Kimberly sospirò. «Va bene.» acconsentì.

«Faremo in un attimo.» disse loro Reyna. «Voi fate attenzione.»

Daniel annuì e andò a sedersi su un muretto; Kimberly estrasse il cellulare dalla tasca dei suoi jeans, avvisando Daniel che si sarebbe allontanata per chiamare sua madre.

«Okay.» le rispose lui. «Io ti aspetto qui.»

"Certo che potresti anche fare qualcosa, visto che siete da soli" disse suo padre Ercole.

"No, ora non è il momento adatto" replicò Daniel.

"Ieri ti ha praticamente friendzonato" gli ricordò il dio.

"Come fai a conoscere questa parola?" gli chiese Daniel sorpreso.

"Mi aggiorno, splendore".

"Beh, ieri però mi ha dato anche un bacio sulla guancia" pensò Daniel con aria sognante.

Olympus [1] • The hunt has just begun  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora